Udine: per il sole24ore UniUD al settimo posto tra i 58 Atenei statali in Italia

 
Ansa. 
L’Università di Udine si piazza al settimo posto tra i 58 Atenei statali in Italia, e quella di Trieste la segue di poco – al 12° – nella classifica annuale compilata da Il Sole 24 Ore su dati del Miur.

La graduatoria come ogni anno è la «somma» di una serie di indicatori, risalenti all’anno accademico 2010/2011, messi a disposizione dal Ministero dell’Istruzione, da Almalaurea e dall’Istat. Per quanto riguarda i «talenti» (le immatricolazioni di studenti con voto uguale o superiore a 90), Trieste si piazza al 28° posto e Udine al 37°; l’attrattività verso studenti fuori regione o stranieri vede l’ateneo giuliano al 13° posto e quello friulano al 19°; per quanto riguarda invece la dispersione, ossia le mancate iscrizioni al secondo anno, Trieste ha una percentuale del 10,6% che la vede al 15° posto (in testa Tuscia e Iuav Venezia con nessuna mancata iscrizione) e Udine del 14,5% al 27°.

Per quanto riguarda il rendimento, valutato sulla percentuale di crediti sul totale di quelli messi a disposizione, i due Atenei regionali sono vicini (Trieste 22ª, Udine 24ª), così come per la laurea nei tempi (Udine 14ª, Trieste 18ª). Il tasso di occupazione a tre anni dal Titolo vede Udine al 13° posto (78,1%) e Trieste più indietro, al 34°(70,6%). Sul tema della ricerca, Udine è al 18°posto per disponibilità di fondi interni (Trieste al 44°), mentre Trieste è al 27°per quelli esterni (Udine al 34°).

Una risposta a “Udine: per il sole24ore UniUD al settimo posto tra i 58 Atenei statali in Italia”

  1. RAFFAELE CILLENIO, Orazione ai cittadini friulani, 1565

    Sull’educazione e la formazione dei giovani

    Certamente, nobilissimi cittadini, sono consapevole, edotto per quanto mi riguarda proprio dall’esperienza, cha dalla natura nulla fu dato di più caro dei propri figli alla specie degli uomini, e che nessuna forse maggiore preoccupazione stia davanti ai genitori che il dover educare rettamente giorno e notte [con assidua costanza] i figli, e il doverli istruire nelle buone arti e nelle discipline, affinché non vengano allevati in un identico e medesimo tempo come cittadini inutili e per sé e per la patria, e che, condannati ad un eterno oblio, siano completamente dimenticati per tutto il tempo futuro. Essendo questo per noi il solo e, per così dire, il principale proposito tra tutti e quasi l’obiettivo sommo, al quale da entrambi parimenti e attentamente si debbono volgere gli occhi, dobbiamo veramente renderci conto che sulle nostre spalle é stato posto un peso oneroso: a voi, che stiano a cuore dignità integrità buon nome di essi, che per prescrizione della stessa natura debbono essere più cari della vostra vita; a me, che, quasi come un secondo genitore per i vostri figli, avete voluto fossi preposto a plasmare i loro animi con l’educazione e la cultura, affinché nell’incarico affidato non risparmi nessuna solerzia, nessuna energia, fino a quando essi arrivino all’atteso risultato e raggiungano un giorno la loro maturità. […] Comunque senza dubbio (il che non vi deve assolutamente sfuggire) l’età dei fanciulli e degli adolescenti é di per sé così malsicura, così cieca e che agisce sconsideratamente in proprio danno, che facilmente si fa trascinare a capofitto e senza criterio in tutte le peggiori azioni, se non viene sorretta e aiutata dalle frequentissime e possibilmente quotidiane esortazioni dei genitori, che indirizzino alla virtù, e dai costanti ammonimenti e insegnamenti dei maestri, che guidino alla medesima. Se invero spesso collega proprio gli stessi alle bestie nei suoi libri e dei costumi e della retorica Aristotele, uomo d’ingegno eccezionale e quasi divino, effettivamente ritiene che essi per debolezza o piuttosto per carenza di discernimento non differiscano molto dagli esseri animati privi di raziocinio. Pertanto gli intenti e dei genitori e dei maestri debbono essere a tal punto concordi nel formare e nell’educare rettamente i figli che essi in casa e nelle scuole siano temuti; e, mentre i fanciulli sentono di essere soggetti non ad uno soltanto ma a un duplice controllo da una parte e dall’altra, comprendano appunto che non viene lasciato nessuno spazio o tempo alla desiderata licenziosità.

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