Udine: la tassa Scf che fà infuriare i negozianti

Pagare le multe scoccia a chiunque, specialmente se pensavi di aver già pagato ed un altro ente viene avanti con una richiesta che si rifà ad una legge del 1941. Accade a Udine e si tratterebbe del diritto Scf consorzio dei fonografi che non è quello della SIAE.

Dal MV di oggi

Rischiano di dover pagare da 70 a 210 euro. Stiamo parlando di negozianti, titolari di bar e ristoranti. Chiunque insomma nel proprio locale pubblico abbia un sottofondo musicale. O una tv accesa. Una sorta di diritto d’autore, diverso però da quello Siae. Che ora sta scatenando la rivolta di baristi e negozianti anche in città. In questi giorni, decine, anzi centinaia, di lettere e “solleciti” stanno arrivando ai titolari di esercizi anche della nostra provincia. Sono firmate dalla società “Scf”, il consorzio nazionale dei fonografi. Nelle lettere si chiede il pagamento, del diritto Scf, simile, ma al tempo stesso diversissimo da quello Siae. Mentre con quello Siae si paga il diritto relativo alla composizione musicale (musica e testo), con quello Scf si corrispondono i diritti relativi alla registrazione “tecnica” discografica (cioè all’incisione su supporto dell’opera musicale).
Una “riscossione” prevista da una legge, quella del 1941 sui diritti d’autore, e dimenticata per anni. Una “riscossione” che dopo la causa nazionale portata avanti e persa dal gruppo Benetton, è stata ripescata a 360 gradi dallo stesso consorzio. Da qui l’invio massiccio di lettere e solleciti. E la rivolta di baristi, commercianti, ristoratori e albergatori.
«Ho chiesto spiegazioni alla stessa Scf – spiega ad esempio Carlo Cisotto, titolare del Bar al Ponte in Chiavris – dopo avere ricevuto ben due solleciti. Ma non ho avuto alcuno risposta. Neanche la Guardia di Finanza mi ha saputo dare spiegazioni. Io ho solo una tv. Che accendo ogni tanto. E certo non faccio lucro usandola». Perplesso e completamento contrario a questi solleciti del consorzio Scf è lo stesso Franco Di Benedetto, responsabile Fipe-Confcommercio per Udine. «E’ l’ennesimo balzello – spiega Di Benedetto – che ostacola attività come le nostre già vessate dalla burocrazia. Abbiamo ricevuto decine se non centinaia di telefonate in sede. Io resto dell’opinione che si tratta di un versamento non dovuto. Per lo meno non da molti, moltissimi di noi».
Eppure, a quanto pare (considerata anche la causa persa dal gruppo Benetton), si tratta di un balzello dovuto da chi trasmette musica o immagini nel proprio locale, visto che è previsto da una legge del 1941, mai più di tanto modificata.
La stessa Fipe-Confcommercio, a livello nazionale, nella scorsa primavera, attestato il fondamento della richiesta di riscossione dei diritti da parte della Scf, ha deciso di sancire una convenzione che prevede “sconti”, o comunque una quota ridotta, per gli iscritti.

56 Risposte a “Udine: la tassa Scf che fà infuriare i negozianti”

  1.  

    Ciao Aldo

    Sono dell’idea che ci vorrebbe una legge che riduca notevolmente il tempo entro il quale si possano esercitare questi diritti Siae o Scf che siano 😉

    Credo che farò un post 💡

     

    Mandi !

    Manolo

    from webandana.com

     

  2. Dopo inutili discussioni con SCF non ho ancora capito se devo pagare il balzello richiesto (ho un piccolo bar con apparecchio TV con diritti SIAE regolarmente corrisposti) o posso rifiutarmi nonostante le minacce di azioni legali.
    Qualcuno può darmi indicazioni?
    Grazie.

  3. Sono una parrucchiera ligure (prov di Genova) pago da sempre SIAE.
    Alcuni giorni fa mi è giunta richiesta di pagare diritti alla soc SCF –
     per la legge 633/1941 art 72 e seguenti – Motivazione: "equo compenso per diffusione musica d’ambiente" – Utilizzo una semplice radio.
    Qualcuno può dare indicazione sul "che fare"

  4. Gestisco un bar in provincia di Gorizia e da circa 3 settimane continuo a ricevere telefonate di una società di recupero crediti incaricata dalla SCF. Premetto di non aver ricevuto nessuna raccomandata, come invece loro sostengono, con solleciti di pagamento. Comunque dopo la prima telefonata ho chiamato il commercialista che ha detto che secondo lui questa tassa non è da pagare. La SIAE, che io pago regolarmente,ha detto la stessa cosa e come se non bastasse anche la Guardia di Finanza dice di non pagare.
    Adesso comunque mi sto stufando di queste telefonate insistenti e degli operatori che usano toni tuttaltro che amichevoli. Inoltre alla richiesta di farmi avere copia delle ricevute di ritorno delle raccomandate che io avrei ricevuto fanno orecchie da mercante. Mi puzza un po’ di truffa….

  5. Sono di Ferrara e anche qui siamo disturbati da SCF , Dobbiamo stare uniti ed imporci con questa ennesima tassa , dove sono le associazioni che ci tutelano Basta i Ponzio Pilato che se ne lavano le mani , dobbiamo stare uniti. .

  6. anche io ho ricevuto oggi il sollecito di pagamento della SCF…
    con i miei dati… ma chi glieli ha consegnati???
    per fortuna c’è la legge sulla privacy!!!!
    io ho un piccolo negozio con una radio… se devo pagare anche la scf piuttosto la tolgo e mi metto a cantare io!!!!

  7. mi hanno chiesto di pagare la tassa scf , vendo tv e radio  credo che d’ora in avanti dovro venderli spenti,  i clienti se li dovranno provare a casa loro sperando che in un prossimo futuro  non ci facciano anche pagare  una tassa in quanto dotati di orecchie,per gli occhi ci sarà una tariffa a parte !!!!

  8. Sono della provincia di NaPOLI e ho ricevuto in qst giorni fattura della scf, con lettera, dove mi dicevano che in seguito ad una verifica tecnica, Quando? chi?, era stata rilevata nel  mio negozio presenza di apparecchio radio. Non ho la radio ho un computer per contabilità e adsl. devo pagare anche x qst?

  9.  RAGAZZI sto a cecchina, vicino Roma, stesso problema oggi ho ricevuto la "bolletta" dovrei pagare 120 euro a seguito di un controllo.. non se sa de chi, quando sia stato fatto.. che stronzata! ho parlato col numero verde e mi hanno dato un fax per dichiarare che non è vero il numero per chi fosse interessato è:
    02 46547500
    IO  ho solo un pc, che non uso per sentire musica, o cmq al massimo accendo deezer ogni tanto e solo per me, non ho casse amplificate da nessuna parte, per la cronaca, quindi secondo me è una bufala!!! non pagate non pagate non pagate!!!

  10. andate a raccogliere i broccoli stupidi scf ma non basta tutte le tassa che paghiamo veramente ci vorrebbe una rivoluzione
    ma  si rendono conto
    io ascolto musica dalla tv con regolare canonbe rai allore che la pago a fare

  11. Stamattina ho ricevuto la lettera dalla SFC, mi chiedono 122 euro in seguito a verifica tecnica…..
    Quando è stata fatta? Da chi? Cosa hanno trovato?
    Boh!
    L’ho chiesto alle operatrici, che mi hanno risposto che non possono dare alcuna informazione, MA LA COSA BELLA E’ CHE IO NEL MIO NEGOZIO DI ALIMENTARI NON HO NE’ TV NE’ RADIO NE’ ALCUN COMPUTER!!!!!
    Che faccio?

  12. "SCF gestisce e tutela i diritti relativi alla registrazione discografica (cioè all’incisione su supporto dell’opera musicale). Tali diritti sono da corrispondere al produttore della registrazione e all’artista che ha prestato la propria interpretazione all’incisione"

    Lo dicono loro stessi sul loro sito, questa tassa è dovuta da chi registra su supporti, e dunque… al limite, a chi dovessere avere ipod o pc con su degli mp3 si potrebbe chiedere qualcosa, ma se si hanno radio, tv o solo cd ORIGINALI non hanno che da attaccarsi al "bip" 

  13. Vedo che la mia situazione è già stata ampiamente replicata. Quindi faccio solo una domanda. Mi dicono sia riferita ad una norma europea.  Risulta effettivamente applicata in tutta Europa ?

    Comunque abituamoci. Sono le prime avvisaglie del trattato di Lisbona. D'ora in avanti saremo schiavi di Bruxelles.

    Franco

  14. proprio questa mattina la confcommercio mi ha detto che va pagata  perchè hanno vinto tutti i ricorsi fatti e se qualcuno non ha pagato come me per l'anno 2009 mi arriverà forse anche una ingiunzione dell'avvocato.il commercialista non è molto d'accordo.fatemi sapere altre novita,grazie. 

