Bagnaria Arsa: comunicato del Presidente “Comitato No Tav”

Non vorrei ricoprire il ruolo di guastafeste, ma alcune precisazioni sulla Tav sono doverose in questo momento di tripudio mediatico sul tema. Per quanto riguarda la nostra Regione, qualcuno si affanna a rivendicarne i risultati tralasciando alcuni aspetti non secondari sul metodo adottato e sul merito. Ricordiamo che l’informazione ai cittadini è stata fatta dai Comitati No Tav invitando esperti nazionali, perfino il progetto preliminare della tratta Ronchis Ronchi è stato distribuito ai sindaci dai Comitati molto prima che venisse fatto dalla Regione. Accordi internazionali e convenzioni firmate anche dai nostri governanti riguardanti il coinvolgimento e l’informazione alle popolazioni sono state disattesi. Ci sono state delle forzature per arrivare all’accordo e come testimoni cito i sindaci di Villa Vicentina e Porpetto. Una parte delle popolazione interessata dall’opera non condivide il progetto. Riguardo il merito, non è stata presentata ai sindaci la relazione costi benefici, anche questo previsto da leggi nazionali e direi anche dal buon senso. Il progetto Ronchi dei Legionari Trieste ha avuto parere negativo dal ministero dei Beni culturali. Nel 2005 il parere di Via sempre sulla tratta Ronchi Trieste è negativo per gli impatti ambientali provocati delle gallerie nel Carso. Gran parte della Trieste Divaca è in galleria, in un territorio sempre carsico. Com’è possibile che quel parere negativo sia sfuggito alle autorità di Bruxelles considerata la sensibilità che nutrono per la tutela ambientale? L’utenza nella nostra regione è scarsa, in particolare dallo studio dell’ingener De Bernardi emerge che non c’è utenza sufficiente per soddisfare una simile offerta. A tal proposito ricordiamo la soppressione di diverse corse internazionali e nazionali che riguardano la nostra regione. Il consiglio comunale di Monfalcone ha votato una mozione in cui chiede di trovare soluzioni alternative al passaggio in galleria nel Carso. I costi per km in Italia sono elevatissimi. A Firenze è in corso un processo con richieste di risarcimenti di danni per più di 500 milioni di euro e danni ambientali irreversibili. Quindi, ringraziamo per l’impegno profuso tutti coloro che nell’espletamento del proprio incarico si sono impegnati a favore di questa infrastruttura, ma non dimentichiamoci che non è sufficiente pensare a una grande opera per garantire le aspettative e garantire che i benefici siano superiori ai costi e ai sacrifici. E se le attese non saranno soddisfatte chi risponderà dell’insuccesso? Qualche esempio lo abbiamo anche nella nostra regione: lo scalo di Cervignano. Chi risponde per l’infrastruttura mai decollata, gli investimenti effettuati, l’enorme area agricola impegnata, la ghiaia impiegata che ha provocato un laghetto in zona di falda, le compensazioni monetarie concesse al Comune in cui si trova l’ex cava? Facciamo funzionare le cose che abbiamo migliorando l’efficienza, la manutenzione, la qualità del servizio, la puntualità, l’organizzazione. La situazione economica è critica, stiamo con i piedi per terra!<br />