Udine: Bonsai club, la passione che non ti aspetti

di CRISTINA BURCHERI

«Bonsai è l’arte di creare miniature di alberi, coltivandoli per anni in un piccolo vaso. Con questa particolare tecnica si guida infatti del materiale vegetale ad assumere forme e dimensioni volute, pur rispettandone completamente l’equilibrio vegetativo e funzionale». Questa la definizione che la sconfinata enciclopedia sul web Wikipedia dà del bonsai alla cui arte si dedica, fin dal 1985, il “Giardino delle Nove Nebbie – Bonsai Club di Udine” che oggi e domani (nella sede del Dopolavoro ferroviario in via Cernaia 2) ospita anche la diciassettesima edizione della “Mostra bonsai e suiseki Triveneto”. Il raggruppamento dei Club del Triveneto è composto da 29 associazioni che, in occasione di questa mostra, espongono ognuna le migliori piante. Tra gli eventi collaterali all’esposizione e al concorso segnaliamo la mostra di ceramica raku, il mercatino dei bonsai e diverse dimostrazioni di arti marziali. Il programma completo della mostra, gli orari, le curiosità sono scaricabili dal sito: wwwclubnovenebbie.dfludine.it. Il bonsai come si conosce oggi è sostanzialmente quello giapponese, tuttavia l’origine dei bonsai è da attribuirsi alla Cina: furono probabilmente dei transfughi cinesi approdati sulle coste giapponesi a portare nel Paese del Sol Levante i primi bonsai. I giapponesi appresero questa tecnica e ne fecero un’arte, applicando alle piante coltivate i canoni della propria estetica influenzata dallo Zen: i monaci fecero uso di bonsai (e suiseki) per illustrare simbolicamente delle verità filosofiche. Ciò diede un importante contributo alla diffusione di queste arti nelle classi dominanti tant’è che, per molto tempo, il bonsai fu prerogativa esclusiva di nobili e samurai. La prima presentazione ufficiale del bonsai in Europa si ebbe in una mostra a Parigi nel 1878, seguita da una seconda esposizione a Londra nel 1910. Il primo libro in materia, scritto da un occidentale, è degli inizi del Novecento ed è l’opera del botanico francese Albert Maumené che abbozzò anche una prima, classificazione semplice e razionale dei diversi stili. A parte sporadiche apparizioni, il bonsai fu scoperto e amato dagli occidentali soltanto dopo la seconda guerra mondiale. Queste piante da allora hanno saputo suscitare un interesse sempre crescente che oggi si manifesta con il moltiplicarsi di convegni, mostre, corsi… Parallelamente si è potuto assistere a un sempre maggiore perfezionamento della tecnica. A conclusione un’altra definizione di bonsai: «Opera d’arte, ma anche pianta che vive», come non smette mai di ricordare il maestro friulano Adriano Bonini (nella foto), uno dei più apprezzati e stimati istruttori Ibs, ovvero istruttori del bonsai e del suiseki, italiani.