  15. Buongiorno a tutti
    e' una vergogna solo permettere che  possano richiedere follie.
    Le varie associazioni che ci dovrebbero tutelare hanno tutto l'interesse a farci aderire per evitare di dover affrontare fastidiose vicende giudiziarie. Io dico che non ne posso piu'.
    saluti
    Gino    

  16. salve a tutti, sono un avvocato civilista della provincia di napoli.
    Sono a conoscenza diretta della situazione in quanto anche mio padre è stato vittima dell'iter " pulcinellesco" della SCF: solleciti di pagamento senza alcun avviso di ricevimento, telefonate di operatrici veramente molto poco professionali.
    Mi permetto di fare alcune riflessioni giuridiche. Prescindendo dalla giustezza o meno della richiamata legge del 1941 che sembra esistere e non abrogata e prescondendo dalla legittimazione ag agire della SCF, che sembra effettivmante di aver avuto mandato a iscuotere tale tassa, mi chiedo processualmente come farà la SCF a provare in giudizio che in un determinat esercizio commerciale viene effettivamente ascoltata musica a mezzo di apparecchi di diffusione.
    La SCF scrive da rilevamenti tecnici e risponde a telefone dicendo che un ispettore della società ha effettuato l'accertamento senza qualificarsi!!
    Beh…se la prova di cui dispongono è solamente questa capisco la loro ossessione a farsi pagare per letterina o telefonatine intimidatorie.
    In primo luogo la testimonianza  di ispettore di una società privata ( che non è un pubblico ufficiale) equivale giudizialmente a quella di un qualsiasi altro soggetto e quindi può essere smentita da altri testi che dichirano il contrario. In secundis, il fatto che dichiari un accertamento, smentito da altri nostri testi,   senza essersi qualificato e senza un verbale sottoscritto dal titolare lo rende passibile di una denuncia – querela ( su questo cerco però conforto di un collega penalista).
    Gli ispettori di finanza , dell'inps , di igiene e salute…mostrano un tesserino e redigono verbale.
    Quindi non ravviso problemi un eventuale giudizio.
    Infine, ho letto la fatidica sentenza del tribunale di milano in cui la SCF vanta la sua vittoria, due considerazioni: 1) il bar citato in giudizio non si è costituito, è rimasto contumace. Facile per la SCF che ha visto il proprio teste non contraddetto da parte avversa. 2) Un eventuale giudizio dovrà essere promosso presso il tribunale del luogo in cui si trova l'esercizio commerciale. Questo significa che la SCF dovrà dotarsi di avvocati sul luogo con il rischio di perde e pagare onorari agli avvocati.
    Sarà questo il motivo del suo tentennamento ad agire al di fuori di Milano?
    Conclusione personale: non pagate
    saluti

  17. Ho un piccolo bar a Torino, ho gli stessi problemi con scf.Vorrei formare un gruppo di persone che non vogliono pagare e provare a vedere se legalmente si può fare qualcosa.

  18. Un consiglio che mi sento di dare a tutti quelli che vogliono fare un ricorso é quello di non unirsi in comitato visto che un eventuale giudizio sfavorevole porterebbe tutti a risarcire scf ma una marea di carte bollate e di ricorsi sparsi per tutti i fori d’italia potrebbe dare loro molto fastidio .
    Comunque io con un bar pasticceria senza musica vivro lo stesso mentre auguro a loro e sopratutto alle soceta` di recupero crediti tanti fastidi quanti loro ne procurano a noi .

  19. ho appena finito una acerrima discussione con la societa di recupero crediti che chiama ormai regolarmente ogni settimana da piu di 2 mesi sono esasperato ma non ho nessuna voglia di pagare aspetto con ansia che mi arrivi un invito a giudizio da un giudice cosi finira una volte per tutte questa farsa  se sara lui a dirmi pagherò trovo la cosa vergognosa solo in italia succedono queste cose chi ci tutela a noi

  20. piace a tutti la vita comoda e si inventano di tutto per fare incassi e ora puntano sui bar e ristoranti ,,,,quando subiamo furti, scasssi , rapine ed ecc… nn c'è una tassa da pagare ????

  21. Sono proprietario di 3 negozi ho sempre pagato la SIAE regolarmente .Da quando mi sono entrati in negozio questi STROZZINI" l'unico termine che mi viene in mente" ,ho deciso di togliere tutti gli apparecchi radiofonici nei miei negozi cosi' non prenderanno piu' soldi ne' la SIAE  ne ' questi strozzini.
    Tutti i commercianti dovrebbero fare in questo modo cosi' quando la SIAE  NON PRENDERA' PIU' UN SOLDO CAUSA DELLA SCF si muovera' qualcosa e'  l'SCF SE' LA PRENDERA' NEL CULO………!!!!!

  22. salve a tutti .
    sono da tre anni che respingo la scf e sono daccordo con l'avvocato di napoli  immagginate da milano arrivano a scrivere addirittura al sud in piccoli paesi della campania ma se non sanno nemmeno dove si trovano i  bar mi viengono a dire che uso apparecchi per diffusioni musicali ; sono stati invitati a fare un sopralluogo press il mio bar , non ho visto presentarsi nessuno,,,,, non pagare e fare un sito per difenderci magari tramite facebook …… e dire quello che pensiamo per me è una carugna .
     

  23. aggiornamento del 03/11/2010

    Società Consortile Fonografici alla riscossa… letteralmente

    La SCF pretende il pagamento dei diritti sulle registrazioni anche dai commercianti che hanno già pagato la Siae.

    [ZEUS Newshttp://www.zeusnews.com – 03-11-2010]

    Non bastava la SIAE, ora imperversa anche la SCF (Società Consortile Fonografici) che esige i diritti sulle registrazioni radiofoniche per le radio accese in tutte le attività commerciali: per esempio parrucchieri, estetisti, bar e altre attività, che già pagano i diritti alla Siae per i brani trasmessi.

    A Torino molti esercizi commerciali hanno ricevuto sanzioni tra 122 e 930 euro, che potrebbero salire fino al doppio se i commercianti continuassero a non pagare.

    L'Ascom Piemonte (l'associazione dei commercianti) è per la linea dura, e invita i suoi associati a non pagare; a Roma, invece, l'associazione dei commercianti sta trattando con il consorzio fonografici per arrivare a tariffe meno onerose.

    Un'altra associazione di categoria, la Confesercenti, invece invita a non pagare.

     

  24. aggiornamento del 03/11/2010

    Società Consortile Fonografici alla riscossa… letteralmente

    La SCF pretende il pagamento dei diritti sulle registrazioni anche dai commercianti che hanno già pagato la Siae.

    [ZEUS Newshttp://www.zeusnews.com – 03-11-2010]

    Non bastava la SIAE, ora imperversa anche la SCF (Società Consortile Fonografici) che esige i diritti sulle registrazioni radiofoniche per le radio accese in tutte le attività commerciali: per esempio parrucchieri, estetisti, bar e altre attività, che già pagano i diritti alla Siae per i brani trasmessi.

    A Torino molti esercizi commerciali hanno ricevuto sanzioni tra 122 e 930 euro, che potrebbero salire fino al doppio se i commercianti continuassero a non pagare.

    L'Ascom Piemonte (l'associazione dei commercianti) è per la linea dura, e invita i suoi associati a non pagare; a Roma, invece, l'associazione dei commercianti sta trattando con il consorzio fonografici per arrivare a tariffe meno onerose.

    Un'altra associazione di categoria, la Confesercenti, invece invita a non pagare.

     

  25. aggiornamento del 03/11/2010

    Società Consortile Fonografici alla riscossa… letteralmente

    La SCF pretende il pagamento dei diritti sulle registrazioni anche dai commercianti che hanno già pagato la Siae.

    [ZEUS Newshttp://www.zeusnews.com – 03-11-2010]

    Non bastava la SIAE, ora imperversa anche la SCF (Società Consortile Fonografici) che esige i diritti sulle registrazioni radiofoniche per le radio accese in tutte le attività commerciali: per esempio parrucchieri, estetisti, bar e altre attività, che già pagano i diritti alla Siae per i brani trasmessi.

    A Torino molti esercizi commerciali hanno ricevuto sanzioni tra 122 e 930 euro, che potrebbero salire fino al doppio se i commercianti continuassero a non pagare.

    L'Ascom Piemonte (l'associazione dei commercianti) è per la linea dura, e invita i suoi associati a non pagare; a Roma, invece, l'associazione dei commercianti sta trattando con il consorzio fonografici per arrivare a tariffe meno onerose.

    Un'altra associazione di categoria, la Confesercenti, invece invita a non pagare.

     

  26. aggiornamento del 03/11/2010

    Società Consortile Fonografici alla riscossa… letteralmente

    La SCF pretende il pagamento dei diritti sulle registrazioni anche dai commercianti che hanno già pagato la Siae.

    [ZEUS Newshttp://www.zeusnews.com – 03-11-2010]

    Non bastava la SIAE, ora imperversa anche la SCF (Società Consortile Fonografici) che esige i diritti sulle registrazioni radiofoniche per le radio accese in tutte le attività commerciali: per esempio parrucchieri, estetisti, bar e altre attività, che già pagano i diritti alla Siae per i brani trasmessi.

    A Torino molti esercizi commerciali hanno ricevuto sanzioni tra 122 e 930 euro, che potrebbero salire fino al doppio se i commercianti continuassero a non pagare.

    L'Ascom Piemonte (l'associazione dei commercianti) è per la linea dura, e invita i suoi associati a non pagare; a Roma, invece, l'associazione dei commercianti sta trattando con il consorzio fonografici per arrivare a tariffe meno onerose.

    Un'altra associazione di categoria, la Confesercenti, invece invita a non pagare.

     

  27. aggiornamento del 03/11/2010

    Società Consortile Fonografici alla riscossa… letteralmente

    La SCF pretende il pagamento dei diritti sulle registrazioni anche dai commercianti che hanno già pagato la Siae.

    [ZEUS Newshttp://www.zeusnews.com – 03-11-2010]

    Non bastava la SIAE, ora imperversa anche la SCF (Società Consortile Fonografici) che esige i diritti sulle registrazioni radiofoniche per le radio accese in tutte le attività commerciali: per esempio parrucchieri, estetisti, bar e altre attività, che già pagano i diritti alla Siae per i brani trasmessi.

    A Torino molti esercizi commerciali hanno ricevuto sanzioni tra 122 e 930 euro, che potrebbero salire fino al doppio se i commercianti continuassero a non pagare.

    L'Ascom Piemonte (l'associazione dei commercianti) è per la linea dura, e invita i suoi associati a non pagare; a Roma, invece, l'associazione dei commercianti sta trattando con il consorzio fonografici per arrivare a tariffe meno onerose.

    Un'altra associazione di categoria, la Confesercenti, invece invita a non pagare.

