Comeglians: l’allarme del Sindaco, «Frenare l’avanzata dei boschi»

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di Tanja Ariis.

Il sindaco di Comeglians, Flavio De Antoni, scrive alla Regione per chiedere fondi per affrontare il problema dei terreni incolti in paesi come il suo, in particolare per fronteggiare il pressante incedere del bosco attorno agli abitati. De Antoni ha preso in questi giorni carta e penna per sensibilizzare i servizi della Direzione centrale risorse agricole naturali e forestali competenti per la gestione forestale e produttività legnosa e per le produzioni agricole, in merito alla necessità di stanziare risorse finanziarie adeguate per il risanamento e il recupero dei terreni incolti e/o abbandonati nei territori montani e rispondere così alle istanze peraltro presentate quest’anno in base alla legge regionale 10/2010 solo da 6 Comuni montani (Comeglians, Lusevera, Savogna, Montereale Valcellina, Castelnuovo del Friuli, Frisanco) per 365 mila euro. Ma pare non ci siano fondi dalla Regione in questo senso (negli ultimi 3 anni erano stati corrisposti 800 mila euro). In Carnia in particolare, come da più parti e a più riprese è stato evidenziato negli anni, il bosco accerchia sempre più i paesi e ha inghiottito nel tempo, rendendo molti luoghi irriconoscibili, impressionanti estensioni di superfici che un tempo erano prato (come ad esempio evidenziato da un confronto tra foto aeree scattate ogni 10 anni dal 1945 al 2011 sul territorio di Comeglians). La aree montane regionali soffrono al tempo stesso di vuoto demografico, invecchiamento della popolazione, declino delle attività agricole estensive e, non ultima, di «incontrollata espansione del bosco – osserva De Antoni – che ha recentemente assunto proporzioni tali da limitare addirittura il diritto di proprietà. Nonostante sia riconosciuta alla copertura forestale una funzione ecologica di regimazione dei flussi idrici e mitigazione dei fenomeni franosi, l’imboschimento anche delle superfici terrazzate localizzabili nelle immediate adiacenze dei centri abitati, è oggi una delle principali cause di instabilità dei versanti. Le maggiori incognite sono rappresentate dalla spontanea riorganizzazione delle reti di drenaggio e dal sovraccarico di biomassa vegetale che grava sulle strutture di contenimento (muretti a secco, strutture a gradoni e altro) che caratterizzano i territori della montagna italiana. Il collasso dei tradizionali sistemi terrazzati è sempre associata a fenomeni erosivi e di scorrimento superficiale incontrollato, potenziali cause di allagamenti anche a valle». Ma i terreni abbandonati a ridosso degli abitati montani originano conseguenze negative anche di tipo sanitario, poiché sottobosco cespuglioso, erba alta e sentieri in stato di abbandono creano le condizioni microclimatiche più favorevoli per la diffusione delle zecche, causa, come noto, di malattie temibili come l’encefalite da tbe virus. I Comuni montani del Fvg hanno, dunque, delle specifiche e condivise problematiche, «tra queste – osserva De Antoni – una sempre più pressante richiesta di manutenzione ambientale da parte delle rispettive comunità, quasi sempre disperse su territori estesi e scarsamente popolati».