Blu notte: Lucarelli ha raccontato l’amianto di Monfalcone

blunotte_logo1Puntata da brivido questa domenica sera  su Rai tre a Blu Notte; Lucarelli con le inchieste ci sorprende sempre, ma stasera l’amaro in bocca aveva un gusto più aspro del solito. La puntata è stata quasi tutta incentrata sui fatti accaduti nei cantieri della Fincantieri di Monfalcone e sulle persone che vi sono morte per l’inosservanza delle norme sull’uso dell’amianto. Persone morte il giorno dopo essere andate in pensione; cinque morti nella stesa famiglia e la morte che coglieva, oltre agli operai, anche persone la cui unica colpa era fare le pulizie nei bagni dei lavoratori. L’amianto, chiamato anche asbesto, altro non è che un insieme di minerali del gruppo dei silicati, molto comune in natura, estremamente resistente al calore e quindi adatto per indumenti e tessuti da arredamento a prova di fuoco.

Agli inizi del novecento viene brevettata una miscela di cemento-amianto, commercializzata come Eternit, impiegata prevalentemente nel settore dell’edilizia per la costruzione ti tetti, navi e treni, ma anche per la fabbricazione di corde, cartoni e altri oggetti di uso comune.

Nonostante la sua pericolosità fosse stata appurata già dagli anni ‘60, le sua produzione continuò per tutti gli anni ottanta, lasciandosi dietro una scia di morti: al contrario di altre sostanze tossiche, che richiedono una maggiore esposizione per portare alla morte, l’inalazione anche di una sola fibra di amianto può causare tumori e malattie polmonari.

In Italia, in particolare, il suo impiego è fuori legge dal 1992, dopo la legge n. 257 dello stesso anno, che oltre a stabilire termini e procedure per la dismissione delle attività inerenti l’estrazione e la lavorazione dell’asbesto, si è anche occupata dei lavoratori esposti ad esso. Ma perché, pur essendo consapevoli della sua pericolosità, solo dopo più di 30 anni si è corsi ai ripari?

E lo stesso non si può dire per altri Paesi, Canada, Brasile e Russia in primis, che continuano a produrlo, ma anche India e Cina, dove viene addirittura lavorato a domicilio.

Per la prima volta Carlo Lucarelli si è occupato di questo fenomeno, questa sostanza serial-killer che ha portato alla morta di migliaia di italiani ed indagherà sull’omertà degli addetti ai lavori, che hanno messo l’economia davanti alla vita umana ed hanno preferito tacere. Drammatico il racconto delle vittime dei cantieri di Monfalcone, che insieme a Casalmonferrato è stata la località in cui Lucarelli ha sviluppato l’inchiesta.

Una risposta a “Blu notte: Lucarelli ha raccontato l’amianto di Monfalcone”

  1. Drammatico ascoltare queste storie di tragedie che potevano essere evitate. Purtroppo il profitto genera queste ingiustizie.

    Significativo quanto ha detto Massimo Marlotto. “Costa meno risarcire un operaio che evitare che si ammali”. Più o meno recitava così.

    Putroppo é vero : questi fatti sono poco conosciuti. E’ giusto parlarne per smuovere le coscenze delle persone.

    Roberto Cernigoj

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