     

  28. aggiornamento del 03/11/2010

    Società Consortile Fonografici alla riscossa… letteralmente

    La SCF pretende il pagamento dei diritti sulle registrazioni anche dai commercianti che hanno già pagato la Siae.

    [ZEUS Newshttp://www.zeusnews.com – 03-11-2010]

    Non bastava la SIAE, ora imperversa anche la SCF (Società Consortile Fonografici) che esige i diritti sulle registrazioni radiofoniche per le radio accese in tutte le attività commerciali: per esempio parrucchieri, estetisti, bar e altre attività, che già pagano i diritti alla Siae per i brani trasmessi.

    A Torino molti esercizi commerciali hanno ricevuto sanzioni tra 122 e 930 euro, che potrebbero salire fino al doppio se i commercianti continuassero a non pagare.

    L'Ascom Piemonte (l'associazione dei commercianti) è per la linea dura, e invita i suoi associati a non pagare; a Roma, invece, l'associazione dei commercianti sta trattando con il consorzio fonografici per arrivare a tariffe meno onerose.

    Un'altra associazione di categoria, la Confesercenti, invece invita a non pagare.

     

  29. x Stefano commento #26

    troppi insulti generici, siamo costretto a rimuovere il post.
    Il titolare del blog potrebbe essere ritenuto responsabile di eventuali insulti anonimi presenti nei commenti …

    Se vuoi ripostalo pure senza insulti e nn ci sono problemi.

    Saluti
    blogdialdorossi

  30. scusate per la mia volgarita'….ma molte volte ti fanno uscire certe parole….
    sono un sarto con partita iva e PAGO LE TASSE ,…esercito il mo lavoro in casa, alcuni mesi fa mi vedo arrivare una lettera dalla scf cons. fonografici con relativa fattura di pagare euro 210 perche dicono che ho musica dove lavoro e quindi devo pagare(ricordo che lavoro in casa), ora, mi telefonano almeno 2 volte a settimana  la RECUS ITALIA RECUPERO CREDITI  dicendo che se non pago andranno per via legale……ricordo che queste lettere sono senza raccomandata ..dicendomi che sono venute delle persone a fare un sopraluogo e hanno rilevato musica nel mio esercizio….(voglio ricordare che lavoro in casa mia), ora mi domando e dico…come possono affermare questa  falsita , visto che almeno in casa mia so chi viene,   
    ho fatto una richiesta anche a striscia la notizia con la speranza che almeno loro si possano muovere e fare luce su tutta questa grande truffa….spero che tanti come me posanno fare la stessa cosa…..scrivendo a striscia …..scusandomi vi saluto……..viviamo in una situziano di miseria e molto dissocupazione….e loro chiedono soldi……roba da pazzi…..ciao

  31. Anch'io ho ricevuto la fatidica lettera e quella del recupero crediti.Non ho alcuna radio nè televisione.Vorrei tanto che mi citassero in giudizio,chiederei un risarcimento danni notevole.Purtroppo essendo un consorzio avranno un capitale sociale  eventualmente da aggredire irrisorio.Vi consiglio di inviare una lettera dove chiedete danni morali ed eventualmente citateli in giudizio se avete tempo da perdere…..Non possono farvi nulla giocano sulla minaccia..e qualcuno ci sta cascando.Bisognerebbe informare qualche trasmissione tipo striscia..le iene…e chi più ne ha più ne metta..Una sola parola
    LADRI  AUTORIZZATI (forse)

  32. ciaoo a tutti,anh'io ho ricevuto una lettera di pagamento da scf,per diritti fonografici..più minacce da RECUS ITALIA PER IL RECUPEO CREDITI.io ho una panetteria,non ho mai avuto una radio e non diffundo musica,vorrei capire perchè devo pagare.poi loro dicono che son venuti a far dei sopralluoghi e controllare,ma senza possibilità di essee riconosciuti..ma in che mondo viviamo sarà vero…!!!!!!!!!!!!ma hanno così potere!!!! non sò io non intendo pagare…!!!!!!!!!!!!sembrano storie incredibili….di estorsioni..!!!!uniamoci e denunciamoli tutti così forse saranno più chiari e almeno faranno dei controlli reali se la legge gli e lo permette..!!!!speriamo in striscia….!!!!ciaoooo

     

  33. Salvea tutti sono di Napoli come tutti voi è arrivata l'ennesima fattura della SCF ed in piu una lettera non raccomandata della GE.RI srl come recupero credito .
    Premetto che ho chiamato varie volte al num verde della SNF(sono nuovi fastidi) condicendo che nel negozio di sanitaria non c è nessuna diffusione pubblica di musica o altro ,c è solo un pc che uso in privato(nascosto)tipo farmacie  per gestire la contabilita del negozio  e completo di gestionale per sparare i prodotti acquistati .
    Il num verde risponde che loro non sono autorizzati a dare spiegazione in quanto io avrei avuto una visita di loro collaboratori in anonimato e hanno scoperto (la truffa) che c è nel negozio un diffusore di musica pubblica e dicono se non è cosi di inviare un fax al num …. gli rispondo che è piu facile che fanno un sopralluogo e controllare dal vivo la situazione perche non ho nessuna intenzione fax o eventuali raccomandate per pagare una tassa che sicuramente (la chiamino come vogliono e sempre una truffa ) non mi compete .
    Detto questo è arrivata la lettera del recupero credito,signori a voi la parola per qualsiasi cosa rispondetemi.
    Ciao a tutti

  34. SE MANDIAMO TANTE RICHIESTE A STRISCIA LA NOTIZIA, VEDRETE CHE NE PRENDERANNO VISIONE……ANDATE SUL SITO E SCRIVETE…..SCRIVETE…SCRIVETE……E' TUTTA UNA TRUFFA, NON PAGATE A NESSUNO….FIRMATO…..IL FAMOSO SARTO
     

  35. salve a tutti eccomi qua, mi hanno riferito e letto i vostri commenti, passato 4 ore di momenti che non auguro a nessuno, ma battagliero e deciso, forte della legge art.180 che come sapete da il potere di incassare esclusivamente alla SIAE. Premesso che a fine Luglio 2009 si presentavano al cancello della radio 3 persone che si qualificavano di essere della SCF in quel frangente non li feci entrare, anzi gli dissi " non voglio niente, non compro niente e non ho tempo d'ascoltare, ho del lavoro che mi aspetta" . Essi con la coda fra le gambe se ne andarono, ma subito dopo 10 minuti ricevetti una telefonata da SCF la segretaria che voleva intimidirmi. Ho risposto " non ho bisogno di nulla e non compro niente! " e gli o sbattuto giù il telefono. Dopo un minuto ancora altra telefonata appena sento SCF dico " basta rompere i c…….i non compro e non voglio niente, smettetela di rompere i C…..i e ributtai giù la telefonata.
    Ecco la Finanza:  28 novembre 2009 la battaglia è iniziata alle ore 11,  2 finanzieri e 1 della polizia giudiziaria mi intimano di aprire su mandato del comandante della compagnia della guardia di finanza.
    Cominciano a chiedere licenza per diritti di autore e connessi, chiedo chi li manda visto che con la SIAE sono in regola con i pagamenti,essi dicono il comandande. Dopo aver esibito prove del pagamento e contratto SIAE gli ricordo leggendo art.180  dove si evince che " il diritto esclusivo alla riscossione è della SIAE" che a sua volta al punto 3 dovrà ripartire con gli aventi diritto. Ma duri proseguono vogliono fare copia del server archivio canzoni al quale nego la possibilità di effettuare tali operazioni. Chiamo l'associazione CONNA trovo il presidente Mario Albanesi che telefonicamente interviene a parlare con i finanzieri mostrando le ragioni, ma nulla i 3 iniziano a intimidire, dicendo che lo avrebbero fatto con autorizzazione del Magistrato, a quel punto non cedetti e cominciai chiamare la questura, i carabinieri chiedendo di intervenire inquanto si profilava a mio avviso un abuso, ma ovviamente essi rispondevano che non potevano uscire per esposti o denunce contro colleghi, a quel punto chiamai il capitano della finanza che dio vuole riuscii ad averlo al telefono, spiegai le mie ragioni e esso ragionevolmente mi confermava che quello che stavo dicendo era giusto e che essi dovevano esclusivamente verificare l'autorizzazione. Invece i 3 proseguono e chiamano il magistrato di turno dr. Benelli che molto intelligentemente ha negato l'autorizzazione, invitandoli a produrre una memoria per poter valutare. La cosa si protrae ancora in telefonate del comandante e altre non so a chi, il tutto avveniva con il sottoscritto che cercava di tenere la calma, ma ogni tanto la voce si alzava e gli occhi sbarrati fuori di testa per ciò che stava succedendo, arrivati a 4 ore la decisione di scrivere il verbale, mi chiedono di utilizzare computer e stampante, ma da nero che ero gli risposi assolutamente no scrivete con la penna e carta carbone. Pensavo che scrivessero del mio rifiuto a copiare i dati, invece si limitano a scrivere che hanno fatto un controllo in tema di diritti di autore e diritti connessi, e scrivono che ho esibito documenti che provano che pago la SIAE e che ho licenza SIAE, a quel punto chiedono se voglio fare dichiarazioni, certo mi sono limitato a dire che pago da sempre la SIAE e ricordo una volta che cerano inseriti anche i diritti connessi oltre di autore, e poi ho dichiarato quello che recita art.180 puntualizzando che riconosco esclusivamente l'ente SIAE sia per diritti d'autore che connessi. A quel punto ore 15 si chiudono le operazioni. Premesso che SCF è un privato e che la SIAE il 23 ottobre 2009 ha fatto accordo per riscuotere i diritti connessi per conto di AFI associazione fonografici italiani. Adesso cosa succederà? mi aspetto altra battaglia di SCF, ma l' Associazione Conna a già elaborato esposto da presentare in procura penale, contattate http://www.conna.it
      a oggi sono fermi è comunque intervenuto il generale della finanza di roma  dicendo che assolutamente non deve più succedere che la finanza si muova per  SCF, sono seguite interrogazioni parlamentari della Lega Nord On. Bragantini Matteo e On. Montagnoli Alessandro. Comunque questi hanno i soldi ma non hanno il decreto che li autorizza a riscuoterli e ricordate art.180 recita che è in via esclusiva della Siae la riscossione. Dunque o eliminano dalla legge l’esclusività alla riscossione alla Siae, o aggiungono il nome SCF per la quale avrà 3 case discografiche, visto che ne esistono decine di consorzi che tutelano di diritti connessi, vedi la storica AFI associazione fonografici italiani, se pagate domani altri 10 vi potranno chiedere di pagare, e chiedete a SCF che vi mostrino quali case discografiche tutelano, Vi sarà negato di saperlo.
    Mi auguro che anche Voi battagliate a sangue con questa gentaglia è ora di unirsi e dire basta, come lo dice il CONNA, ma anche la Rea.   E  chi vuol leggere approfondire  miei contatti 3477558570 http://www.mbradio.it/public/forum/index.php?topic=8032.15
     

