Udine: furti, zuffe e niente scuola; le mamme vanno dai carabinieri, allarme baby-gang in città

di Anna Rosso

Non vanno a scuola. Perdono le loro giornate in bar e fast-food, fumando e bevendo troppo. Spesso si azzuffano. Creano enormi problemi in famiglia. E qualcuno di loro è arrivato ad alzare la mani sulla propria mamma. Stiamo parlando di ragazzini tra i 14 e i 19 anni, perlopiù sudamericani, che stanno preoccupando non poco i servizi sociali udinesi, i carabinieri e, naturalmente, i loro genitori. Tre madri, ormai giunte all’esasperazione, si sono già rivolte ai carabinieri di viale Trieste. Attualmente in città sono oltre una quarantina i giovani “sotto osservazione” in quanto appartenenti a vere e proprie baby-gang latine, con tanto di gerarchie interne e capi. Il problema, spiega il comandante del Nucleo investigativo dell’Arma, Fabio Pasquariello, «è che il pensiero del gruppo prevale sugli sforzi educativi della famiglia e si vengono così a creare situazioni che sfociano nella commissione di vari reati contro la persona e contro il patrimonio».  Ma per quale motivo accade ciò? Come sottolineano gli operatori che stanno seguendo da vicino il fenomeno, non di rado i ragazzi che decidono di entrare in queste baby-gang sono cresciuti in Sudamerica con zii e nonni – mentre i genitori lavoravano in Italia – e, all’avvicinarsi della maggiore età, sono arrivati nel nostro Paese grazie al ricongiungimento familiare. Si sono trovati così a stretto contatto con padri e madri che non vedevano da anni e di cui non riconoscevano l’autorevolezza. In tale contesto, connazionali coetanei sono diventati per loro il modello più importante. Ed è così che, in barba ai divieti dei genitori, questi ragazzini si ritrovano nei locali di Udine e dell’hinterland (in particolare in quelli vicino alla stazione ferroviaria), stanno lì fino a tarda sera, il più delle volte si ubriacano e, ogni tanto, per ingannare la noia, tentano di mettere a segno qualche furto. Così, tanto per passare il tempo e per trovare i soldi necessari ad acquistare vistose scarpe da ginnastica, felpe colorate e jeans all’ultima moda. «I gruppi che stiamo monitorando – riferisce ancora il comandante Pasquariello – sono attivi soprattutto nei quartieri di San Domenico e di via Riccardo Di Giusto. Abbiamo cominciato a “seguirli” dopo aver raccolto le richieste di aiuto di alcune mamme e dopo aver scoperto che diversi di loro avevano abbandonato la scuola. E in questi ultimi mesi abbiamo assistito a liti anche violente e furti». Risale a sabato notte, solo per fare un esempio, il furto che due colombiani poco più che maggiorenni hanno cercato di mettere a segno al caffè Beltrame di via Cosattini. I carabinieri li hanno colti in flagranza ed arrestati. Lo scorso aprile, a Milano, grazie a un’indagine durata un anno, sono finiti nei guai 26 ragazzi (venti minorenni e sei maggiorenni) appartenenti a due baby-gang, i “Latin dangerz” e i “Los brothers”. Dovranno rispondere di almeno 24 rapine commesse nella zona di via Mecenate, in particolare alle fermate della metropolitana. Il loro modus operandi era sempre lo stesso: agivano in gruppo, circondavano le loro vittime (nella maggior parte dei casi si trattava di ragazzi italiani, di anziani oppure di sudamericani che non avevano accettato di entrare nella banda) e, dopo averle picchiate, le derubavano. Molte delle rapine compiute sono state filmate dalle telecamere di vari sistemi di videosorveglianza. In ogni caso, gli stessi ragazzi le riprendevano con i telefonini per poi pubblicarle sui social network e dimostrare così la loro “forza” alle altre gang giovanili.