Bufera su Scherzi a parte per lo sketch su Quagliarella


Non è più lo stesso il programma  ideato da Fatma Ruffini che va in onda dal 1992, seppur con interruzioni anche di due o tre anni fra alcune edizioni. La trasmissione è stata sin dalla prima edizione molto popolare, tanto che è entrato nel linguaggio comune dire "Sei su Scherzi a parte!", quando ci si trova in una situazione assurda e paradossale. Rimpiangiamo i tempi in cui conducevano Teo Teocoli e Gene Gnocchi

Stavolta è bufera su Scherzi a parte per lo sketch che ha coinvolto l’attaccante dell’Udinese Fabio Quagliarella.
No alle prese in giro ,alla confusione, ai pregiudizi, all’equivalenza trans/prostituzione. Il movimento AzionetransNazionale punta il dito contro Scherzi a Parte contestando Canale 5. «Le vere vittime sono state le trans a casa», denuncia la presidente Mirella Izzo. Che ora chiede l’intervento dell’autorità per le comunicazioni e dei responsabili del programma perchè nella trasmissione «venga dedicato un analogo spazio» per chiarire al pubblico la realtà dei trans.
Nello scherzo fatto all’attaccante dell’Udinese, secondo Mirella Izzo, venivano «confuse e rese equivalenti le condizioni dei maschi omosessuali e delle donne transgender» e si evinceva inoltre «l’equivalenza tra le transgender e la prostituzione, come se l’essere tali automaticamente dovesse evocare quel mestiere da cui effettivamente molte persone trans traggono sostentamento “obbligato”, ma per vivere, avendo tutte le porte dell’accesso al lavoro chiuse e non per “predisposizione genetica”».
Indignata anche la deputata  Paola Concia. «Uno spettacolo indecente, intriso di odio e pregiudizio verso le persone trans», dice. Chiediamo alla direzione di Canale 5 di scusarsi. È in atto un’offensiva culturale violentissima ai danni delle persone lesbiche gay e trans. Per fortuna ad esempi di tv fortemente diseducativa, si contrappongono iniziative di comunicazione positiva come la pubblicità realizzata dall’azienda Carpisa e presente oggi su alcuni quotidiani: un messaggio per San Valentino che educa al rispetto di tutti gli amori, anche di quelli tra coppie lesbiche e gay».
Pallido, sbigottito, incredulo. «Ma come è possibile?», sembrava chiedersi Fabio Quagliarella giovedì sera vittima di Scherzi a parte. Le immagini tv, strasmesse all’interno di una “finta” trasmissione sportiva in cui l’attaccante dell’Udinese era ospite in diretta, ritraevano la sua auto “ospitare” a bordo un trans. Alla guida non c’era lui ma un amico del calciatore, complice di Mediaset.
Quagliarella è cascato in pieno nella trappola, ma ha anche saputo mantenere un discreto autocontrollo nonostante la situazione “imbarazzante”. «Mi bloccava la diretta», ha spiegato l’attaccante. A Scherzi a parte il filmato mandato in onda è durato una decina di minuti, in realtà l’intera trasmissione che lo vedeva protagonista era durata un’ora e mezza con gli ultimi venti minuti dedicati allo “scoop” della troupe di Mediaset.
Man mano che andavano le immagini i pensieri si accavallavano nella testa dell’attaccante dell’Udinese. «Mi vedevo già sbattuto in prima pagina, con la reputazione rovinata. Io ho il massimo rispetto per tutti , gay, trans, ma a me, come continuavo a dire in trasmissione, piacciono le donne». Ha cercato una via d’uscita telefonando all’amico al quale aveva prestato l’auto, ma lui era complice e ovviamente ha smentito. «Quando poi è arrivata la chiamata di mio padre che mi rimproverava e in sottofondo sentivo mia madre che piangeva è stato come essere investito da un treno. Mai mi ha sfiorato l’idea che mi facessero uno scherzo»