  36. salve a tutti eccomi qua, mi hanno riferito e letto i vostri commenti, passato 4 ore di momenti che non auguro a nessuno, ma battagliero e deciso, forte della legge art.180 che come sapete da il potere di incassare esclusivamente alla SIAE. Premesso che a fine Luglio 2009 si presentavano al cancello della radio 3 persone che si qualificavano di essere della SCF in quel frangente non li feci entrare, anzi gli dissi " non voglio niente, non compro niente e non ho tempo d'ascoltare, ho del lavoro che mi aspetta" . Essi con la coda fra le gambe se ne andarono, ma subito dopo 10 minuti ricevetti una telefonata da SCF la segretaria che voleva intimidirmi. Ho risposto " non ho bisogno di nulla e non compro niente! " e gli o sbattuto giù il telefono. Dopo un minuto ancora altra telefonata appena sento SCF dico " basta rompere i c…….i non compro e non voglio niente, smettetela di rompere i C…..i e ributtai giù la telefonata.
    Ecco la Finanza:  28 novembre 2009 la battaglia è iniziata alle ore 11,  2 finanzieri e 1 della polizia giudiziaria mi intimano di aprire su mandato del comandante della compagnia della guardia di finanza.
    Cominciano a chiedere licenza per diritti di autore e connessi, chiedo chi li manda visto che con la SIAE sono in regola con i pagamenti,essi dicono il comandande. Dopo aver esibito prove del pagamento e contratto SIAE gli ricordo leggendo art.180  dove si evince che " il diritto esclusivo alla riscossione è della SIAE" che a sua volta al punto 3 dovrà ripartire con gli aventi diritto. Ma duri proseguono vogliono fare copia del server archivio canzoni al quale nego la possibilità di effettuare tali operazioni. Chiamo l'associazione CONNA trovo il presidente Mario Albanesi che telefonicamente interviene a parlare con i finanzieri mostrando le ragioni, ma nulla i 3 iniziano a intimidire, dicendo che lo avrebbero fatto con autorizzazione del Magistrato, a quel punto non cedetti e cominciai chiamare la questura, i carabinieri chiedendo di intervenire inquanto si profilava a mio avviso un abuso, ma ovviamente essi rispondevano che non potevano uscire per esposti o denunce contro colleghi, a quel punto chiamai il capitano della finanza che dio vuole riuscii ad averlo al telefono, spiegai le mie ragioni e esso ragionevolmente mi confermava che quello che stavo dicendo era giusto e che essi dovevano esclusivamente verificare l'autorizzazione. Invece i 3 proseguono e chiamano il magistrato di turno dr. Benelli che molto intelligentemente ha negato l'autorizzazione, invitandoli a produrre una memoria per poter valutare. La cosa si protrae ancora in telefonate del comandante e altre non so a chi, il tutto avveniva con il sottoscritto che cercava di tenere la calma, ma ogni tanto la voce si alzava e gli occhi sbarrati fuori di testa per ciò che stava succedendo, arrivati a 4 ore la decisione di scrivere il verbale, mi chiedono di utilizzare computer e stampante, ma da nero che ero gli risposi assolutamente no scrivete con la penna e carta carbone. Pensavo che scrivessero del mio rifiuto a copiare i dati, invece si limitano a scrivere che hanno fatto un controllo in tema di diritti di autore e diritti connessi, e scrivono che ho esibito documenti che provano che pago la SIAE e che ho licenza SIAE, a quel punto chiedono se voglio fare dichiarazioni, certo mi sono limitato a dire che pago da sempre la SIAE e ricordo una volta che cerano inseriti anche i diritti connessi oltre di autore, e poi ho dichiarato quello che recita art.180 puntualizzando che riconosco esclusivamente l'ente SIAE sia per diritti d'autore che connessi. A quel punto ore 15 si chiudono le operazioni. Premesso che SCF è un privato e che la SIAE il 23 ottobre 2009 ha fatto accordo per riscuotere i diritti connessi per conto di AFI associazione fonografici italiani. Adesso cosa succederà? mi aspetto altra battaglia di SCF, ma l' Associazione Conna a già elaborato esposto da presentare in procura penale, contattate http://www.conna.it
      a oggi sono fermi è comunque intervenuto il generale della finanza di roma  dicendo che assolutamente non deve più succedere che la finanza si muova per  SCF, sono seguite interrogazioni parlamentari della Lega Nord On. Bragantini Matteo e On. Montagnoli Alessandro. Comunque questi hanno i soldi ma non hanno il decreto che li autorizza a riscuoterli e ricordate art.180 recita che è in via esclusiva della Siae la riscossione. Dunque o eliminano dalla legge l’esclusività alla riscossione alla Siae, o aggiungono il nome SCF per la quale avrà 3 case discografiche, visto che ne esistono decine di consorzi che tutelano di diritti connessi, vedi la storica AFI associazione fonografici italiani, se pagate domani altri 10 vi potranno chiedere di pagare, e chiedete a SCF che vi mostrino quali case discografiche tutelano, Vi sarà negato di saperlo.
    Mi auguro che anche Voi battagliate a sangue con questa gentaglia è ora di unirsi e dire basta, come lo dice il CONNA, ma anche la Rea.   E  chi vuol leggere approfondire  miei contatti 3477558570 http://www.mbradio.it/public/forum/index.php?topic=8032.15
     

  37. salve a tutti eccomi qua, mi hanno riferito e letto i vostri commenti, passato 4 ore di momenti che non auguro a nessuno, ma battagliero e deciso, forte della legge art.180 che come sapete da il potere di incassare esclusivamente alla SIAE. Premesso che a fine Luglio 2009 si presentavano al cancello della radio 3 persone che si qualificavano di essere della SCF in quel frangente non li feci entrare, anzi gli dissi " non voglio niente, non compro niente e non ho tempo d'ascoltare, ho del lavoro che mi aspetta" . Essi con la coda fra le gambe se ne andarono, ma subito dopo 10 minuti ricevetti una telefonata da SCF la segretaria che voleva intimidirmi. Ho risposto " non ho bisogno di nulla e non compro niente! " e gli o sbattuto giù il telefono. Dopo un minuto ancora altra telefonata appena sento SCF dico " basta rompere i c…….i non compro e non voglio niente, smettetela di rompere i C…..i e ributtai giù la telefonata.
    Ecco la Finanza:  28 novembre 2009 la battaglia è iniziata alle ore 11,  2 finanzieri e 1 della polizia giudiziaria mi intimano di aprire su mandato del comandante della compagnia della guardia di finanza.
    Cominciano a chiedere licenza per diritti di autore e connessi, chiedo chi li manda visto che con la SIAE sono in regola con i pagamenti,essi dicono il comandande. Dopo aver esibito prove del pagamento e contratto SIAE gli ricordo leggendo art.180  dove si evince che " il diritto esclusivo alla riscossione è della SIAE" che a sua volta al punto 3 dovrà ripartire con gli aventi diritto. Ma duri proseguono vogliono fare copia del server archivio canzoni al quale nego la possibilità di effettuare tali operazioni. Chiamo l'associazione CONNA trovo il presidente Mario Albanesi che telefonicamente interviene a parlare con i finanzieri mostrando le ragioni, ma nulla i 3 iniziano a intimidire, dicendo che lo avrebbero fatto con autorizzazione del Magistrato, a quel punto non cedetti e cominciai chiamare la questura, i carabinieri chiedendo di intervenire inquanto si profilava a mio avviso un abuso, ma ovviamente essi rispondevano che non potevano uscire per esposti o denunce contro colleghi, a quel punto chiamai il capitano della finanza che dio vuole riuscii ad averlo al telefono, spiegai le mie ragioni e esso ragionevolmente mi confermava che quello che stavo dicendo era giusto e che essi dovevano esclusivamente verificare l'autorizzazione. Invece i 3 proseguono e chiamano il magistrato di turno dr. Benelli che molto intelligentemente ha negato l'autorizzazione, invitandoli a produrre una memoria per poter valutare. La cosa si protrae ancora in telefonate del comandante e altre non so a chi, il tutto avveniva con il sottoscritto che cercava di tenere la calma, ma ogni tanto la voce si alzava e gli occhi sbarrati fuori di testa per ciò che stava succedendo, arrivati a 4 ore la decisione di scrivere il verbale, mi chiedono di utilizzare computer e stampante, ma da nero che ero gli risposi assolutamente no scrivete con la penna e carta carbone. Pensavo che scrivessero del mio rifiuto a copiare i dati, invece si limitano a scrivere che hanno fatto un controllo in tema di diritti di autore e diritti connessi, e scrivono che ho esibito documenti che provano che pago la SIAE e che ho licenza SIAE, a quel punto chiedono se voglio fare dichiarazioni, certo mi sono limitato a dire che pago da sempre la SIAE e ricordo una volta che cerano inseriti anche i diritti connessi oltre di autore, e poi ho dichiarato quello che recita art.180 puntualizzando che riconosco esclusivamente l'ente SIAE sia per diritti d'autore che connessi. A quel punto ore 15 si chiudono le operazioni. Premesso che SCF è un privato e che la SIAE il 23 ottobre 2009 ha fatto accordo per riscuotere i diritti connessi per conto di AFI associazione fonografici italiani. Adesso cosa succederà? mi aspetto altra battaglia di SCF, ma l' Associazione Conna a già elaborato esposto da presentare in procura penale, contattate http://www.conna.it
      a oggi sono fermi è comunque intervenuto il generale della finanza di roma  dicendo che assolutamente non deve più succedere che la finanza si muova per  SCF, sono seguite interrogazioni parlamentari della Lega Nord On. Bragantini Matteo e On. Montagnoli Alessandro. Comunque questi hanno i soldi ma non hanno il decreto che li autorizza a riscuoterli e ricordate art.180 recita che è in via esclusiva della Siae la riscossione. Dunque o eliminano dalla legge l’esclusività alla riscossione alla Siae, o aggiungono il nome SCF per la quale avrà 3 case discografiche, visto che ne esistono decine di consorzi che tutelano di diritti connessi, vedi la storica AFI associazione fonografici italiani, se pagate domani altri 10 vi potranno chiedere di pagare, e chiedete a SCF che vi mostrino quali case discografiche tutelano, Vi sarà negato di saperlo.
    Mi auguro che anche Voi battagliate a sangue con questa gentaglia è ora di unirsi e dire basta, come lo dice il CONNA, ma anche la Rea.   E  chi vuol leggere approfondire  miei contatti 3477558570 http://www.mbradio.it/public/forum/index.php?topic=8032.15
     

