Tolmezzo: al Paschini torna la 1ª del liceo classico

(t.a. dal MV di oggi)

Dopo la definizione dell’organico, è certo che con l’anno scolastico 2012-2013 partirà la 1ª classe del liceo classico all’Isis Paschini. Si tratta di un’importante opportunità di studi per i giovani dell’Alto Friuli, che colma il vuoto lasciato dalla chiusura del liceo classico paritario cittadino. Nella sede centrale del Paschini, dove ci sono già i licei scientifico, linguistico e delle scienze umane, grazie all’attribuzione della necessaria dotazione docenti, comunicata dall’Ufficio scolastico regionale, con il prossimo anno sarà istituita la nuova classe del liceo classico. Essa avrà per lo più docenti di sperimentata esperienza che da anni prestano servizio al Paschini e potranno pertanto garantire continuità didattica anche nei prossimi anni. L’insegnante di lingua e letteratura greca, professionalità non ancora presente nelle aule del Paschini, sarà invece di nuova nomina. Lo staff del Paschini ringrazia i tanti che si sono spesi per sostenere i bisogni di una realtà periferica fortemente impegnata a valorizzare i talenti dei suoi giovani.

Una risposta a “Tolmezzo: al Paschini torna la 1ª del liceo classico”

  1. Finalmente un grande ritorno!

    DUE MODALITÀ DI APPROCCIO AI GIOVANI, PER EDUCARLI OLTRE CHE PER ISTRUIRLI

    1.VISTI DA DIETRO LA CATTEDRA
    Introduzione all’antropologia studentesca

    In certi momenti la partecipazione è molto alta, quando si distribuiscono i pasticcini per festeggiare il compleanno di qualche compagno/a o quando, approfittando della festa della donna e della donazione delle mimose, i maschi approfittano per sbaciucchiare o palpare le compagne. Poi, nelle ore normali, l’elettroencefalogramma torna malinconicamente piatto in sintonia con l’abbigliamento massificato: tutti in jeans e maglione: ripristinare l’obbligo per le ragazze di venire a scuola con le gonne? ( indire un referendum!) … In altri momenti la classe è viva, e si capisce: Il professore non arriva. Evviva!”….Sembrano attenti, ma se guardi bene, lo sguardo è perso nel vuoto, sulla parete bianca in cui molti disegnano i loro sogni di evasione o la dipingono coi grigio della loro noia o con immagini di torture al professore… Molti sono intenti a prendere appunti, suppone orgoglioso l’insegnante. Tanti lo fanno, ma altri: chi scrive pensierini d’amore sul diario, chi scarabocchia disegni, e caricature, chi scrive un’invettiva contro la scuola, chi sistema le foto dei cantante o della cantante preferita, accentuandone le curve e la sensualità, chi prepara bigliettini da passare per il compito il dell’ora successiva, chi si tatua mani e polsi dì formule e date per l’interrogazione, chi prepara il menù per la cena di classe… Quello è tutto scaruffato, si vede che la sera prima ha bevuto ed è ancora suonato… Una ha l’insegnante in antipatia, perché non ha preferenze, mentre lei vorrebbe le avesse: lei simpatica, antipatiche le altre… Ad un certo momento vedi che dalla testa di X. si leva un filo di fumo, non di sigaretta: i circuiti cerebrali cominciano a fondere: bisogna dotare i cervelli degli allievi di salvavita…. L’altro comincia, dopo 17 minuti la curva dell’attenzione è quella che è a scuotere il testone, a dimenarsi, e voltarsi, a piegarsi, fino ad abbattersi sul banco sfinito… L’altra fa domande a ripetizione per interrompere la lezione…. Poi arrivano i postulanti, detti normalmente rappresentanti, per chiedere di spostare il compito o l’interrogazione: si può e non si può perché … la Preside vuole programmazione… C’è quella che ti guarda come per dirti. ma come c…. questo parla?!… L’altro che esce dal letargo solo quando orecchia che Sacripante sta per fare la festa alla bella Angelica o quando si legge l’ottava ariostesca di Olimpia nuda: vedi colorarsi poco a poco le iridi, prima opache, illuminarsi il viso ed un sorriso: questa sì che è scuola di vita, altroché la partita… doppia! Y. interrogata ti guarda e t’implora: ” Professore, lei è una brava persona. lo sono lavativa e forse un po’ zuccona, ma tenga conto almeno, nella sua valutazione, che sono… bona!”