Udine: Napolitano ha sollecitato il trasferimento del Castello al Comune

 di GIACOMINA PELLIZZARI

Il trasferimento del castello dal Demanio al Comune è più vicino. Tutto merito del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che nella sua recente visita alla città si è preso a cuore il problema del mancato inserimento del maniero nell’elenco dei beni che possono essere trasferiti agli enti territoriali. Il Quirinale ha interessato il ministero per i Beni e le attività culturali e il governatore Renzo Tondo per verificare lo stato di attuazione del Protocollo d’intesa sottoscritto il 27 dicembre 2007.

Così si legge nella lettera inviata, nei giorni scorsi, al sindaco dal consigliere del presidente della Repubblica per gli affari interni e per i rapporti con le autonomie, Alberto Ruffo. La missiva, infatti, fa specifico riferimento al Protocollo sottoscritto tra la Regione e la Presidenza del Consiglio dei ministri e «alla clausola di cui all’articolo 9 concernente le intese finalizzate alla valorizzazione e all’eventuale trasferimento di alcuni beni immobili di particolare significato culturale e simbolico, come – a titolo esemplificativo – il castello di Udine». Ruffo chiude la lettera evidenziando «che è stato, altresì, interessato il ministero per i Beni e le attività culturali, anche al fine di acquisire più precisi elementi informativi in merito alla problematica».
Una lettera che fa ben sperare Honsell perché, spiega il sindaco, «il presidente della Repubblica vede un margine di soluzione al di la della legge sul federalismo demaniale. Il capo dello Stato riconosce che, attraverso il protocollo d’intesa, c’è la possibilità di trovare una formula per trasferire al Comune in usufrutto gratuito il castello».
Il sindaco è insomma soddisfatto. Legge la missiva proveniente dal Quirinale e torna a sperare di poter entrare in possesso del castello, sede del Parlamento friulano e dei Civici musei, entro il 2011, anno in cui si chiuderanno le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. «E’ chiaro che il presidente della Repubblica dà un indirizzo e una linea interpretativa, ma vedo tutto questo positivamente» aggiunge Honsell convinto che Napolitano «in questo contesto di più non poteva fare».
Lo stesso Honsell, però, non può evitare di constatare che «questa non è la volontà di qualcuno, ma della carica più alta dello Stato». Come dire: di fronte al richiamo del capo dell Stato ora anche la Regione e il ministero per i Beni e le attività culturali devono fare la loro parte. E’ risaputo, infatti, che nell’elenco dei beni demaniali trasferibili agli enti locali non rientrano beni vincolati dalle Belle arti. Stando alla lettera del Quirinale, però, per quanto riguarda il castello di Udine, anche in virtù del protocollo d’intesa precedentemente sottoscritto dagli allora presidenti del Consiglio e della Regione, Romano Prodi e Riccardo Illy, questo criterio può essere superato.
«E’ il massimo che potevamo ottenere, ora bisogna continuare il ragionamento» ribadisce il primo cittadino secondo il quale, a questo punto, «la cosa migliore è andare con il governatore Tondo o con l’assessore regionale Savino a discutere con il ministro dei beni culturali, Sandro Bondi». Honsell auspica di riuscire a organizzare l’incontro entro l’autunno per poter restituire ai friulani il castello proprio in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
«Le formule per riavere il castello possono essere ampie – ribadisce infine il sindaco –, la cosa ridicola è quella di dover pagare più di 100 mila euro l’anno per l’interpretazione di qualche burocrate avvenuta 30 o 35 anni fa». Il Comune, in effetti, è costretto a pagare l’affitto per l’utilizzo del bene anche se da sempre sostiene le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria indispensabili per la conservazione dell’immobile. Ecco perché Honsell ha voluto sottolineare il problema al presidente della Repubblica il quale «con estrema prontezza e disponibilità, nel corso della sua visita in luglio a Udine, ha colto il problema. La prontezza nella risposta – fa notare Honsell – dimostra che Napolitano è molto attento a tutti i temi».

Una risposta a “Udine: Napolitano ha sollecitato il trasferimento del Castello al Comune”

  1. aggiornamento del 19/08/2010

    di CRISTIAN RIGO

    Il prossimo anno i cittadini udinesi smetteranno di pagare al Demanio più di 100 mila euro per l’affitto del castello di Udine. Il sindaco, Furio Honsell e il presidente della Regione, Renzo Tondo hanno infatti presentato una richiesta di trasferimento al Comune elaborata dal senatore leghista, Mario Pittoni, che ha già l’ok del ministro Bondi e nei prossimi giorni incontrerà anche il ministro Tremonti.

    Per il trasferimento definitivo del maniero, simbolo del capoluogo friulano, è quindi solo questione di tempo. Merito del sindaco di Udine che con forza ha denunciato il «paradosso» che da anni vedeva il Comune costretto a pagare un balzello per la disponibilità di un bene per il quale già pagava, e paga ancora oggi, tutte le spese di gestione ordinaria e straordinaria per un totale di circa un milione di euro l’anno; merito del senatore Pittoni che si è immediatametne attivato a Roma per individuare il percorso amministrativo da compiere; merito del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che dopo la sua visita in città aveva sollecitato una rapida soluzione al problema e merito anche del presidente della Regione. Un “gioco di squadra” che fa essere ottimisti sulle possibilità che i 103 mila euro versati quest’anno da palazzo D’Aronco per il castello siano gli ultimi.
    Dopo aver fatto sottoscrivere la richiesta di trasferimento a Tondo e Honsell, Pittoni ha in programma un incontro con il ministro per i Beni e le attività culturali, Sandro Bondi («che – racconta – mi ha già assicurato il suo appoggio») e poi volerà dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti per chiudere l’operazione grazie anche alla collaborazione del ministro alla Semplificazione normativa, Roberto Calderoli. «A quel punto – dice Pittoni – si tratterà solo di attendere i tempi della brocrazia, ma entro il prossimo anno sicuramente il Comune riavrà la proprietà del suo castello».
    Per ottenerlo Pittoni ha fatto leva sullo statuto speciale del Friuli Venezia Giulia e sul fatto che il castello è catalogato tra i beni di importante interesse storico-artistico. «Dobbiamo riconoscere a Pittoni il merito di avere fatto un ottimo lavoro sotto traccia a Roma – sottolinea il presidente Tondo – che ci ha permesso di portare avanti un’iniziativa nata nella passata legislatura, ma mai andata a buon fine. É anche la dimostrazione di come la Regione sia pronta a collaborare con tutti nell’interesse dei cittadini».
    Soddisfatto anche il sindaco Honsell che fin dall’inizio del suo mandato ha portato avanti una vera e propria “battaglia” per ottenere la proprietà del castello rivolgendosi anche al Quirinale dopo il mancato inserimento della sede del Parlamento friulano e dei civici musei nell’elenco dei beni che il Demanio trasferirà agli enti locali.

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