  38. salve a tutti eccomi qua, mi hanno riferito e letto i vostri commenti, passato 4 ore di momenti che non auguro a nessuno, ma battagliero e deciso, forte della legge art.180 che come sapete da il potere di incassare esclusivamente alla SIAE. Premesso che a fine Luglio 2009 si presentavano al cancello della radio 3 persone che si qualificavano di essere della SCF in quel frangente non li feci entrare, anzi gli dissi " non voglio niente, non compro niente e non ho tempo d'ascoltare, ho del lavoro che mi aspetta" . Essi con la coda fra le gambe se ne andarono, ma subito dopo 10 minuti ricevetti una telefonata da SCF la segretaria che voleva intimidirmi. Ho risposto " non ho bisogno di nulla e non compro niente! " e gli o sbattuto giù il telefono. Dopo un minuto ancora altra telefonata appena sento SCF dico " basta rompere i c…….i non compro e non voglio niente, smettetela di rompere i C…..i e ributtai giù la telefonata.
    Ecco la Finanza:  28 novembre 2009 la battaglia è iniziata alle ore 11,  2 finanzieri e 1 della polizia giudiziaria mi intimano di aprire su mandato del comandante della compagnia della guardia di finanza.
    Cominciano a chiedere licenza per diritti di autore e connessi, chiedo chi li manda visto che con la SIAE sono in regola con i pagamenti,essi dicono il comandande. Dopo aver esibito prove del pagamento e contratto SIAE gli ricordo leggendo art.180  dove si evince che " il diritto esclusivo alla riscossione è della SIAE" che a sua volta al punto 3 dovrà ripartire con gli aventi diritto. Ma duri proseguono vogliono fare copia del server archivio canzoni al quale nego la possibilità di effettuare tali operazioni. Chiamo l'associazione CONNA trovo il presidente Mario Albanesi che telefonicamente interviene a parlare con i finanzieri mostrando le ragioni, ma nulla i 3 iniziano a intimidire, dicendo che lo avrebbero fatto con autorizzazione del Magistrato, a quel punto non cedetti e cominciai chiamare la questura, i carabinieri chiedendo di intervenire inquanto si profilava a mio avviso un abuso, ma ovviamente essi rispondevano che non potevano uscire per esposti o denunce contro colleghi, a quel punto chiamai il capitano della finanza che dio vuole riuscii ad averlo al telefono, spiegai le mie ragioni e esso ragionevolmente mi confermava che quello che stavo dicendo era giusto e che essi dovevano esclusivamente verificare l'autorizzazione. Invece i 3 proseguono e chiamano il magistrato di turno dr. Benelli che molto intelligentemente ha negato l'autorizzazione, invitandoli a produrre una memoria per poter valutare. La cosa si protrae ancora in telefonate del comandante e altre non so a chi, il tutto avveniva con il sottoscritto che cercava di tenere la calma, ma ogni tanto la voce si alzava e gli occhi sbarrati fuori di testa per ciò che stava succedendo, arrivati a 4 ore la decisione di scrivere il verbale, mi chiedono di utilizzare computer e stampante, ma da nero che ero gli risposi assolutamente no scrivete con la penna e carta carbone. Pensavo che scrivessero del mio rifiuto a copiare i dati, invece si limitano a scrivere che hanno fatto un controllo in tema di diritti di autore e diritti connessi, e scrivono che ho esibito documenti che provano che pago la SIAE e che ho licenza SIAE, a quel punto chiedono se voglio fare dichiarazioni, certo mi sono limitato a dire che pago da sempre la SIAE e ricordo una volta che cerano inseriti anche i diritti connessi oltre di autore, e poi ho dichiarato quello che recita art.180 puntualizzando che riconosco esclusivamente l'ente SIAE sia per diritti d'autore che connessi. A quel punto ore 15 si chiudono le operazioni. Premesso che SCF è un privato e che la SIAE il 23 ottobre 2009 ha fatto accordo per riscuotere i diritti connessi per conto di AFI associazione fonografici italiani. Adesso cosa succederà? mi aspetto altra battaglia di SCF, ma l' Associazione Conna a già elaborato esposto da presentare in procura penale, contattate http://www.conna.it
      a oggi sono fermi è comunque intervenuto il generale della finanza di roma  dicendo che assolutamente non deve più succedere che la finanza si muova per  SCF, sono seguite interrogazioni parlamentari della Lega Nord On. Bragantini Matteo e On. Montagnoli Alessandro. Comunque questi hanno i soldi ma non hanno il decreto che li autorizza a riscuoterli e ricordate art.180 recita che è in via esclusiva della Siae la riscossione. Dunque o eliminano dalla legge l’esclusività alla riscossione alla Siae, o aggiungono il nome SCF per la quale avrà 3 case discografiche, visto che ne esistono decine di consorzi che tutelano di diritti connessi, vedi la storica AFI associazione fonografici italiani, se pagate domani altri 10 vi potranno chiedere di pagare, e chiedete a SCF che vi mostrino quali case discografiche tutelano, Vi sarà negato di saperlo.
    Mi auguro che anche Voi battagliate a sangue con questa gentaglia è ora di unirsi e dire basta, come lo dice il CONNA, ma anche la Rea.   E  chi vuol leggere approfondire  miei contatti 3477558570 http://www.mbradio.it/public/forum/index.php?topic=8032.15
     

  39. salve a tutti eccomi qua, mi hanno riferito e letto i vostri commenti, passato 4 ore di momenti che non auguro a nessuno, ma battagliero e deciso, forte della legge art.180 che come sapete da il potere di incassare esclusivamente alla SIAE. Premesso che a fine Luglio 2009 si presentavano al cancello della radio 3 persone che si qualificavano di essere della SCF in quel frangente non li feci entrare, anzi gli dissi " non voglio niente, non compro niente e non ho tempo d'ascoltare, ho del lavoro che mi aspetta" . Essi con la coda fra le gambe se ne andarono, ma subito dopo 10 minuti ricevetti una telefonata da SCF la segretaria che voleva intimidirmi. Ho risposto " non ho bisogno di nulla e non compro niente! " e gli o sbattuto giù il telefono. Dopo un minuto ancora altra telefonata appena sento SCF dico " basta rompere i c…….i non compro e non voglio niente, smettetela di rompere i C…..i e ributtai giù la telefonata.
    Ecco la Finanza:  28 novembre 2009 la battaglia è iniziata alle ore 11,  2 finanzieri e 1 della polizia giudiziaria mi intimano di aprire su mandato del comandante della compagnia della guardia di finanza.
    Cominciano a chiedere licenza per diritti di autore e connessi, chiedo chi li manda visto che con la SIAE sono in regola con i pagamenti,essi dicono il comandande. Dopo aver esibito prove del pagamento e contratto SIAE gli ricordo leggendo art.180  dove si evince che " il diritto esclusivo alla riscossione è della SIAE" che a sua volta al punto 3 dovrà ripartire con gli aventi diritto. Ma duri proseguono vogliono fare copia del server archivio canzoni al quale nego la possibilità di effettuare tali operazioni. Chiamo l'associazione CONNA trovo il presidente Mario Albanesi che telefonicamente interviene a parlare con i finanzieri mostrando le ragioni, ma nulla i 3 iniziano a intimidire, dicendo che lo avrebbero fatto con autorizzazione del Magistrato, a quel punto non cedetti e cominciai chiamare la questura, i carabinieri chiedendo di intervenire inquanto si profilava a mio avviso un abuso, ma ovviamente essi rispondevano che non potevano uscire per esposti o denunce contro colleghi, a quel punto chiamai il capitano della finanza che dio vuole riuscii ad averlo al telefono, spiegai le mie ragioni e esso ragionevolmente mi confermava che quello che stavo dicendo era giusto e che essi dovevano esclusivamente verificare l'autorizzazione. Invece i 3 proseguono e chiamano il magistrato di turno dr. Benelli che molto intelligentemente ha negato l'autorizzazione, invitandoli a produrre una memoria per poter valutare. La cosa si protrae ancora in telefonate del comandante e altre non so a chi, il tutto avveniva con il sottoscritto che cercava di tenere la calma, ma ogni tanto la voce si alzava e gli occhi sbarrati fuori di testa per ciò che stava succedendo, arrivati a 4 ore la decisione di scrivere il verbale, mi chiedono di utilizzare computer e stampante, ma da nero che ero gli risposi assolutamente no scrivete con la penna e carta carbone. Pensavo che scrivessero del mio rifiuto a copiare i dati, invece si limitano a scrivere che hanno fatto un controllo in tema di diritti di autore e diritti connessi, e scrivono che ho esibito documenti che provano che pago la SIAE e che ho licenza SIAE, a quel punto chiedono se voglio fare dichiarazioni, certo mi sono limitato a dire che pago da sempre la SIAE e ricordo una volta che cerano inseriti anche i diritti connessi oltre di autore, e poi ho dichiarato quello che recita art.180 puntualizzando che riconosco esclusivamente l'ente SIAE sia per diritti d'autore che connessi. A quel punto ore 15 si chiudono le operazioni. Premesso che SCF è un privato e che la SIAE il 23 ottobre 2009 ha fatto accordo per riscuotere i diritti connessi per conto di AFI associazione fonografici italiani. Adesso cosa succederà? mi aspetto altra battaglia di SCF, ma l' Associazione Conna a già elaborato esposto da presentare in procura penale, contattate http://www.conna.it
      a oggi sono fermi è comunque intervenuto il generale della finanza di roma  dicendo che assolutamente non deve più succedere che la finanza si muova per  SCF, sono seguite interrogazioni parlamentari della Lega Nord On. Bragantini Matteo e On. Montagnoli Alessandro. Comunque questi hanno i soldi ma non hanno il decreto che li autorizza a riscuoterli e ricordate art.180 recita che è in via esclusiva della Siae la riscossione. Dunque o eliminano dalla legge l’esclusività alla riscossione alla Siae, o aggiungono il nome SCF per la quale avrà 3 case discografiche, visto che ne esistono decine di consorzi che tutelano di diritti connessi, vedi la storica AFI associazione fonografici italiani, se pagate domani altri 10 vi potranno chiedere di pagare, e chiedete a SCF che vi mostrino quali case discografiche tutelano, Vi sarà negato di saperlo.
    Mi auguro che anche Voi battagliate a sangue con questa gentaglia è ora di unirsi e dire basta, come lo dice il CONNA, ma anche la Rea.   E  chi vuol leggere approfondire  miei contatti 3477558570 http://www.mbradio.it/public/forum/index.php?topic=8032.15
     

