L’Istituto tecnico commerciale “C. Deganutti” ospita per tutto il mese di Dicembre la mostra fotografica “E adesso andiamo a lavorare anche in Russia, l’emigrazione friulana tra ’800 e ’900”, realizzata con la collaborazione degli studenti dell’Istituto, che hanno elaborato il materiale fotografico e tradotto i testi in russo e le didascalie in inglese. La realizzazione è stata possibile grazie al contributo dell’assessorato alla Cultura della Provincia di Udine, il patrocinio dell’Ente Friuli nel mondo e dell’Istituto italiano di cultura di San Pietroburgo, attraverso i cui archivi si è potuto reperire il materiale fotografico. La mostra è stata realizzata nell’ambito dello scambio culturale, ormai appuntamento annuale, tra l’Istituto e il liceo Dante Alighieri di San Pietroburgo, uno tra i pochi in cui si studia l’italiano come prima lingua straniera.
La mostra ha la peculiarità di essere accompagnata da testi in lingua italiana, friulana e russa e didascalie in inglese. Il percorso è diviso in due sezioni: Mondo contadino ed emigrazione friulana in Europa e nelle Americhe tra 1866 e 1914 e il lavoro dei friulani in Russia per la costruzione della Transiberiana tra ’800 e ’900.
Inoltre è presente anche un breve documentario in Dvd “Friulani in Europa e nelle Americhe” che illustra le caratteristiche dell’emigrazione friulana nel periodo 1866-1914.
Il percorso evidenzia la precaria situazione economica del Friuli e la necessità degli autoctoni di emigrare in cerca di lavoro. I flussi migratori del passato si muovono sia oltre Oceano, in Paesi come Argentina e Stati Uniti, sia in Europa verso Germania, Francia, l’area balcanica e Russia. Si riscontrano notizie su lavoratori friulani in Russia dagli anni sessanta dell’Ottocento. Nel periodo fine Ottocento inizio Novecento, i lavoratori friulani sono stati indispensabili nella costruzione della linea ferroviaria Transiberiana che da Chelyabinsk, negli Urali meridionali, attraverso la Siberia arrivava al capolinea orientale di Vladivostok. È stato rinvenuto che i mestieri maggiormente praticati dagli emigranti erano: fornaciai, muratori, scalpellini, terrazzai, boscaioli e imprenditori edili. La manodopera friulana è stata, infatti, indispensabile per la costruzione della linea ferroviaria.
Consiglio la visione della mostra che aiuta a ricordare, in tempi come questi, che anche i friulani come tanti altri italiani sono stati degli emigranti e hanno vissuto in difficili condizioni di vita. Dopo la visita possono scaturire diverse riflessioni sia sulle difficoltà che hanno affrontato i nostri antenati per poter darci un futuro, sia sull’atteggiamento più positivo che si dovrebbe avere nei confronti di chi quelle difficoltà le affronta ora nel nostro Paese.