Venzone: ecco Amina, nata tra i boschi del bivacco Coi

di Piero Cargnelutti.

Quello che è certo, è che né a Venzone né in nessun altro Comune della zona si era mai sentita una cosa del genere. Lo dice innanzi tutto il sindaco Fabio Di Bernardo che, al di là della situazione «eccezionale» che si è trovato ad affrontare, ha voluto fortemente che le cose fossero messe in regola. «Sono venuta conoscenza della nascita di una bambina sulle montagne – ha raccontato Di Bernardo – dalle forze dell’ordine e dalle guardie forestali, ma ho subito voluto sentire i genitori per convincerli a scendere tutti e tre, non essendo sposati, a registrare la nascita in municipio. Era un atto che doveva essere sottoscritto nel giro di due giorni perché la legge prevede un tempo massimo di dieci giorni per effettuarlo, e non era possibile andare fino lassù con tutti i documenti». E’ quasi commosso anche il sindaco a raccontare il fatto, ricordando questa piccolo essere che ieri veniva allattato direttamente nel suo ufficio mentre si firmavano i documenti necessari. Roberto e Miriam sono partiti alle 9 dal bivacco Coi, e il sindaco Di Bernardo li ha attesi fino alle 16 quando sono arrivati in municipio. Ad aiutare la coppia, c’erano due escursionisti alpini che li hanno accompagnati lentamente portando la bambina e facendo il possibile affinché tutto si svolgesse nel migliore dei modi per salvaguardare la piccola. Di nuovo, anche ieri pomeriggio, dopo aver fatto le carte, la famiglia ha ricevuto la solidarietà della comunità venzonese che ha dato loro un pasto nella locanda Plauris, sulla Pontebbana. Ora sono alloggiati in Val Venzonassa, nel bivacco Navis, di proprietà dell’amministrazione comunale. «Abbiamo voluto mettere loro a disposizione quella struttura – ha raccontato il sindaco Fabio Di Bernardo – perché è più facilmente raggiungibile e io stesso farò loro visita per verificare come stanno. Per noi, la cosa più importante è stato sapere che la bambina sta bene, soprattutto quando abbiamo potuto vederla con i nostri occhi perché certamente quelle altitudini ci sembravano un po’ scomode. Per il resto, queste sono persone che hanno scelto di vivere così, e sono libere di farlo».

 Il suo nome è Amina ed è venuta al mondo alle 5 del mattino del 25 maggio nel bivacco Coi sopra Portis, a 1.300 metri sul livello del mare. A scegliere di farla nascere in un posto così lontano dalla “civiltà” sono stati i suoi genitori, Roberto e Miriam, lui 50 anni e lei 24. Entrambi provengono da Trieste. Circa un mese fa hanno lasciato il capoluogo regionale e con il treno hanno raggiunto le Alpi Giulie, sopra Venzone. Non avevano una meta precisa, ma soltanto la voglia di vivere in mezzo ai boschi dove mettere al mondo la loro figlia. «Volevamo fare un percorso – ha raccontato Roberto – e vivere la cosa in modo personale. Normalmente, si pensa che un bambino possa nascere soltanto in un ospedale, ma noi avevamo la necessità di tornare all’essenza delle cose, così come erano un tempo». Era l’ultima domenica di aprile quando Roberto e Miriam, con i loro zaini sulle spalle, hanno lasciato la città per raggiungere le montagne friulane. Arrivati a Venzone, hanno preso il primo sentiero che hanno trovato e hanno raggiunto prima il rifugio Cjariguart sopra Portis, dove hanno passato qualche settimana, e poi si sono spostati nel bivacco Coi, sempre sul monte Plauris a 1.308 metri di altitudine. É lì che, oltre a vivere di quello che la natura ha messo loro a disposizione, hanno preparato il nido in cui far nascere Amina. «Noi cercavamo un posto e della solidarietà – racconta ancora Roberto – e li abbiamo trovati. Abbiamo soggiornato in luoghi che sono tenuti curati da altre persone come bivacchi e rifugi dove c’erano le cose necessarie che ci hanno permesso di mangiare e riscaldarci. Un po’ di esperienza io ce l’avevo già per vivere in mezzo alla natura, ma abbiamo anche trovato la solidarietà delle persone come le guardie forestali che abbiamo incontrato e ci hanno aiutato». Chi ha fatto loro visita in queste settimane ha subito notato che la donna era incinta, ma loro non hanno fatto capire che mancava davvero poco a quel parto. E così, nella notte del 25 maggio, quella bambina è nata. I due genitori hanno fatto tutto da soli e le cose sono andate tutte per il verso giusto: lo ha potuto confermare anche Tiziano Basso, primario all’ospedale di Tolmezzo, che lo scorso venerdì è stato portato da loro con l’elicottero per controllare come stava la neonata.