… Una è fuori con la testa, da così savia che era: ha scoperto il sesso ed è tutta in agitazione, ma il compagno di banco è ancora e sempre un bietolone . I maschi, in effetti, più sbruffoni sono in realtà più tontoloni e meno svegli delle ragazze, che sono in anche più studiose: non molto creative, diligenti. Dio ci scampi dalle secchione,pedanti e noiose, ma anche da quelle remissive e timorose… C’è l’allieva materna che fa da chioccia, aiuta i bisognosi e pungola i pigroni; la `capa’ che fa e disfa a suo piacimento; la simpatica sferzante e ironica; la distonica, che quando è interrogata diventa ancor più languida, quasi l’insegnante fosse il 118; quella che ti guarda di storto, perché si ritiene molto brava e tu non la valuti adeguatamente, quella che si compiace di come parla bene il professore, mentre lei naviga tra slang e patois, con qualche rara incursione nell’italiano regionale. C’è l’allievo d’intelligenza pronta e poco impegno che conta sempre sulla rimonta… che spesso non le riesce. L’altro quando parla sembra un sacrestano ed anche un po’ menagramo: lento da far venire sonno o languore all’interrogante…. Quella ti guarda con aria matura: suvvia, professore, si svegli, mica siamo nati sotto i cavoli! La timorata di Dio non vorrebbe sentire parlare dell’Inquisizione: quel professore è proprio un miscredente, quasi che la Controriforma l’avesse inventata lui… Quella ce l’ha a morte con un professore e non apre libro, con risultati estremamente negativi: brava furba, mica freghi lui ma te…. La classe entra in effervescenza e dà segni di vita, perché la prossima ora di lezione è come una ricreazione… Uno finge di ascoltare Mazzini, mentre sistema le figurine Panini. C’è quello che ti fa capire che sei sotto controllo, guarda il pelo nell’uovo e aspetta solo un tuo svarione Qualcuno dovrebbe essere incollato alla sedia, perché non ce la fa proprio a stare fermo … Eccola che estrae lo specchietto e il rnascara e si ritocca il trucco. Nel lavoro di gruppo li vedi intenti… progettare la serata in discoteca o a raccontarsi le proprie pene e gioie d’amore…Quello, impunito, non ha il tuo libro, ma si sta preparando per l’interrogazione in un’altra materia…. L’altro ti fissa con attenzione, ma nella sua zucca non entra niente delle tue parole, occupata com’è dal ritmo di una canzone metallica e dentro c’è tutto un rumore di ferraglia: non gli serve un docente e neppure uno psicologo, ma un meccanico. L’altro filosofeggia: perché studiare se manca il lavoro? E se mancano tutti e due? …Quello è un bravo ragazzo, non studia ma è fondamentale per le public relations; non viene a Scuola per imparare ma per socializzare, per stare in compagnia, possibilmente in allegria… Questa sembra che abbia un fatto personale con la lingua italiana: non impugna la penna per scrivere ma un pugnale. ..Appare e scompare, nel senso che ogni tanto sta seduto come fosse in classe, altre volte come fosse in osteria o sul divano della discoteca. Dante, ti fa capire la moralista, non me la conta mica giusta con la sua Beatrice: e la moglie Gemma? C’è quello che per non dirti niente fa un giro tale di parole da lasciarti l’angoscia del vuoto….O l’altro che si arrampica sulla lingua come un imbranato pattinatore che indossa per la prima volta i pattini da ghiaccio: non un tema, ma ghirigori incomprensibili si legge l’insegnante…. L’altra adesso arrossisce e ammutolisce: chissà se mi tradisce? Glielo chiedo appena l’ora finisce! Il rappresentante di classe è cosi impegnato che non ha tempo di studiare… Questo pare destinato ad un futuro da imputato: solo a domanda risponde se no muto, o da teleplagiato: sembra risponda ad Amadeus… “L’Ariosto usa una tecnica narrativa simile a quella … delle telenovelas. Nell’atrio di casa Leopardi: “Sembra Dinasty!” Quello si domanda ancora dopo anni: “Ma cosa ci sto a fare io qui?” … La sua lingua preferita? L’italiacano… Dopo l’ultimo esito negativo nel compito l’insegnante, ormai sfiduciato, ha deciso di bandire il premio “Cottolenghino d’oro”, per motivare e stimolare gli allievi a migliorare, premiando il peggiore della classe… Enea fugge da Troia incendiata. L’allieva riferisce ed esordisce: ” Enea, figlio di Troia…” …”Amor, ch’al cor gentil ratto ( rapido, subito, prontamente) s’apprende”, scrive Dante. Parafrasi di un’allieva: “Amore che si attacca al cuore come un topo”!!!
    Allievo: “Prof. esco!”. Prof.:” Me lo dai il permesso di farti uscire?”

