Ceghedaccio: 724 persone sottoposte a controlli preventivi, solo 16 oltre la norma


dal MV di oggi
 

Quando la prevenzione funziona davvero. Delle 724 persone sottoposte a controlli da parte dei carabinieri in occasione del Ceghedaccio (la grande festa danzante che si è svolta giovedì a Udine Fiere), solo 16 – poco più del 2% – avevano bevuto troppo per mettersi alla guida. E, di questi, sei hanno superato la soglia massima di 1,5 microgrammi di alcol per litro di sangue e si sono anche visti sequestrare l’auto dai militari dell’Arma.
«Avevamo organizzato il servizio – spiega il capitano Federico Patuzzo, comandante della Compagnia carabinieri di Udine – ai soli fini preventivi, per evitare che le persone che sapevano di aver bevuto si mettessero alla guida. Le nostre auto, infatti, erano ferme appena fuori dal parcheggio».<br />
Ben 724 persone hanno affrontato il cosiddetto “etilometro precursore”, un apparecchio che aspira un campione d’aria mentre il soggetto parla o respira e la analizza i pochissimo tempo. Solo in caso di presenza di alcol, la pattuglia invita l’interessato a sottoporsi all’alcoltest vero e proprio che ha valore legale. «Da tempo – riferisce ancora il capitano Patuzzo – abbiamo notato che le persone positive all’etilometro sono sempre di meno, segno che la gente adesso è davvero più cauta. E anche l’altra sera i risultati sono stati buoni».
In sostanza, anche secondo gli organizzatori dell’evento, la percentuale di persone che ha alzato un po' il gomito è talmente bassa, da far pensare che il senso della festa sia stato recepito. Il Ceghedaccio da sempre è la festa del “divertimento senza sballo”, frase che Renato Pontoni, l’anima del Ceghedaccio, ripete incessantemente da più di 10 anni. «Io lo dico sempre – spiega commentando i controlli delle forze dell'ordine – anche quando sono sul palco. Chi ha bevuto non deve guidare e mi sembra che tanti rispettino questa regola». In molti giovedì sera hanno raccontato di aver designato un guidatore sobrio, che ha trascorso la serata tra acqua e succhi di frutta. «Ma è questo il senso della festa – continua Pontoni – noi vogliamo far divertire la gente per la musica, l'allestimento, il clima, non certo per lo sballo. Ballare al suono della musica anni Settanta e Ottanta è la vera ragione per cui la gente viene al Ceghedaccio». Anche perché, si sa, alla festa revival per eccellenza partecipano intere famiglie.
«Ci sono mamme, figlie e nonne in alcuni casi – spiega – oppure marito e moglie con gli amici, colleghi e squadre di calcio, basket, pallavolo e quant'altro. All'1.30 finisce tutto e c'è anche qualche datore di lavoro che chiude un occhio se il giorno dopo i dipendenti arrivano un po' più tardi». E in più non ci sono solo i guidatori sobri, ma anche le corriere organizzate dalla Saf, da Trieste, Gorizia, Pordenone, Tolmezzo, Lignano e tante fermate intermedie. «Noi siamo stati tra i primi ad introdurre i mezzi di trasporto collettivi – aggiunge – e i risultati si vedono». Giovedì sera erano quattro le corriere affollate, senza considerare chi ha noleggiato pulmini per conto proprio, come un gruppo da Gonars e uno da Tolmezzo, tanto per fare un esempio. «C'è gente che addirittura viene in camper – racconta ancora – e poi sosta qualche ora davanti all'Ente fiera». E non mancano le persone che tornano a casa in taxi. Secondo Pontoni, le soluzioni non mancherebbero anche per chi vuole bere una birra in più, senza per questo rischiare la patente. L'organizzatore vuole aspettare di avere notizie più certe prima di fare ulteriori commenti. «Sapevamo dei controlli – spiega – lo sa anche chi partecipa al Ceghedaccio, perché parliamo di una festa sicura e meravigliosa».