Aquileia: scatta la polemica per i mosaici nel sarcofago

di Domenico Pecile

«Una presenza invasiva, inutile, offensiva ed anche arbitraria. Un sarcofago». Antonio Rossetti, storico del Friuli e presidente dell'associazione "Cervignano Nostra", scuote la testa. E indica con disappunto quello che definisce il parallelepipedo, una costruzione in cemento armato e mattoni forati in costruzione a ridosso dell'ala sud della basilica di Aquileia, la Sud Halle. La realizzazione servirà a coprire i mosaici esistenti (musealizzazione)oltre a quello del pavone di Aquileia. La nuova costruzione, lunga 30 metri, è stata letteralmente unita al battistero risalente al IV-V secolo e alla cosiddetta "Chiesa dei pagani", del IX secolo, ostruendo per sempre la visione prospettica per chi guarda la basilica da Sud. Rossetti si è accorto di «quella bruttura» per caso. «Pochi giorni fa – racconta – mi trovavo ad Aquileia con mia moglie. Stavano entrando in una pasticceria poco distante dalla basilica. Ed è a quel punto che lo sguardo è andato a quella costruzione. Sono rimasto letteralmente annichilito. Mi sono chiesto cosa ci facesse quello sfregio adagiato sul monumento più importante del Friuli.  Sì, una vergogna, perché altera in modo brutale l'ambiente storicamente sedimentato e confligge con l'estetica del complesso monumentale». Facendo un paragone, «è come se a Milano, in piazza Duomo, venisse scoperto un mosaico su un fianco della veneranda fabbrica e si decidesse, per coprirlo e renderlo fruibile, di costruire un nuovo fabbricato di cemento armato e mattoni forati, salvo poi mascherarlo con una sorta di decorazione falso-gotica. Se lo immagina»? Sarà, ma è possibile che soltanto Rossetti e l'associazione si siano indignati visto che l'edificio in costruzione – che costerà 1 milione 690 mila euro – porta il timbro della Fondazione Aquileia, della Regione, della Provincia, del Comune, della Soprintendenza, dell'Arcidiocesi, della Fondazione società per la conservazione della basilica? «Ce lo siamo chiesti – è la replica – ma non troviamo risposta. Sappiamo anche che le pareti esterne saranno rivestite da pietre: un altro falso che stona doppiamente. Tanto valeva incaricare un grande architetto e puntare sul moderno e non sul finto antico». Nei giorni scorsi, il sindaco di Aquileia e presidente della Fondazione, Alviano Scarel, aveva detto che il tema della tutela dei resti archeologici all'aperto non è nuovo. «La copertura – aveva aggiunto – a qualcuno potrà anche non piacere ma conserverà i mosaici. Una scelta andava fatta».