    2.RAFFAELE CILLENIO, Orazione ai cittadini friulani, 1565

    Sull’educazione e la formazione dei fanciulli e degli adolescenti

    Certamente, nobilissimi cittadini, sono consapevole, edotto per quanto mi riguarda proprio dall’esperienza, cha dalla natura nulla fu dato di più caro dei propri figli alla specie degli uomini, e che nessuna forse maggiore preoccupazione stia davanti ai genitori che il dover educare rettamente giorno e notte [con assidua costanza] i figli, e il doverli istruire nelle buone arti e nelle discipline, affinché non vengano allevati in un identico e medesimo tempo come cittadini inutili e per sé e per la patria, e che, condannati ad un eterno oblio, siano completamente dimenticati per tutto il tempo futuro. Essendo questo per noi il solo e, per così dire, il principale proposito tra tutti e quasi l’obiettivo sommo, al quale da entrambi parimenti e attentamente si debbono volgere gli occhi, dobbiamo veramente renderci conto che sulle nostre spalle é stato posto un peso oneroso: a voi, che stiano a cuore dignità integrità buon nome di essi, che per prescrizione della stessa natura debbono essere più cari della vostra vita; a me, che, quasi come un secondo genitore per i vostri figli, avete voluto fossi preposto a plasmare i loro animi con l’educazione e la cultura, affinché nell’incarico affidato non risparmi nessuna solerzia, nessuna energia, fino a quando essi arrivino all’atteso risultato e raggiungano un giorno la loro maturità. […] Comunque senza dubbio (il che non vi deve assolutamente sfuggire) l’età dei fanciulli e degli adolescenti é di per sé così malsicura, così cieca e che agisce sconsideratamente in proprio danno, che facilmente si fa trascinare a capofitto e senza criterio in tutte le peggiori azioni, se non viene sorretta e aiutata dalle frequentissime e possibilmente quotidiane esortazioni dei genitori, che indirizzino alla virtù, e dai costanti ammonimenti e insegnamenti dei maestri, che guidino alla medesima. Se invero spesso collega proprio gli stessi alle bestie nei suoi libri e dei costumi e della retorica Aristotele, uomo d’ingegno eccezionale e quasi divino, effettivamente ritiene che essi per debolezza o piuttosto per carenza di discernimento non differiscano molto dagli esseri animati privi di raziocinio. Pertanto gli intenti e dei genitori e dei maestri debbono essere a tal punto concordi nel formare e nell’educare rettamente i figli che essi in casa e nelle scuole siano temuti; e, mentre i fanciulli sentono di essere soggetti non ad uno soltanto ma a un duplice controllo da una parte e dall’altra, comprendano appunto che non viene lasciato nessuno spazio o tempo alla desiderata licenziosità.

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