Carnia: acqua, i tre sindaci ribelli perdono la lunga battaglia

di Alessandro Cesare.

Alla fine Golia ha battuto Davide. I tre Comuni della Carnia che non hanno accettato il “diktat” dell’Ato “Centrale Friuli” sulla gestione del servizio idrico integrato si sono visti respingere il ricorso dal Tribunale superiore delle acque pubbliche. I sindaci di Cercivento, Forni Avoltri e Ligosullo dovranno farsi una ragione: l’acqua, anche in questi territori, così come le fognature e i depuratori, saranno presi in carico dall’Autorità d’ambito territoriale che, a sua volta, li affiderà a Carniacque. La gestione comunale in economia degli acquedotti non ha più motivo d’esserci, almeno stando alla sentenza del Tribunale delle acque. Ma conoscendo l’ardore con cui i tre sindaci hanno portato avanti questa battaglia, c’è da credere che non sia stata ancora scritta l’ultima parola sulla vicenda. Eppure i vertici di Ato e Carniacque sono convinti che una loro gestione del ciclo integrato delle acque sia l’unica soluzione percorribile, e non soltanto per le disposizioni di legge, ma soprattutto per garantire investimenti importanti nel prossimo futuro. In montagna, in questi anni, Carniacque sta gestendo opere pari a 14 milioni di euro e molte altre saranno programmate dopo l’approvazione del Piano d’ambito. Certo, c’è il problema delle tariffe, che nei tre Comuni “ribelli” dovranno aumentare, livellandosi, comunque, a quanto già pagano gli altri cittadini di Carnia, Canal del Ferro e Valcanale. «Accogliamo positivamente la sentenza del Tribunale delle acque – afferma Andrea Zuliani, presidente dell’Ato “Centrale Friuli” –, ma non per metterci in contrapposizione con i Comuni, bensì in quanto la riteniamo una decisione utile a migliorare il servizio ai cittadini. Speriamo di poterci sedere attorno a un tavolo con i rappresentanti di Cercivento, Forni Avoltri e Ligosullo per avviare un ragionamento in termini sinergici. E’ impensabile infatti – aggiunge – che singoli Comuni possano effettuare quegli investimenti necessari a efficientare la rete del ciclo idrico integrato, che ricordo, oltre agli acquedotti, comprende anche le fognature e la depurazione». Zuliani, sottolineando come negli ultimi sei anni siano stati spesi, in provincia di Udine, oltre 130 milioni di euro dall’Ato, ha toccato anche il tema delle bollette: «Le nostre tariffe sono tra le più basse non soltanto del Fvg, ma d’Italia». Sull’impossibilità, per un singolo Comune, di gestire il servizio idrico, soprattutto in termini di investimenti, si è soffermato il direttore dell’Ato, Massimo Canali. Il presidente di Carniacque Roberto Pittoni, invece, ha lanciato un messaggio distensivo alle popolazioni dei tre Comuni: «Vorrei far comprendere alla gente che ha tutto da guadagnare nel passaggio a Carniacque in termini di miglioramento del servizio».

Una risposta a “Carnia: acqua, i tre sindaci ribelli perdono la lunga battaglia”

  1. aggiornamento del 15/12/2012

    Vertice ieri fra i tre primi cittadini – Manuele Ferrari, Giorgio Moroccutti e Dario De Alti rispettivamente dei Comuni di Forni Avoltri, Ligosullo e Cercivento – in seguito alla sentenza del Tribunale superiore delle acque che ha dato torto alle amministrazioni che resistevano al passaggio della gestione del ciclo integrato delle acque dei loro territorio all’Autorità d’ambito territoriale (Ato). «La sentenza del Tribunale superiore delle acque pubbliche – hanno detto i sindaci – costituisce una decisione non definitiva, e ci riserviamo per questo ogni valutazione per un possibile ricorso in Cassazione». «Con l’occasione – spiegano ancora i tre sindaci – giova ancora una volta ricordare come la legge statale abbia già abrogato le Ato e demandato alle Regioni il compito di riorganizzare il servizio idrico sul proprio territorio anche con riferimento alla gestione in economia del servizio da parte dei Comuni montani: e la nostra Regione è da due anni inadempiente». I sindaci poi insistono in questo modo: «Se la Regione Friuli Venezia Giulia esercitasse le proprie competenze, assumendosi la responsabilità politica che le compete, verrebbero meno anche le ragioni del presente contenzioso che, come detto, non può dirsi peraltro ancora concluso». Gli avvocati di parte, lo studio Cesare Mainardis, si sono astenuti da ogni dichiarazione, mentre il vicesindaco di Cercivento, Cristian Morassi, ha aggiunto che prima di prendere ogni altra decisione, si attenderà il deposito dei dispositivi della sentenza, preannunciando comunque che non si intende abbandonare la gestione del servizio senza aver tentato tutte le strade per mantenerlo in capo ai vari Comuni.

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