Udinese calcio vs Blasoni: vuole distruggere il progetto basket udinese


Comunicato Udinese calcio

Udinese Calcio, in riferimento alla conferenza stampa tenutasi questo pomeriggio al Palasport “Carnera”, desidera precisare quanto segue in merito ad affermazioni, e comportamenti, gravi e lesivi della rispettabilità e dell’onore della Società bianconera.
Il Signor Massimo Blasoni ha sollevato la tempesta e ora non sa più come uscirne. Questo pomeriggio, infatti, ha compiuto un gesto grave e irresponsabile divulgando – nel corso della medesima conferenza stampa – l’esistenza e alcuni contenuti dei patti parasociali firmati da tutti i soci della Pallalcesto Amatori Udine (Pau) Spa; patti che contengono il vincolo di segretezza e di non divulgazione degli stessi. È oltremodo scorretto riportare, inoltre, contenuti non corrispondenti alla verità, ovvero parziali e distorti a proprio favore e piacimento  Come Udinese Calcio ribadiamo la precisa volontà nel continuare in un progetto di salvaguardia e di salvezza del basket udinese e dello sport friulano in genere; come soci al 20% della Pau continueremo a compiere il nostro dovere di legge e di statuto senza venir minimamente meno agli impegni assunti.

 L’intento di Blasoni, invece, è soltanto quello di distruggere per poi diventare l’artefice di non si sa quali nuovi progetti. I progetti si costruiscono e non si distruggono. Forse è Blasoni a non essere bene informato sui fatti visto che i patti e gli accordi non li ha siglati lui, ma li ha stipulati e firmati l’Amministratore Unico della Sereni Orizzonti Spa Renato Baroni. Forse è da lui, quindi, che dovrebbe farsi spiegare i contenuti dei patti e la gravità della violazione del vincolo di riservatezza da lui perpetrata questo pomeriggio. Per questo motivo riteniamo di non entrare nel merito dei contenuti degli stessi patti fintanto che tutti i soci firmatari non consentiranno di farlo. A quel punto siamo disposti a discutere anche in pubblica piazza di tutti i contenuti dei patti parasociali.

 Alcune precisazioni, tuttavia, meritano di essere fatte in particolare in riferimento alla ventilata mancanza dei 200 mila euro di sponsorizzazione imputabile, a sentire Blasoni, ad Udinese Calcio Spa. Sarà lo stesso Massimo Blasoni, infatti, in qualità di Consigliere di Amministrazione della Pau, a spiegare ai soci perché ad oggi non sono stati incassati. La Società incaricata della raccolta delle sponsorizzazioni aveva regolarmente presentato un progetto di marketing e di partnership non andato a buon fine per cause e motivazioni da richiedere ed imputare alla stessa Pau e non certo ad Udinese Calcio.

 Per quanto riguarda, poi, l’entrata della Pau nella Polisportiva Udinese e la relativa suddivisione degli introiti pubblicitari alle diverse società consorelle, è falsa l’affermazione secondo la quale gli sponsor della Pau stessa siano stati suddivisi tra le altre quattro componenti esclusa ovviamente Udinese Calcio. Blasoni, però, non può sapere queste cose perché da Vice Presidente della Polisportiva – attualmente dimissionario – non ha mai partecipato a nemmeno un direttivo dell’Associazione.

 Apprezziamo l’intento e la volontà dell’Ingegner Edi Snaidero di continuare nella costruzione di un progetto nato due estati fa con lo scopo di tenere in vita uno degli esempi d’elite dello sport del nostro territorio; assieme al Sindaco Furio Honsell e a tutti gli imprenditori che hanno partecipato alla costruzione del progetto, anche Udinese Calcio ribadisce la sua precisa volontà a proseguire sulla strada tracciata. A condizione che, una volta per tutte, si smetta con questa stucchevole campagna denigratoria che in ormai due settimane non ha portato nemmeno un centesimo di euro nelle casse della Pau e della Polisportiva Udinese.

 Franco Soldati    Presidente cda Udinese Calcio spa

 Alberto Rigotto  Presidente Polisportiva Udinese

 

 


Una risposta a “Udinese calcio vs Blasoni: vuole distruggere il progetto basket udinese”

  1. aggiornamento del 17/03/2011

    Sul futuro del basket è scontro aperto. Il vertice della Pallalcesto amatori Udine (Pau) conferma che l’Udinese calcio, socia al 20% della Pau, non ha versato, come scritto nero su bianco sui patti parasociali, 200 mila euro l’anno di sponsorizzazioni attraverso la Polisportiva, e la società bianconera se la prende con il vice presidente, Massimo Blasoni, accusandolo di aver divulgato l’esistenza dei patti e quindi di aver «compiuto un gesto grave e irresponsabile». E intanto gli arancione si preparano a tagliare i costi e invitano eventuali sponsor a farsi avanti.

