Udinese: Guidolin vuole buttare la squadra nel But a Imponzo

Al But ci vanno sempre mio figlio che ha 13 anni e i suoi amici, a buttarsi nell'acqua gelida e a farsi trascinare (per un pò) dalla corrente. Un appuntamento fisso delle giornate estive che permette anche ai bambini "cittadini" di Tolmezzo di avvicinarsi ai coetanei che vivono nei paesi carnici più alti, dove il contatto giornaliero con la natura è ancora possibile. Ma se a NON volersi buttare nel But sono ventenni o più molto ben pagati e alla ribalta sportiva nazionale, allora ecco che la cosa fa notizia.

Dal MV di oggi

C’è una scommessa che Francesco Guidolin ha lanciato a inizio ritiro ai suoi giocatori e che per il momento i bianconeri stanno perdendo. «Più della metà dei giocatori deve tuffarsi nel But: solo così otterranno un giorno di riposo in più», ha confessato l’allenatore bianconero al termine dell’allenamento del mattino quando c’è ormai il rito da parte della squadra di fare il bagno nel torrente che scorre alle spalle dello stadio di Imponzo/Cadunea.<br />Ieri all’appello si sono presentati in dodici. Undici si sono buttati nelle acque gelide del But (otto gradi o giù di lì). Uno, Isla (che ha tutta la nostra comprensione) non ce l’ha fatta e si è limitato a bagnarsi le gambe come del resto ha fatto lo stesso Guidolin che da buon maestro sta a “bordo vasca” a fare l’appello. «Non è sufficiente, ne servono almeno 17-18» ha aggiunto il mister divertito.
Poco ma sicuro che le “trattative” in spogliatoio sono già cominciate, altrettanto certo è che anche da questi particolari si vede come il tecnico stia lavorando pure sottotraccia per costruire un gruppo unito e compatto che sappia essere squadra in campo, ma anche fuori.
Il più intrepido dei bianconeri, almeno stando a quanto si è visto ieri, è stato,tanto per cambiare, Alexis Sanchez: tuffo di testa in buono stile, senza aver nemmeno voluto provare la temperatura dell’acqua. Il Niño Maravilla è un pesce, come sguscia in campo tra gli avversari così si muove in acqua. Da applausi. Come esecuzione, sono stati degni di menzione pure Zapata e Floro Flores che hanno così completato il podio mentre il resto della comitiva, da Corradi a Coda, da Pinzi a Inler, da Battocchio a Candreva (che quando è uscito dal torrente tremava per il freddo) si solo limitati all’esecuzione “a bomba”.
A fare da cornice ai tuffi una sempre più numerosa schiera di tifosi smaniosi di fotografare i loro idoli in versione tuffatori. Oggi, nuovo tentativo: a Sanchez e Zapata restano ancora cinque giorni di ritiro (sabato sera si rientra definitivamente a Udine) per trovare sei intrepidi compagni che si uniscano agli undici di ieri. Cosa non si fa per avere un giorno supplementare di vacanza

Una risposta a “Udinese: Guidolin vuole buttare la squadra nel But a Imponzo”

  1. Aggiornamento del 03/08/2010

    Rapinato dell’incasso della sagra da quattro sconosciuti che lo hanno aspettato sotto casa. La disavventura è capitata l’altra notte a Gianni Ardito, vicepresidente della Pro loco che proprio ieri sera ha finito di organizzare i festeggiamenti di San Giorgio in paese. Circa 3 mila euro l’incasso sottratto. Tanta paura, ma nessuna conseguenza per lui.

    È successo verso l’1.30 in via Garibaldi, dove appunto abita Gianni Ardito. Ecco il suo racconto: «Era buio e stavo tornando a casa dopo essere partito dall’area festeggiamenti di San Giorgio. Con me, in una valigetta 24 ore, avevo l’incasso della serata e tutte le carte della sagra. Ricordo bene di non essere stato seguito da nessuno. Ho azionato con il telecomando il basculante del garage e quando ho aperto la porta posteriore sinistra dell’automobile ho notato 4 figure scendere dalla rampa del garage. Due di loro avevano gli estintori in mano e hanno cominciato a svuotarli contro di me creando un polverone; alché non ho visto più nulla dal polverone. Un terzo ha aperto la macchina e preso la valigetta con i soldi dentro. Prima avevo soltanto dire, quando erano lungo la rampa, un comando fra di loro tipo “eccolo!”. Per un po’ sono rimasto stordito dalla polvere; non vedevo nulla. Poi salito in strada e ho chiamato il presidente Arrigo Pezzot che ha chiamato i carabinieri».
    Un’esperienza che Gianni Ardito non augura a nessuno. «È proprio così; e per fortuna, a parte il disagio della polvere, non ho avuto altre conseguenze. Ero da solo contro 4 di loro e poteva finire davvero peggio».
    A recarsi sul posto per un primo sopralluogo sono stati i carabinieri della stazione di Feletto Umberto, competenti per territorio. Le indagini sono state avviate anche se gli elementi iniziali sono davvero pochi, visto che i quattro malviventi sono stati astuti a non farsi notare e hanno impedito ad Ardito di muoversi per vedere se la loro fuga è stata con qualche mezzo o a piedi.
    Anche descriverli è praticamente impossibile: Ardito, infatti, ha notato le quattro sagome nere in controluce soltanto perché c’era la luna, ma non ha potuto far altro che aspettare che la nuvola di polvere creata dagli estintori gli permettesse di muoversi. Quando però era ormai troppo tardi. I malviventi erano arrivato sul posto già con gli estintori in mano.

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