Udine: ANPI sfrattata, tra esigenze di ristrutturazione e polemiche


di FEDERICA BARELLA

Uno “sfratto” che rischia di diventare una vera e propria bufera politica. Si tratta di quello che nell’arco dei prossimi 12 mesi subirà l’Anpi, l’associazione nazionale partigiani d’Italia. L’associazione, con una lettera inviata nei giorni scorsi dall’assessore provinciale Teghil, è stata “invitata” a trovarsi un’altra sede dopo che lo stabile di viale Ungheria 10, in cui si trovano i suoi uffici (e anche i suoi preziosissimi archivi, compresa la fornitissima biblioteca) è passato di proprietà dal Ministero della difesa al Demanio, e quindi dal Demanio alla Provincia.
«Verso la fine del 2010 – spiega l’assessore Stefano Teghil – potremo iniziare i lavori di ristrutturazione della zona dell’ex distretto militare per relaizzare la “cittadella della Provincia e accorpare così tutti gli uffici”. Per questo abbiamo pensato di avvisare in tempo l’Anpi, in modo che i dirigenti possano iniziare a cercare una nuova sede. Non ci sono altri motivi. Nè alcun tipo di rancore, tanto meno politico o storico. Anzi, abbiamo anche valutato la possibilità di offrire all’Anpi qualche spazio in via Diaz, dove abbiamo uno stabile che già ospita molte associazioni, Ma purtroppo lì non c’è un solo metro quadrato libero».<br />
Eppure per il presidente dell’Anpi di Udine Federico Vincenti ci sono pochi dubbi. «Questo atteggiamento della Provincia di Udine – dichiara Vincenti – è figlio dello stesso rancore che pure l’amministrazione regionale a quanto pare nutre nei nostri confronti, visto che anche la Giunta Tondo quest’anno ha deciso di tagliarci il 40 per cento dei fondi normalmente stanziati dalla Regione, per andare magari a finanziare associazioni che hanno pochissimi iscritti, penalizzando noi invece che ne rappresentiamo invece 5.500».
Dalla parte di Vincenti ieri si è schierato subito il consigliere provinciale Massimo Peresson della Sinistra arcobaleno, che in una interpellanza urgente al presidente della giunta e all’assessore, chiede di sapere in che modo si intenda dare una soluzione rapida a questa vicenda. «Chiedo anche – aggiunge Peresson nell’interpellanza – se non sia stato un atto di scarsa sensibilità verso la memoria di coloro che hanno dato la vita e di chi ha combattuto per rendere libero questo Paese».
Ma non si tratta di dare un tetto agli uffici dell’Anpi. Vincenti ricorda infatti che la loro sede è frequentata abitualmente da studiosi esperti come anche da molte scolaresche, che proprio grazie all’Anpi, e alla ricchissima documentazione raccolta nei vari archivi come pure nella biblioteca, non solo mantengono viva la memoria ma anche aiutano a riscrivere la storia di anni fondamentali per l’Italia e il Friuli.

Una risposta a “Udine: ANPI sfrattata, tra esigenze di ristrutturazione e polemiche”

  1. Aggiornamento del 22/11/2009

    Dopo lo sfratto annunciato da parte della Provincia all’Anpi (l’Associazione nazionale partigiani d’Italia) ecco scendere immediatamente in campo il Comune di Udine. Con una solenne promessa: «i partigiani avranno una loro “casa”».

    Il sindaco di Udine Furio Honsell infatti non ha dubbi. Una istituzione come l’Anpi deve essere assolutamente difesa. E le deve essere assolutamente garantito un futuro in spazi adeguati, dopo lo “sfratto” dai locali di via Ungheria 10. «Sono preoccupato per le sorti della sede dell’Anpi – ha infatti dichiarato ieri il primo cittadino -. E lo sono soprattutto data l’importanza storica, ma sempre attuale, di un’associazione attiva e presente sul territorio con iniziative rivolte anche alle giovani generazioni per tenere vivi i valori della Resistenza e la memoria della guerra di Liberazione». «Udine, città medaglia d’oro della Resistenza, non può stare a guardare – ha poi sottolineato ieri Honsell -. Mi auguro sinceramente che la Provincia mantenga l’impegno dichiarato di voler individuare una sede alternativa per l’Anpi, a cui, comunque, continuo ad assicurare il sostegno mio e della città per trovare al più presto una soluzione».
    Decisamente più politica e anche più polemica la presa di posizione dell’assessore comunale Kristian Franzil, che interviene sulla vicenda nella veste di segretario regionale di Rifondazione Comunista e non come membro della giunta Honsell. «La decisione della Provincia di Udine di sfrattare l’Anpi è di una gravità inaudita – ha detto ieri Franzil -. A nulla valgono i tentativi di smorzare i toni. Non serve, infatti, dire che si sono cercate infruttuosamente altre sedi o cercare di sminuire la portata del gesto». L’assessore provinciale Teghil aveva infatti chiarito che lo sfratto (che per altro diventerà esecutivo solo fra parecchi mesi) era un atto dovuto per la necessità di ristrutturare l’edificio e lì accorpare poi tutti i servizi provinciali, risparmiando sulle seconde sedi. E che la stessa Provincia aveva comunque cercato, purtroppo invano, soluzioni alternative.
    Parole che non convincono però Franzil. «Crediamo, infatti – ha spiegato il segretario di Rc – si tratti di una scelta politica della destra al governo in Regione e in Provincia, che non riconosce il ruolo della Resistenza italiana e dei Partigiani per lo sviluppo democratico del Paese. Da un lato, infatti, si taglia il sostegno pubblico alle molte iniziative promosse dall’Anpi per una memoria attiva sulla guerra di Liberazione, dall’alto gli si toglie la sede. Chiediamo quindi che la Provincia ritiri subito lo sfratto e trovi soluzioni alternative. Il Consigliere Peresson ha già fatto un interrogazione in Provincia sul tema e i consiglieri regionali Antonaz e Kocijancic ne presenteranno una in Regione».
     

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