Beppino Englaro: sì al diritto di rifiutare le cure, legge sul biotestamento anti-costituzionale

Il ddl del governo sul biotestamento non piace per nulla, com’era prevedibile, a Beppino Englaro il papà di Eluana. Cosa ne pensa del fatto che nel ddl proposto dal governo l’ultima parola viene lasciata al medico? Che è una cosa contraria alla Costituzione e sulla quale si è pronunciata chiaramente anche la Cassazione che, in una sentenza del 16 ottobre 2007, ha sottolineato che il medico non può disporre della salute altrui e che per intervenire o non intervenire c’è bisogno del consenso di qualcuno. In sostanza è la persona che dispone in merito alle cure da ricevere o rifiutare secondo la sua volontà. E su questo neppure lo Stato può e tantomeno deve mettersi di mezzo. Ne ho già parlato più volte con i medici e loro mi dicevano di non poter non curare i pazienti. Questo non è assolutamente vero.<br />
A questo punto cosa bisognerebbe fare secondo lei?
Va da sè che piuttosto che fare una cattiva legge, come quella proposta dal governo, è meglio lasciare le cose come stanno, dal momento che – come detto e ridetto – il diritto di decidere se farsi curare o meno spetta alla persona. E non è poi che se uno da capace diventa incapace per questo perde i propri diritti fondamentali. D’altra parte una buona legge dovrebbe rispettare sia chi vuole le cure sia chi non le vuole, come previsto appunto dalla Costituzione.
E a proposito dell’obbligo di alimentazione e idratazione cosa ne pensa?
Anche su questo punto sono costretto a ripetermi e a rifarmi a sentenze consolidate: sono una terapia e quindi chi vuole rifiutarle ha tutto il diritto di farlo. E i medici hanno il dovere di rispettare tale scelta.

Una risposta a “Beppino Englaro: sì al diritto di rifiutare le cure, legge sul biotestamento anti-costituzionale”

  1. aggiornamento del 10/03/11

    Si è chiuso, in Aula alla Camera, con due sedute di discussione generale, il primo round sul testamento biologico, che ha confermato la distanza tra maggioranza e opposizione sul provvedimento. Sulla linea del Pdl «in difesa della vita» si è schierato, come annunciato, infatti, solo l’Udc, mentre continua da parte di Pd e Idv la battaglia contro «una cattiva legge», anche se divergono le “strategie” parlamentari messe in atto dai due gruppi.
    Se il partito di Antonio Di Pietro, così come la pattuglia radicale, ha scelto la via della pregiudiziale di costituzionalità per cercare di bloccare la legge della maggioranza sul fine vita, i democratici hanno confermato la richiesta di sospensiva, depositata oggi a prima firma del capogruppo, Dario Franceschini. Non si può, però, per il leader dell’Idv parlare di «libertà di coscienza sul rispetto della Costituzione». E in conferenza stampa a Montecitorio, insieme a Beppino Englaro, Di Pietro ha paralto apertamente di «fiera dell’ipocrisia». «Ciascun partito – ha sottolineato l’ex pm – ha il dovere di dire come intende applicare la Costituzione» e «i parlamentari hanno il dovere di rispettare la laicità dello Stato, e lo dico – ha precisato – da cattolico credente. Ma nemmeno Gesù Cristo ha mai pensato di imporre agli altri la sua scelta».
    E mentre chiudendo la discussione generale in Aula alla Camera, il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, ha ribadito «la necessità di fare una legge» perchè «è compito del Parlamento dare una risposta legislativa a una questione aperta da almeno dieci anni», il papà di Eluana ha invece bollato come atto di «violenza inaudita» la volontà di «imporre le cure» per legge.
    Peraltro, per Beppino Englaro, è proprio la maggioranza a «essere ossessionata dall’eutanasia, che non c’entra niente. Io – ha detto – rivendico solo il diritto di essere lasciato morire», di «poter dire no all’offerta terapeutica se dovessi trovarmi in una situazione che per me è peggio della morte». Fermo restando «il sacro rispetto per chi ha una posizione diversa dalla mia».
    È proprio invece «in casa radicale» e dopo «le drammatiche vicende» del caso Englaro, secondo Paola Binetti, «che è nata l’esigenza di una legge con un preciso sigillo pro-eutanasico» e che «hanno indotto a scrivere una legge, che evitasse questa deriva». Legge che l’Udc voterà, pur riservandosi di presentare alcuni emendamenti. Fli ha annunciato un emendamento unico sostitutivo dell’intero testo di legge e anche dal Pdl non è escluso che arrivino alcuni emendamenti correttivi.
    Ma il Pd non ci sta. I democratici hanno presentato una richiesta di sospensiva all’esame del ddl sul testamento biologico. Secondo il deputato Rosa Calipari «nessuna legge piuttosto che questa». La vice presidente dei deputati Pd, ha aperto il suo intervento nell’aula di Montecitorio dove sono in discussione le norme sul testamento biologico. La vicepresidente democratica ha poi chiesto alla maggioranza di fermarsi cercando così di porre un parziale rimedio a un testo «irragionevole, autoritario e incostituzionale» e ricercando, invece, «una via condivisa per discutere di una norma che rifletta due principi: libertà e rispetto».
    La legge, ha spiegato ancora Calipari, «è contraria a principi di buon senso, e sembra una legge voluta da una politica ipocrita, assolutamente lontana dalla realtà, non curante dei diritti degli individui e irrispettosa del ruolo dei medici e degli infermieri. Sulle scelte che riguardano le fasi terminali della vita di ognuno di noi – ha concluso – si finirà a discutere, e a decidere, in tribunale».
    È proseguita intanto la mobilitazione dei Radicali e dell’associazione Coscioni davanti a Montecitorioi per «fermare» il ddl “contro” il testamento biologico. Davanti alla Camera campeggiava ieri mattina un cappio fatto con un sondino, con un cartello appeso al patibolo contro gli “aguzzini con i sondini”.

I commenti sono chiusi.