  40. salve a tutti eccomi qua, mi hanno riferito e letto i vostri commenti, passato 4 ore di momenti che non auguro a nessuno, ma battagliero e deciso, forte della legge art.180 che come sapete da il potere di incassare esclusivamente alla SIAE. Premesso che a fine Luglio 2009 si presentavano al cancello della radio 3 persone che si qualificavano di essere della SCF in quel frangente non li feci entrare, anzi gli dissi " non voglio niente, non compro niente e non ho tempo d'ascoltare, ho del lavoro che mi aspetta" . Essi con la coda fra le gambe se ne andarono, ma subito dopo 10 minuti ricevetti una telefonata da SCF la segretaria che voleva intimidirmi. Ho risposto " non ho bisogno di nulla e non compro niente! " e gli o sbattuto giù il telefono. Dopo un minuto ancora altra telefonata appena sento SCF dico " basta rompere i c…….i non compro e non voglio niente, smettetela di rompere i C…..i e ributtai giù la telefonata.
    Ecco la Finanza:  28 novembre 2009 la battaglia è iniziata alle ore 11,  2 finanzieri e 1 della polizia giudiziaria mi intimano di aprire su mandato del comandante della compagnia della guardia di finanza.
    Cominciano a chiedere licenza per diritti di autore e connessi, chiedo chi li manda visto che con la SIAE sono in regola con i pagamenti,essi dicono il comandande. Dopo aver esibito prove del pagamento e contratto SIAE gli ricordo leggendo art.180  dove si evince che " il diritto esclusivo alla riscossione è della SIAE" che a sua volta al punto 3 dovrà ripartire con gli aventi diritto. Ma duri proseguono vogliono fare copia del server archivio canzoni al quale nego la possibilità di effettuare tali operazioni. Chiamo l'associazione CONNA trovo il presidente Mario Albanesi che telefonicamente interviene a parlare con i finanzieri mostrando le ragioni, ma nulla i 3 iniziano a intimidire, dicendo che lo avrebbero fatto con autorizzazione del Magistrato, a quel punto non cedetti e cominciai chiamare la questura, i carabinieri chiedendo di intervenire inquanto si profilava a mio avviso un abuso, ma ovviamente essi rispondevano che non potevano uscire per esposti o denunce contro colleghi, a quel punto chiamai il capitano della finanza che dio vuole riuscii ad averlo al telefono, spiegai le mie ragioni e esso ragionevolmente mi confermava che quello che stavo dicendo era giusto e che essi dovevano esclusivamente verificare l'autorizzazione. Invece i 3 proseguono e chiamano il magistrato di turno dr. Benelli che molto intelligentemente ha negato l'autorizzazione, invitandoli a produrre una memoria per poter valutare. La cosa si protrae ancora in telefonate del comandante e altre non so a chi, il tutto avveniva con il sottoscritto che cercava di tenere la calma, ma ogni tanto la voce si alzava e gli occhi sbarrati fuori di testa per ciò che stava succedendo, arrivati a 4 ore la decisione di scrivere il verbale, mi chiedono di utilizzare computer e stampante, ma da nero che ero gli risposi assolutamente no scrivete con la penna e carta carbone. Pensavo che scrivessero del mio rifiuto a copiare i dati, invece si limitano a scrivere che hanno fatto un controllo in tema di diritti di autore e diritti connessi, e scrivono che ho esibito documenti che provano che pago la SIAE e che ho licenza SIAE, a quel punto chiedono se voglio fare dichiarazioni, certo mi sono limitato a dire che pago da sempre la SIAE e ricordo una volta che cerano inseriti anche i diritti connessi oltre di autore, e poi ho dichiarato quello che recita art.180 puntualizzando che riconosco esclusivamente l'ente SIAE sia per diritti d'autore che connessi. A quel punto ore 15 si chiudono le operazioni. Premesso che SCF è un privato e che la SIAE il 23 ottobre 2009 ha fatto accordo per riscuotere i diritti connessi per conto di AFI associazione fonografici italiani. Adesso cosa succederà? mi aspetto altra battaglia di SCF, ma l' Associazione Conna a già elaborato esposto da presentare in procura penale, contattate http://www.conna.it
      a oggi sono fermi è comunque intervenuto il generale della finanza di roma  dicendo che assolutamente non deve più succedere che la finanza si muova per  SCF, sono seguite interrogazioni parlamentari della Lega Nord On. Bragantini Matteo e On. Montagnoli Alessandro. Comunque questi hanno i soldi ma non hanno il decreto che li autorizza a riscuoterli e ricordate art.180 recita che è in via esclusiva della Siae la riscossione. Dunque o eliminano dalla legge l’esclusività alla riscossione alla Siae, o aggiungono il nome SCF per la quale avrà 3 case discografiche, visto che ne esistono decine di consorzi che tutelano di diritti connessi, vedi la storica AFI associazione fonografici italiani, se pagate domani altri 10 vi potranno chiedere di pagare, e chiedete a SCF che vi mostrino quali case discografiche tutelano, Vi sarà negato di saperlo.
    Mi auguro che anche Voi battagliate a sangue con questa gentaglia è ora di unirsi e dire basta, come lo dice il CONNA, ma anche la Rea.   E  chi vuol leggere approfondire  miei contatti 3477558570 http://www.mbradio.it/public/forum/index.php?topic=8032.15
     

  41. La Corte di Giustizia ridimensiona l'equo compenso

    Le aziende non devono pagarlo. Illegittima l'applicazione indiscriminata voluta dal decreto Bondi.

    Alla fine dell'anno scorso la Siae ebbe un motivo in più per stappare lo spumante: il 30 dicembre il ministro Sandro Bondi aveva infatti firmato il decreto che estendeva l'equo compenso anche ai cellulari, ai decoder e ai computer.
    Da allora ogni dispositivo dotato di memoria e venduto in Italia vede crescere il proprio prezzo a causa di quella che la Siae continua a non voler definire una tassa. Il suo scopo sarebbe compensare gli artisti per i mancati introiti derivanti dal fatto che dette memorie potrebbero essere utilizzate per piratare le loro opere.
    Il "balzello sulle intenzioni" non piace a nessuno – a parte coloro i quali incassano le somme – ma ora il sospetto che sia palesemente ingiusto è diventato una realtà grazie a una sentenza della Corte di Giustizia Europea.
    L'Italia non è l'unico Paese dell'Unione in cui esiste l'equo compenso: un'azienda spagnola, la Padawan, s'è rifiutata di pagarlo alla Sociedad General de Autores y Editores e per chiarire la vicende la Corte di Giustizia è stata chiamata in causa.
    Così i magistrati del Lussemburgo hanno finalmente fatto chiarezza sull'applicazione del compenso, definendolo in maniera più precisa e mostrando di conseguenza come il decreto dello scorso anno sia incompatibile con la legislazione europea.
    La Corte ha infatti stabilito che il compenso deve essere pagato dai consumatori finale ma non dalle aziende; inoltre può essere applicato soltanto su quei dispositivi destinati alla duplicazione, non a tutti quelli che in teoria ne sarebbero in grado.
    In altre parole è corretto che ci sia il balzello sui CD, ma non lo è altrettanto imporlo, per esempio, sui cellulari. Né le aziende, che comprano dispositivi di memorizzazione in quantità per esigenze lavorative devono sottostarvi.
    "È necessario" – si legge nella sentenza – "un rapporto tra l'applicazione dell'equo compenso per copia privata in relazione ad un dispositivo o supporto ed il suo utilizzo per l'esecuzione di una copia privata".
    "L'indiscriminata applicazione dell'equo compenso, in particolare, in relazione a dispositivi o supporti distribuiti a soggetti diversi dai consumatori e evidentemente riservati ad usi diversi dall'effettuazione di copie private, è incompatibile con la disciplina europea contenuta nella Direttiva 2001/29".
    I giudici della Corte Europea non avrebbero potuto essere più chiari. Ora resta da vedere se e quando il pronunciamento produrrà la necessaria rettifica nella nostra legislazione.

