Carnia: il blocco delle gite d’istruzione mette in ginocchio gli albergatori

dal Gazzettino di oggi

Blocco delle gite e flop della pausa didattica proposta dalla Regione per la settimana bianca di inizio marzo rischiano di mettere in ginocchio l'economia turistica della Regione, specie in ambito montano. A lanciare l'allarme è il presidente del consorzio Carnia Welcome, Massimo Peresson. «Molte scuole ci hanno già chiamati per avvisarci del blocco delle gite d'istruzione, sono arrivate diverse disdette», spiega, fornendo una fotografia insolita per un periodo come quello di ottobre-novembre in cui di norma, le scolaresche, prenotano  le loro settimane bianche o verdi sulle montagne friulane, Carnia e tarvisiano, inserite tra le mete tradizionali, che affiancano le pur sempre gettonatissime città d'arte e capitali europee per le quinte superiori. «Il danno economico per il prodotto turistico sarà notevole perché gli studenti delle scuole andavano tradizionalmente a coprire i periodi meno appetibili per i turisti cosiddetti singoli, i mesi destagionalizzati – aggiunge Peresson -. A Forni di Sopra, ad esempio, le scolaresche occupavano quasi due mesi, dal 15 gennaio in poi. Per non parlare delle settimane verdi in primavere che da una decina d'anni attiravano l'attenzione di diverse scuole, per cui erano stati pensati percorsi tematici, naturalistici o legati ai comparti agricolo e artigianale». Azzardare cifre di un possibile contraccolpo per l'economia regionale è ancor prematuro, ma se si pensa ad esempio che nel tarvisiano l'80% dei turisti sono legati ai gruppi, sci-club e classi in gita, si possono facilmente immaginare le proporzioni del fenomeno. Per nulla bilanciato dalla settimana bianca di marzo voluta dalla Regione. «Alla fine anche questa ipotesi non favorisce la montagna e anzi rischia di penalizzare anche l'offerta estiva nei momenti in cui si dovessero recuperare i giorni in altri periodi dell'anno – conclude Peresson -. Le riforme non possono pesare sul comparto scolastico. In questo modo, con una sorta di occhio per occhio si rischia di rimanere ciechi: il consumo di vacanza cala, il comparto turistico paga meno tasse e la Regione recupera meno imposte».<br />