Udine: asilo notturno «Il Fogolâr» per i senza dimora

 Un’unità di strada dedicata al supporto delle persone senza fissa dimora o in situazione di grave marginalità. L’hanno istituita, sottoscrivendo nei giorni scorsi un’apposita convenzione, il Comune di Udine, in qualità di ente gestore del Servizio sociale dei Comuni dell’Ambito distrettuale 4.5 dell’Udinese, e il Centro Caritas dell’Arcidiocesi . Dalle prossime settimane un’équipe composta da due operatori legati all’asilo notturno «Il Fogolâr» e da volontari della Caritas, inizierà a monitorare il territorio per garantire un aiuto alle persone senza dimora o in grave marginalità che sopravvivono tra la città e l’hinterland udinese.

 
Il progetto ha origine da una riflessione del gruppo «Reti di intervento», un tavolo di lavoro composto da soggetti pubblici dell’area sanitaria e del privato sociale e derivato dalle iniziative del Piano di zona. Nata in un contesto di confronto e collaborazione, l’iniziativa ha inteso inoltre riconoscere e valorizzare tutti i servizi che già operano nell’ambito della grave marginalità – Fogolâr, Mensa dei frati, Centro di ascolto Caritas, Punto d’incontro, Dispensario – disegnando l’unità di strada come un servizio che lavorerà in sinergia con le realtà del territorio e con i Servizi sociali, per favorire quanto più possibile una presa in carico integrata delle persone.
 
«È un progetto sul quale stiamo lavorando da diverso tempo – spiega il sindaco, Furio Honsell –. La difficoltà maggiore sta nello stabilire un contatto positivo, nel far crescere la fiducia che serve ad accettare un aiuto e forse, col tempo, un percorso di sostegno. Come sempre, comunque, questi interventi sarebbero impossibili senza lo straordinario tessuto di associazioni e di volontari che caratterizza il Friuli». 
 
L’unità di strada, che sarà attiva nella fascia oraria tra le 19 e le 23 per più sere a settimana, si occuperà di interventi a bassa soglia in tutti i comuni dell’ambito distrettuale: oltre a Udine Campoformido, Martignacco, Pagnacco, Pasian di Prato, Pavia di Udine, Pozzuolo, Pradamano e Tavagnacco. In particolare gli operatori saranno impegnati nel monitorare la presenza delle persone in grave stato di marginalità, con le quali si punterà a stabilire un contatto nei luoghi di frequenza abituale.
 
L’équipe della Caritas si occuperà inoltre della distribuzione di generi di conforto (caffè, the, coperte) e di prima necessità e favorire l’accesso ai servizi a bassa soglia degli enti e delle associazioni presenti sul territorio, con l’obiettivo di creare le condizioni per una graduale accettazione di una presa in carico integrata da parte dei servizi territoriali. I pochi dati raccolti durante l’ultimo monitoraggio parlano soprattutto di uomini, sia italiani sia stranieri (più di un terzo), ma non è trascurabile nemmeno la percentuale delle donne, soprattutto in rapporto alla nostra realtà cittadina. Spicca subito che le persone italiane hanno un’età media più alta – la maggior parte ha più di 50 anni – mentre gli stranieri sono mediamente più giovani.
 
«Sappiamo che stanziano, dormono e si spostano tra parchi pubblici, case abbandonate, gli androni dei palazzi, l’atrio dell’ospedale o nei pressi della stazione ferroviaria – spiega don Luigi Gloazzo, direttore della Caritas –, vivono tra di noi ed è giusto che diventino “visibili”. La presenza strutturata del gruppo di contatto diventerà l’occasione per monitorare il fenomeno, capire come si muove e come cambia, e per promuovere l’impegno della comunità locale attraverso un volontariato concreto all’interno dell’équipe». In base alla convenzione l’ambito distrettuale investirà complessivamente 10 mila euro nel progetto.
Dalle prossime settimane la convenzione sarà attiva a Udine, Campoformido, Martignacco, Pagnacco, Pasian di Prato, Pavia di Udine, Pozzuolo, Pradamano e Tavagnacco