Tolmezzo: PdR Buonocore manifesta perplessità sulle valutazioni del Tribunale del riesame, inchiesta “tutt’altro che conclusa

Guido Surza dal MV di oggi

È uno “scontro” dialettico fra poteri forti della magistratura quello che si registra all’indomani della liberazione del brigadiere dei carabinieri che si trovava agli arresti domiciliari. Nell’ordinanza che il Tribunale del riesame di Trieste ha depositato decidendo di “alleggerire” la misura cautelare nei confronti del brigadiere Silvio Gianblanco (da domiciliari a obbligo di dimora in Buja) ci sono infatti espressioni che non sono piaciute in procura a Tolmezzo. A parlare – com’è previsto dalla legge – è il procuratore Giancarlo Buonocore, che esprime anche il pensiero del proprio sostituto Luca Olivotto, contitolare dell’inchiesta che ha portato agli arresti prima l’ex comandante del Norm di Tolmezzo Demetrio Condello e poi il brigadiere Gianblanco.  Il dottor Buonocore manifesta infatti «perplessità» sul fatto che i giudici del Riesame abbiano espresso una valutazione sulla durata dell’indagine per droga che da qualche mese la procura sta “faticosamente” portando avanti assieme agli agenti della Squadra mobile della questura di Udine. «L’inchiesta è tutt’altro che in dirittura d’arrivo – dice adesso il procuratore – e non mi era mai capitato di leggere simili valutazioni in una ordinanza dei giudici». Il riferimento è specifico, perché i giudici che hanno liberato il brigadiere dagli arresti hanno espressamente fatto accenno alla circostanza che l’inchiesta sta per concludersi e quindi non sussisterebbero più esigenze cautelari pesanti. «Al di là della valutazione in sè – prosegue Buonocore – l’affermazione non corrisponde al vero. Mentre è vero che il quadro indiziario ha retto anche al vaglio del riesame».