Verzegnis: 7 settembre1913, i cent’anni dell’inaugurazione del Ponte Avons

di Maura Delle Case.

Cent’anni fa, al taglio del nastro, se ne parlava come di un sogno secolare finalmente realizzato. Oggi, per chi si trova a transitare sul ponte di Avons il collegamento è vissuto alla stregua di una, anzi della porta per la Carnia. Tale è il fascino e il significato di cui l’opera, vitale per mettere in contatto i paesi della conca tolmezzina, si è caricata con l’andare del tempo. Quel manufatto, dai contorni epici, taglierà domani il secolo di vita, abbracciato dall’affetto delle comunità che ormai cent’anni or sono contribuì in modo determinante a strappare dall’isolamento. Le vicende connesse alla sua realizzazione sono state ricostruite dall’architetto Adriana Stroili ne’ “I primi cent’anni del Ponte Avons”. Un bel volume di 179 pagine, pubblicato dai Comuni di Amaro, Cavazzo Carnico, Tolmezzo e Verzegnis assieme all’associazione intercomunale della Conca tolmezzina. Stroli vi ripercorre, fonti documentali alla mano, il travagliato cammino che portò alla realizzazione dell’opera, preceduto, nella trattazione, da due interventi di Anna Di Qual e Denis Baron, utili rispettivamente a contestualizzare la situazione socio-economico-politica della Carnia di fine ‘800 e a “fotografarla” dal punto di vista dei collegamenti stradali. La montagna dell’epoca è una terra che vive in condizione di arretratezza, dove le materie prime sono poche, come d’altronde lo sono i capitali e le infrastrutture, dove molti uomini prendono la via dell’Europa centrale in cerca di lavoro, dove il Tagliamento isola letteralmente i Comuni della conca tagliandoli fuori dal “traffico generale”. Il ponte è opera necessaria per superare il disagio e la svolta, in tal senso, arriva con una norma del 1903 emanata dal Regno d’Italia che apre la strada al finanziamento di questo manufatto tra gli altri. Opera, si è detto, fondamentale per superare l’isolamento in cui, a ogni nuova piena del fiume, si venivano a trovare le comunità locali, private d’improvviso dei vari ponti pedonali e dei guadi. L’opportunità è subito intuita, ma inizialmente non c’è accordo riguardo all’ubicazione del ponte. La scelta ricade infine su Avons, a Verzegnis. I Comuni si riunirono in un consorzio e affidano il progetto: figlio degli ingegneri Luigi Gortani, Gio Batta Calligaris e Ambrogio Moro, prevede una lunghezza complessiva di 423,45 metri, una larghezza di 5,40, 23 arcate di 15,35 metri, 4 piloni maggiori e 18 pile. Costo dell’opera: 826 mila lire, di cui 413 mila coperte da apposito sussidio governativo. Nel 1910 quattro cooperative operaie danno i natali al “Consorzio carnico delle cooperative di lavoro” che si aggiudica l’appalto assicurando occupazione a centinaia di operai. Fino a 300 contemporaneamente. La posa della prima pietra risale al 2 aprile 1911 e dà il via a lavori che portano, poco più di due anni dopo, all’inaugurazione del manufatto, strategico, ancor oggi, nella rete viaria della nostra montagna.