    Tutto è iniziato ieri pomeriggio alle 16.30 quando al palasport Carnera, il presidente e l’amministratore delegato della Pau, Edi Snaidero e Alessandro Zakelj, con Blasoni e il rappresentante dell’Idealservice, Enzo Gasparutti, hanno convocato una conferenza stampa per replicare a patron Pozzo che, sabato scorso, aveva assicurato: «L’Udinese continuerà, come ha sempre fatto, a coprire il 20% delle perdite della società di basket dove, però, manca un manager». Patti parasociali alla mano, Snaidero ha esordito dicendo: «Probabilmente patron Pozzo, preso dai suoi impegni, non è stato informato su cosa è stato sottoscritto dal suo delegato». In realtà a siglare i patti parasociali attraverso i quali l’Udinese «si impegna a portare nella Pau una sponsorizzazione annua di 200 mila euro» è stato il direttore amministrativo dell’Udinese, Alberto Rigotto, che è anche presidente della Polisportiva. Questo per l’Udinese, è stato ribadito più volte, è un impegno che va al di la del ripiano delle perdite.
    Un chiarimento doveroso secondo i soci della Pau che non hanno affatto attaccato Pozzo, al contrario Snaidero l’ha invitato a esprimere un componente nel Cda della società «che lui consiglia di ripensare al vertice». In effetti Pozzo aveva descritto la Snaidero come «una società sottostrutturata che necessita di una direzione forte e di una presenza costante».
    Non a caso il presidente nel ricordare che è stato proprio Pozzo a indicare l’amministratore delegato e due componenti del collegio sindacali tra i quali lo stesso Rigotto, ha assicurato che Zakelj «svolge l’attività senza percepire alcun emolumento come pure l’impegno di molti tecnici deriva esclusivamente dalla passione sportiva». E nel difendere l’impegno profuso dalla sua famiglia da 25 anni a questa parte nel basket, Snaidero si è reso disponibile «a mettere da parte il suo nome se qualcuno manifesta la volontà a diventare primo sponsor». E ancora: «Abbiamo bisogno di un segnale concreto da parte dei soci, sono convinto che anche Pozzo onorerà i patti». Per Blasoni invece «l’unico presidente possibile è Edi Snaidero». Una cosa è certa: i soci si sono impegnati a ripianare le perdite fino 250 mila euro auspicando, ha aggiunto Blasoni, un segnale dal sindaco Honsell affinché la Polisportiva non penalizzi la Snaidero. «In passato dall’Amga incassavamo 120 mila euro ora ce ne arrivano solo 50 con i quali dobbiamo pagare le fatture pari a 45 mila euro ricevute dalla Happy service, la società che raccoglie le sponsorizzazioni per conto della Polisportiva» ha ribadito Blasoni anche in veste di vice presidente dimissionario della Polisportiva.
    E proprio con lui se la prendono il presidente e il direttore dell’Udinese, Franco Soldati e Rigotto, secondo i quali «Blasoni ha compiuto un gesto grave divulgando l’esistenza e alcuni contenuti dei patti parasociali firmati dai soci Pau; patti che contengono il vincolo della segretezza e di non divulgazione degli stessi. E’ scorretto – si legge nella nota – riportare contenuti parziali e distorti». Detto questo l’Udinese calcio ribadisce «la precisa volontà nel continuare in un progetto di salvaguardia e di salvezza del basket udinese e dello sport friulano. Come soci al 20% della Pau continueremo a compiere il nostro dovere di legge e di statuto senza venir minimamente meno agli impegni assunti». Soldati e Rigotto non entrano nel merito dei patti parasociali «fintanto – aggiungono – che tutti i soci non consentiranno di farlo. A quel punto siamo disposti a discuterne in piazza». A condizione però «che si smetta con questa campagna denigratoria che in due settimane non ha portato un centesimo di euro nella casse della Pau e della Polisportiva».
    L’Udinese sostiene infatti che «il progetto presentato dalla società incaricata di raccogliere le sponsorizzazioni non è andato a buon fine per cause da imputare alla Pau e non all’Udinese». Detto tutto questo, la società bianconera apprezza la volontà di Snaidero «di continuare nella costruzione del progetto nato due estati fa».

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