Venzone: Tiere Motus, il museo per non dimenticare


di Antonio Simeoli

Tiere Motus è stato inaugurato nel settembre di due anni fa e solo nel 2010 ha potuto contare su 2.500 visite. Richiamati da tutto il mondo dall'immane tragedia e dalla repentina ricostruzione, meno dal Friuli. Ed è per questo che l'Associazione (nella foto il presidente Di Bernardo con Franceschino Barazzutti) sta puntando al coinvolgimento delle scolaresche. Nelle sale di Palazzo Orgnani Martina in una trentina di stanze si respira aria di storia. Di tragedia, ma anche di grande storia. Ci sono le foto della distruzione, il "grafico" della scossa, la mappa con l'epicentro. E ci sono le immagini dei soccorsi, del mare di solidarietà che da tutto il mondo invase il Friuli, della ricostruzione. Un "miracolo" spiegato a Tiere Motus con dovizia di particolari anche legislativi. Perchè il modello Friuli, mai esportato nelle altre catastrofi che hanno interessato l'Italia dopo il 1976, è stato codificato in una serie di leggi. Basterebbe copiarle.
Nella stanza vicino i volontari dell'associazione stanno spiegando alle scolaresche il percorso che ha portato a ricostruire il Friuli, lì invece dalla parete buia appaiono e scompaiono di continuo i nomi delle vittime di una tragedia che oggi il Friuli, a 35 anni di distanza, non deve dimenticare. Venzone è uno dei simboli del terremoto del Friuli con le sue vittime e con il borgo medievale raso al suolo. Ma è anche uno dei simboli della ricostruzione. Perché non solo il paese da anni è rinato, ma è anche una delle culle del ricordo. Grazie a Tiere Motus, il museo fortemente voluto dall'Associazione dei sindaci della ricostruzione. I nomi appaiono e scompaiono mentre il silenzio della sala è rotto dalla simulazione delle scosse. La terra trema, più in là in un'altra stanza l'Università di Udine ha realizzato la spettacolare simulazione in 3D del crollo del duomo della cittadina, pietra dopo pietra. In un'altra stanza alla parete sono appese le foto a colori dei funerali a Gemona delle 400 vittime del sisma. Il pianto di un papà con una bara bianca tra le braccia è un pugno allo stomaco. Anche se sono già passati 35 anni. Se a qualcuno fosse venuto in mente che, una generazione dopo, il terremoto è acqua passata, è il caso visiti il museo di Venzone o la mostra fotografica in questi giorni inaugurata a Gemona. Il sisma e la ricostruzione sono storia del Friuli. Passato, presente e futuro. «Dopo la Seconda guerra mondiale è l'evento più importante della nostra storia» spiega Franceschino Barazzutti, l'anima dell'Associazione dei sindaci del terremoto. Ha 74 anni, è un manuale del sisma e della rinascita. Con lui c'è Fabio Di Bernardo. Ha 41 anni, è lui ora il presidente dell'associazione. Passato, presente e futuro: quasi una polizza per non dimenticare. «Innanzi tutto le vittime, una tragedia immane – spiega Barazzutti -, poi la macchina dei soccorsi encomiabile grazie i vigili del fuoco, all'esercito, a Zamberletti, alla gente. E quindi una ricostruzione compiuta grazie a un modello di decentramento capace di esaltare il ruolo dei Comuni e la forte partecipazione popolare». Barazzutti sottolinea il ruolo della gente. «Il presidente della Regione Comelli – continua – ci chiese se ce la sentivamo di ricostruire. Lo chiese a tutti i partiti. La risposta fu affermativa e i risultati si sono visti con un modello che ha funzionato, ma purtroppo non è stato esportato». Di Bernardo ascolta. È cresciuto a "pane e Ricostruzione" in una Venzone falcidiata dal sisma. «Il ricordo di quella tragedia sta scappando – spiega – delle 2.500 persone che nel 2010 hanno visitato il museo la maggior parte viene da fuori. Insomma, il rischio è che le giovani generazioni del Friuli dimentichino questa tragedia. Per questo stiamo coinvolgendo le scuole attraverso i 137 comuni associati e per fortuna i primi risultati si vedono. Inoltre stiamo preparando i tecnici della Protezione civile con avanzati corsi antisismici in collaborazione con l'Università». Si passa in un'altra stanza con una parete dedicata al fondamentale ruolo della Chiesa. In un'altra un grafico spiega in modo essenziale il meccanismo dei finanziamenti Roma-Trieste-Comuni per ricostruire. Non si può dimenticare tutto questo.

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