Tolmezzo: gasolio, prezzo alle stelle e la Carnia protesta


di Tanja Ariis

Proteste in Carnia per l’impennata dei prezzi per il gasolio da riscaldamento: un pieno da due mila litri costa 500-600 euro in più del 2010. Lo stesso quantitativo in Austria costa quasi 900 euro in meno che in Italia. Il problema non riguarda solo la Carnia ed il Tarvisiano, è chiaro, ma certamente si nota più in montagna, viste le temperature invernali più rigide della pianura. Un operatore nel settore dei prodotti petroliferi, Carlo Petris di Ampezzo, con l’attività a Tolmezzo spiega: «È un continuo parlare di aumenti della luce, del telefono, ma nessuno parla degli aumenti del gasolio da riscaldamento che incidono ben di più sul bilancio di una famiglia. Qualche giorno fa una nostra cliente di Tolmezzo si è presentata con la fattura del 2010, stessa data e stesso quantitativo, protestando per l’aumento quest’anno di 500 euro. I clienti se la prendono con noi, che non c’entriamo, per questa differenza, dovuta all’accisa (pur essendo ridotta in Carnia che ricade, tranne Amaro e Cavazzo, in zona F)». Se in Italia infatti, secondo una rilevazione dell’Unione Europea del 19 settembre (dal sito del Ministero dello sviluppo economico), un pieno di mille litri, tasse comprese, ammonta a 1.381 euro, in Austria il prezzo per lo stesso quantitativo è di poco più di 933 euro (in Francia è di 900 euro), con una differenza di oltre 447 euro. Quindi su due mila litri la differenza è addirittura di 894 euro. Il prezzo al netto delle tasse locali è in Austria di quasi 669 euro per mille litri e in Italia di 738 euro. A determinare tale divario, si diceva, è l’accisa: se in Italia infatti è di 403 euro circa (più iva), in Austria è di soli 42 euro, una sproporzione. In Europa è più cara dell’Italia solo la Danimarca, dove è più sviluppato il riscaldamento a biomasse, ma in Carnia la maggior parte delle famiglie ha ancora il riscaldamento a gasolio. Con l’Austria a due passi, più di qualcuno potrebbe essere tentato di rifornirsi autonomamente oltreconfine. Ma è una pessima idea, perché si commette reato e più di qualcuno in passato, sorpreso con le taniche in auto, si è trovato poi a risponderne in Tribunale. Resta il fatto che questa notevole differenza, ancor più in tempi di crisi, viene considerata molto iniqua dagli italiani. Petris accenna ad una risoluzione europea che imponeva all’Italia di adeguarsi ai prezzi europei, ma che il nostro paese ha ignorato. L’aumento dei prezzi, ci spiega Petris (che sottolinea anche il fatto che non ci sono più neppure i contributi della Comunità montana per il riscaldamento per fasce di reddito), induce più di qualcuno a ordinare meno litri alla volta. E i prezzi sono aumentati anche per legna da brucio, pellet e metano.