    [ZEUS News – http://www.zeusnews.com – 25-10-2010]

  42. La Corte di Giustizia ridimensiona l'equo compenso

    Le aziende non devono pagarlo. Illegittima l'applicazione indiscriminata voluta dal decreto Bondi.

    Alla fine dell'anno scorso la Siae ebbe un motivo in più per stappare lo spumante: il 30 dicembre il ministro Sandro Bondi aveva infatti firmato il decreto che estendeva l'equo compenso anche ai cellulari, ai decoder e ai computer.
    Da allora ogni dispositivo dotato di memoria e venduto in Italia vede crescere il proprio prezzo a causa di quella che la Siae continua a non voler definire una tassa. Il suo scopo sarebbe compensare gli artisti per i mancati introiti derivanti dal fatto che dette memorie potrebbero essere utilizzate per piratare le loro opere.
    Il "balzello sulle intenzioni" non piace a nessuno – a parte coloro i quali incassano le somme – ma ora il sospetto che sia palesemente ingiusto è diventato una realtà grazie a una sentenza della Corte di Giustizia Europea.
    L'Italia non è l'unico Paese dell'Unione in cui esiste l'equo compenso: un'azienda spagnola, la Padawan, s'è rifiutata di pagarlo alla Sociedad General de Autores y Editores e per chiarire la vicende la Corte di Giustizia è stata chiamata in causa.
    Così i magistrati del Lussemburgo hanno finalmente fatto chiarezza sull'applicazione del compenso, definendolo in maniera più precisa e mostrando di conseguenza come il decreto dello scorso anno sia incompatibile con la legislazione europea.
    La Corte ha infatti stabilito che il compenso deve essere pagato dai consumatori finale ma non dalle aziende; inoltre può essere applicato soltanto su quei dispositivi destinati alla duplicazione, non a tutti quelli che in teoria ne sarebbero in grado.
    In altre parole è corretto che ci sia il balzello sui CD, ma non lo è altrettanto imporlo, per esempio, sui cellulari. Né le aziende, che comprano dispositivi di memorizzazione in quantità per esigenze lavorative devono sottostarvi.
    "È necessario" – si legge nella sentenza – "un rapporto tra l'applicazione dell'equo compenso per copia privata in relazione ad un dispositivo o supporto ed il suo utilizzo per l'esecuzione di una copia privata".
    "L'indiscriminata applicazione dell'equo compenso, in particolare, in relazione a dispositivi o supporti distribuiti a soggetti diversi dai consumatori e evidentemente riservati ad usi diversi dall'effettuazione di copie private, è incompatibile con la disciplina europea contenuta nella Direttiva 2001/29".
    I giudici della Corte Europea non avrebbero potuto essere più chiari. Ora resta da vedere se e quando il pronunciamento produrrà la necessaria rettifica nella nostra legislazione.

    [ZEUS News – http://www.zeusnews.com – 25-10-2010]

  43. La Corte di Giustizia ridimensiona l'equo compenso

    Le aziende non devono pagarlo. Illegittima l'applicazione indiscriminata voluta dal decreto Bondi.

    Alla fine dell'anno scorso la Siae ebbe un motivo in più per stappare lo spumante: il 30 dicembre il ministro Sandro Bondi aveva infatti firmato il decreto che estendeva l'equo compenso anche ai cellulari, ai decoder e ai computer.
    Da allora ogni dispositivo dotato di memoria e venduto in Italia vede crescere il proprio prezzo a causa di quella che la Siae continua a non voler definire una tassa. Il suo scopo sarebbe compensare gli artisti per i mancati introiti derivanti dal fatto che dette memorie potrebbero essere utilizzate per piratare le loro opere.
    Il "balzello sulle intenzioni" non piace a nessuno – a parte coloro i quali incassano le somme – ma ora il sospetto che sia palesemente ingiusto è diventato una realtà grazie a una sentenza della Corte di Giustizia Europea.
    L'Italia non è l'unico Paese dell'Unione in cui esiste l'equo compenso: un'azienda spagnola, la Padawan, s'è rifiutata di pagarlo alla Sociedad General de Autores y Editores e per chiarire la vicende la Corte di Giustizia è stata chiamata in causa.
    Così i magistrati del Lussemburgo hanno finalmente fatto chiarezza sull'applicazione del compenso, definendolo in maniera più precisa e mostrando di conseguenza come il decreto dello scorso anno sia incompatibile con la legislazione europea.
    La Corte ha infatti stabilito che il compenso deve essere pagato dai consumatori finale ma non dalle aziende; inoltre può essere applicato soltanto su quei dispositivi destinati alla duplicazione, non a tutti quelli che in teoria ne sarebbero in grado.
    In altre parole è corretto che ci sia il balzello sui CD, ma non lo è altrettanto imporlo, per esempio, sui cellulari. Né le aziende, che comprano dispositivi di memorizzazione in quantità per esigenze lavorative devono sottostarvi.
    "È necessario" – si legge nella sentenza – "un rapporto tra l'applicazione dell'equo compenso per copia privata in relazione ad un dispositivo o supporto ed il suo utilizzo per l'esecuzione di una copia privata".
    "L'indiscriminata applicazione dell'equo compenso, in particolare, in relazione a dispositivi o supporti distribuiti a soggetti diversi dai consumatori e evidentemente riservati ad usi diversi dall'effettuazione di copie private, è incompatibile con la disciplina europea contenuta nella Direttiva 2001/29".
    I giudici della Corte Europea non avrebbero potuto essere più chiari. Ora resta da vedere se e quando il pronunciamento produrrà la necessaria rettifica nella nostra legislazione.

    [ZEUS News – http://www.zeusnews.com – 25-10-2010]

  44. La Corte di Giustizia ridimensiona l'equo compenso

    Le aziende non devono pagarlo. Illegittima l'applicazione indiscriminata voluta dal decreto Bondi.

    Alla fine dell'anno scorso la Siae ebbe un motivo in più per stappare lo spumante: il 30 dicembre il ministro Sandro Bondi aveva infatti firmato il decreto che estendeva l'equo compenso anche ai cellulari, ai decoder e ai computer.
    Da allora ogni dispositivo dotato di memoria e venduto in Italia vede crescere il proprio prezzo a causa di quella che la Siae continua a non voler definire una tassa. Il suo scopo sarebbe compensare gli artisti per i mancati introiti derivanti dal fatto che dette memorie potrebbero essere utilizzate per piratare le loro opere.
    Il "balzello sulle intenzioni" non piace a nessuno – a parte coloro i quali incassano le somme – ma ora il sospetto che sia palesemente ingiusto è diventato una realtà grazie a una sentenza della Corte di Giustizia Europea.
    L'Italia non è l'unico Paese dell'Unione in cui esiste l'equo compenso: un'azienda spagnola, la Padawan, s'è rifiutata di pagarlo alla Sociedad General de Autores y Editores e per chiarire la vicende la Corte di Giustizia è stata chiamata in causa.
    Così i magistrati del Lussemburgo hanno finalmente fatto chiarezza sull'applicazione del compenso, definendolo in maniera più precisa e mostrando di conseguenza come il decreto dello scorso anno sia incompatibile con la legislazione europea.
    La Corte ha infatti stabilito che il compenso deve essere pagato dai consumatori finale ma non dalle aziende; inoltre può essere applicato soltanto su quei dispositivi destinati alla duplicazione, non a tutti quelli che in teoria ne sarebbero in grado.
    In altre parole è corretto che ci sia il balzello sui CD, ma non lo è altrettanto imporlo, per esempio, sui cellulari. Né le aziende, che comprano dispositivi di memorizzazione in quantità per esigenze lavorative devono sottostarvi.
    "È necessario" – si legge nella sentenza – "un rapporto tra l'applicazione dell'equo compenso per copia privata in relazione ad un dispositivo o supporto ed il suo utilizzo per l'esecuzione di una copia privata".
    "L'indiscriminata applicazione dell'equo compenso, in particolare, in relazione a dispositivi o supporti distribuiti a soggetti diversi dai consumatori e evidentemente riservati ad usi diversi dall'effettuazione di copie private, è incompatibile con la disciplina europea contenuta nella Direttiva 2001/29".
    I giudici della Corte Europea non avrebbero potuto essere più chiari. Ora resta da vedere se e quando il pronunciamento produrrà la necessaria rettifica nella nostra legislazione.

    [ZEUS News – http://www.zeusnews.com – 25-10-2010]

  45. La Corte di Giustizia ridimensiona l'equo compenso

    Le aziende non devono pagarlo. Illegittima l'applicazione indiscriminata voluta dal decreto Bondi.

