Tolmezzo: su “Cronache Tolmezzine” la pubblicità che non ti aspetti e scoppia la polemica

I Tolmezzini lo trovano sempre nella cassetta della posta ed è oramai un’abitudine consolidata; dentro ci trovi un resoconto della attività svolta dall’amministrazione Tolmezzina negli ultimi mesi e qualche precisazione della minoranza. Ovviamente a seconda del periodo ci sono auguri o annunci di prammatica, insomma una pubblicazione istituzionale rassicurante con inserita all’interno la pubblicità di aziende del territorio che in questo modo danno il loro contributo al proprio Comune. Stavolta però arrivi in fondo, giri la quarta di copertina e ci trovi la pubblicità di una sala giochi (o piccolo casinò che dir si voglia) che già tanto ha fatto discutere nel capoluogo carnico. Questa inserzione tra l’altro, per la posizione in cui è inserita è una tra le più costose e (per non farci mancare nulla) occupa l’intera pagina. A questo punto viene spontaneo guardare più a fondo la pubblicazione e spunta pure un’altra inserzione minore più o meno dello stesso tenore. La polemica scoppia direttamente in giunta con gli assessori più impegnati su questo fronte che non ci stanno.

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Una risposta a “Tolmezzo: su “Cronache Tolmezzine” la pubblicità che non ti aspetti e scoppia la polemica”

  1. Aggiornamento del 21/12/2011

    di Tanja Ariis

    Al clamore suscitato dalla pubblicità di due sale da gioco sul periodico del Comune, il sindaco Dario Zearo replica che «la pubblicità non la scegliamo e decidiamo noi, se ne occupa una ditta esterna con un direttore responsabile cui fino ad oggi il regolamento impone solo l’obbligo di non mettere inserzioni pubblicitarie di sexy shop. Per cui se non gli viene detto che non può raccogliere questo tipo di pubblicità, può succedere quello che è successo. Ma si è trattato di un fatto casuale. Anche in altri numeri di Cronache tolmezzine c’era stata la pubblicità di sale da gioco e nessuno ha detto niente. Io non ho problemi – chiarisce il sindaco – a estendere nel regolamento tali limiti a questo tipo di pubblicità». Sulla richiesta poi degli assessori Cristiana Gallizia, Aurelia Bubisutti e Mario Cuder di emissione urgente di un’ordinanza che riduca l’orario di gioco delle sale in città, Zearo fa presente che ci sono ben 70 posti dove si può giocare in città: dall’edicola al bar alla sala dedicata e quindi non è così semplice emanare un’ordinanza che ne riduca l’apertura. «Bisogna vedere oltretutto – aggiunge Zearo – se la legge ci consente una cosa simile, anche perché i ricorsi ad un provvedimento simile non mancherebbero. Non va dimenticato– osserva Zearo – che il gioco è supportato dallo Stato e con tanto di pubblicità. Io non posso limitare l’orario di una sala se lo Stato l’autorizza a restare aperta 24 ore su 24. Se la legge me lo consente, se ci sono gli strumenti, possiamo prendere in considerazione la cosa e allora la limitazione deve valere per tutti coloro che nei loro ambienti pubblici hanno le macchinette». Zearo ricorda le numerose tipologie di gioco tra gratta e vinci, vari tipi di lotto, superenalotto, slot machines, scommesse e varie e la loro collocazione diffusa in edicole, bar e sale. «Credo – dice infine – che il tavolo di osservazione e monitoraggio sul gioco debba puntare prima di tutto alla prevenzione, ad educare le persone perché non si avvicino a queste “attrazioni”, più che essere un tavolo per reprimere».

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