    Alla fine dell'anno scorso la Siae ebbe un motivo in più per stappare lo spumante: il 30 dicembre il ministro Sandro Bondi aveva infatti firmato il decreto che estendeva l'equo compenso anche ai cellulari, ai decoder e ai computer.
    Da allora ogni dispositivo dotato di memoria e venduto in Italia vede crescere il proprio prezzo a causa di quella che la Siae continua a non voler definire una tassa. Il suo scopo sarebbe compensare gli artisti per i mancati introiti derivanti dal fatto che dette memorie potrebbero essere utilizzate per piratare le loro opere.
    Il "balzello sulle intenzioni" non piace a nessuno – a parte coloro i quali incassano le somme – ma ora il sospetto che sia palesemente ingiusto è diventato una realtà grazie a una sentenza della Corte di Giustizia Europea.
    L'Italia non è l'unico Paese dell'Unione in cui esiste l'equo compenso: un'azienda spagnola, la Padawan, s'è rifiutata di pagarlo alla Sociedad General de Autores y Editores e per chiarire la vicende la Corte di Giustizia è stata chiamata in causa.
    Così i magistrati del Lussemburgo hanno finalmente fatto chiarezza sull'applicazione del compenso, definendolo in maniera più precisa e mostrando di conseguenza come il decreto dello scorso anno sia incompatibile con la legislazione europea.
    La Corte ha infatti stabilito che il compenso deve essere pagato dai consumatori finale ma non dalle aziende; inoltre può essere applicato soltanto su quei dispositivi destinati alla duplicazione, non a tutti quelli che in teoria ne sarebbero in grado.
    In altre parole è corretto che ci sia il balzello sui CD, ma non lo è altrettanto imporlo, per esempio, sui cellulari. Né le aziende, che comprano dispositivi di memorizzazione in quantità per esigenze lavorative devono sottostarvi.
    "È necessario" – si legge nella sentenza – "un rapporto tra l'applicazione dell'equo compenso per copia privata in relazione ad un dispositivo o supporto ed il suo utilizzo per l'esecuzione di una copia privata".
    "L'indiscriminata applicazione dell'equo compenso, in particolare, in relazione a dispositivi o supporti distribuiti a soggetti diversi dai consumatori e evidentemente riservati ad usi diversi dall'effettuazione di copie private, è incompatibile con la disciplina europea contenuta nella Direttiva 2001/29".
    I giudici della Corte Europea non avrebbero potuto essere più chiari. Ora resta da vedere se e quando il pronunciamento produrrà la necessaria rettifica nella nostra legislazione.

    [ZEUS News – http://www.zeusnews.com – 25-10-2010]

  46. La Corte di Giustizia ridimensiona l'equo compenso

    Le aziende non devono pagarlo. Illegittima l'applicazione indiscriminata voluta dal decreto Bondi.

    Alla fine dell'anno scorso la Siae ebbe un motivo in più per stappare lo spumante: il 30 dicembre il ministro Sandro Bondi aveva infatti firmato il decreto che estendeva l'equo compenso anche ai cellulari, ai decoder e ai computer.
    Da allora ogni dispositivo dotato di memoria e venduto in Italia vede crescere il proprio prezzo a causa di quella che la Siae continua a non voler definire una tassa. Il suo scopo sarebbe compensare gli artisti per i mancati introiti derivanti dal fatto che dette memorie potrebbero essere utilizzate per piratare le loro opere.
    Il "balzello sulle intenzioni" non piace a nessuno – a parte coloro i quali incassano le somme – ma ora il sospetto che sia palesemente ingiusto è diventato una realtà grazie a una sentenza della Corte di Giustizia Europea.
    L'Italia non è l'unico Paese dell'Unione in cui esiste l'equo compenso: un'azienda spagnola, la Padawan, s'è rifiutata di pagarlo alla Sociedad General de Autores y Editores e per chiarire la vicende la Corte di Giustizia è stata chiamata in causa.
    Così i magistrati del Lussemburgo hanno finalmente fatto chiarezza sull'applicazione del compenso, definendolo in maniera più precisa e mostrando di conseguenza come il decreto dello scorso anno sia incompatibile con la legislazione europea.
    La Corte ha infatti stabilito che il compenso deve essere pagato dai consumatori finale ma non dalle aziende; inoltre può essere applicato soltanto su quei dispositivi destinati alla duplicazione, non a tutti quelli che in teoria ne sarebbero in grado.
    In altre parole è corretto che ci sia il balzello sui CD, ma non lo è altrettanto imporlo, per esempio, sui cellulari. Né le aziende, che comprano dispositivi di memorizzazione in quantità per esigenze lavorative devono sottostarvi.
    "È necessario" – si legge nella sentenza – "un rapporto tra l'applicazione dell'equo compenso per copia privata in relazione ad un dispositivo o supporto ed il suo utilizzo per l'esecuzione di una copia privata".
    "L'indiscriminata applicazione dell'equo compenso, in particolare, in relazione a dispositivi o supporti distribuiti a soggetti diversi dai consumatori e evidentemente riservati ad usi diversi dall'effettuazione di copie private, è incompatibile con la disciplina europea contenuta nella Direttiva 2001/29".
    I giudici della Corte Europea non avrebbero potuto essere più chiari. Ora resta da vedere se e quando il pronunciamento produrrà la necessaria rettifica nella nostra legislazione.

    [ZEUS News – http://www.zeusnews.com – 25-10-2010]

  47. come albergatore credevo che la ferderalbeghi mi avrebbe protetto contro la scf… invece la federalbergi si e' alleata con la scf!

  48. quando mi è arrivata la fattura della SCF ho chiesto loro tramite raccomandata il verbale di verifica effettuato nel mio negozio di cartolibreria, da me accettato e firma to e i nomi dei verificatori, oggi 22/12/10, mi e arrivata nota credito della fattura:

  49. ma siamo fuori dal mondo.
    La società S.C.F. deve dimostrare che nellesercizio commeriale vi è un fonoriproduttore.  Occorre che "l'ispettore" si qualifichi, che rediga un verbale di constatazione, che lo faccia sottoscrivere dal commerciante.
    L'assurdo è la pretesa. Portato all'esasperazone si potrebbe definire che chiunque deve avere una assicurazione sulla Vettura anche se si pensa di avere la vettura.
    Inoltre una normativa el 1941 anche se ormai opsoleta e superata con la normativa che prevede che l'uso dei fonoriproduttori ( lettori di Cd, riproduttori radiofonici, riproduttori di cassette musicali) sono soggetti ai DIritti di autore, e si pagano al momento dell'acquisto.Le radiodiffusioni invece sono pagate in sede di abbonamento RAI. per cui….. lascio a Voi giudicare se pagare o meno.

  50. SALVE OGGI MI E’ ARRIVATA LA LETTERA CON IL BOLLETTINO DA PAGARE ,HO LETTO QUALCHE RECENZIONE E A QUANTO HO CAPITO LA STORIA E’ UN PO’ CHE VA AVANTI E PIAN PIANO ARRIVA ANCHE NEI PICCOLI PAESI IO SONO A VIDIGULFO IN PROV DI PV COMUNQUE HO COMPRATO UNA RADIO CHE NON HA NE CD NE CASSETTA PER PAGARE MENO LA SIAE ED ADESSO ARRIVA ANCHE QUESTA TASSA MA PER AVERE UNA RADIO QUANTO BISOGNA PAGARE????????LA SIAE ,LA RAI E ADESSO…..

  51. Ci hanno avvertito che sta per arrivare. E ho 2 considerazione da fare.

    la prima è che stiamo parlando di un bellissimo doppione della SIAE. Del resto un pò quello che succede in veneto col bollino blu per le macchine da pagare assieme al collaudo obbligatorio ogni 2 anni. E ci tassano di nascosto!

    La seconda è che da quanto ho capito, le varie ASCOM,  CNA e compagnia si sono ben guardate da opporsi a questo bel DOPPIONE. Anzi, si sono messe d'accordo per farci fare lo SCONTO! Credo che per il prossimo anno la mia quota associativa se la SCORDANO.

    Considerazione personale. Da OGGI a casa mia circolerà ESCLUSIVAMENTE musica e video PIRATATI!
    Questa è una vera GUERRA, altrochè!

  52. Ho un piccolo ristorante, trovo che questa ulteriore tassa sia una cosa indegna, per trasmettere un po’ di musica bisogna comprare l’apparecchio, comprare il cd, pagare la SIAE e adesso pagare l’ ulteriore diritto ai produttori? Ma non sono gia’ pagati al momento dell’ acquisto del cd? Quante volte bisogna pagare la stessa cosa? quando ci si e’ resi conto della cosa le associazioni (che dovrebbero proteggere le categorie e non lo fanno) dovevano puntare all’abrogazione di una norma di 60 anni fa che non ha piu’ senso di esistere non trovare un accordo assurdo! Io trasmetto musica attraverso un iPod, che supporto ho mai utilizzato? Cosa devo pagare? Dovrei pagare tre volte, acquisto della musica, siae e scf! Sono stanca che in italia invece di produrre lavoro si assecondino parassiti che guadagnano sul lavoro degli altri!

  53. Ultime da Rimini. Il bollettino scf arriva attraverso la SIAE!!! Tutti d’accordo!!!! Cosi’ facendo ci fregano, la siae ha lo storico degli apparecchi nei locali pero’ sono cosi’ gentili che ci fanno pagare la meta’!!! Sono solo 57 euro ma non l’i voglio pagare perche’ e’ un furto! Qualche idea?

  54. OK CON LA SIAE E LA RAI CHE SONO STATALI O COMUNQUE PARASTATALI… MA CHE VUOLE SCF???MA STIAMO SCHERZANDO DAVVERO???ORA MI INVENTO UNA SOCIETA' DEL CAISER CHE MANDA LE RACCOMANDATE DI PAGAMENTO A TUTTI I PUBBLICI ESERCIZI PER PAGARE UNA SOMMA STABILITA,,,,POI VADO DA UN POLITICO MIO AMICO E FACCIO FARE UN DECRETO LEGGE CHE ESPLICITA DI DOVER PAGARE ALLA SOCIETA' CAISER IL COMPENSO DOVUTO. MA DAI NON ESISTE PROPRIO!!!!!! SCF NON DEVE ESSERE PAGATA.. RIVOLUZIONE DEI COMMERCIANTI ORA BASTA! VIVONO A SPESE DEGLI ALTRI!! SIAE E RAI SONO D'ACCORDO.. E' UN CONTRIBUTO STATALE … MA SCF E' UNA CAVOLO DI ASSOCIAZIONE A DELINQUERE…

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