Comelli: a 10 anni dalla morte è ancora maestro di vita e di etica politica

"Il presidente della ricostruzione", "il maestro di vita e di etica politica", "l’innovatore che puntò sulla fabbrica della conoscenza", "una guida per la Resistenza", il cofondatore della comunità di lavoro Alpe Adria. Sono molti, e soprattutto scevri da qualsiasi retorica tanto sono ancora vicini all’esperienza di tutti i cittadini del Friuli Venezia Giulia, i meriti di Antonio Comelli, protagonista della storia dell’ultimo dopoguerra, consigliere provinciale prima, assessore regionale poi ed infine presidente della Giunta dal 1973 al 1984.
Meriti che sono stati ricordati oggi nel convegno "La Regione Friuli Venezia Giulia: Realtà e prospettive", organizzato nel decennale della morte, dalla Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia e dalla Fondazione Crup – di cui Comelli fu rispettivamente presidente e fondatore nel 1992 – nel palazzo della Regione di Udine, proprio a lui intitolato pochi mesi fa.<br />
Moderato da Bruno Vespa, il convegno si è aperto con gli interventi del presidente della Fondazione Crup, Silvano Antonimi Canterin e di quello della Cassa di Risparmio, Carlo Appiotti, che hanno tratteggiato il ricco itinerario di vita e di azione socio politica dell’avvocato Comelli, "uomo sobrio che badava anzitutto all’interesse generale", capace di "dura intransigenza quando si trovava dinnanzi – ha ricordato Appiotti – al venir meno dell’etica politica". A sottolinearne, invece, il tratto di "grande anticipatore delle quattro sfide che ancora oggi sono di attualità per il Friuli Venezia Giulia" è stato l’assessore regionale alla Cultura, Roberto Molinaro.
"La prima sfida è quella dell’identità. L’insegnamento di Comelli in merito – ha spiegato Molinaro – fu quello di interpretare in maniera alta una condizione di specialità che derivava anche dal fatto che questa è una regione in cui convivono più culture e lingue e di coniugarla con un momento di crescita. Questa è la lezione, non celebrata ma fatta di scelte concrete, che dovremmo rivedere nel momento in cui cerchiamo di comprendere il ruolo del Friuli Venezia Giulia in un’Europa allargata a 27, nella quale il rischio di omologazione è molto forte".
La seconda sfida che Comelli affrontò con grande lungimiranza fu quella istituzionale. "C’è – ha rievocato Molinaro – nella storia del Friuli Venezia Giulia una legge, la prima norma statale sul terremoto, e soprattutto un decreto legge che il Governo presieduto dall’on. Moro approvò il 27 giugno del 1976, che raccoglieva tutte le scelte che poi avrebbero guidato la ricostruzione della nostra regione. E’ un riferimento forte – ha sottolineato Molinaro – in un tempo in cui il federalismo in questo Paese viene invocato spesso solo come occasione di vantaggio piuttosto che come momento di assunzione di responsabilità".
La sfida internazionale rappresenta il terzo cardine nel quale l’esperienza di Comelli può fare ancora da faro all’azione amministrativa e politica del Friuli Venezia Giulia. "Questa è una regione che oggi – ha affermato Molinaro – cerca di ottenere una dimensione geopolitica che le consenta di espletare un ruolo per l’intero sistema Paese. Non è un’idea di questi giorni. Nel 1978, dieci anni prima che crollasse il muro di Berlino, il presidente Comelli fondò a Venezia assieme ad altre sei realtà territoriali, Austria Superiore, Carinzia, Croazia, Slovenia, Stiria, Veneto, Baviera e Salisburgo, la Comunità di lavoro Alpe Adria".
Infine, la sfida dell’innovazione. "Comelli ha firmato i fondamenti della politica agricola di questa regione – ha ricordato, infine, Molinaro. La legislazione di cui è dotato il Friuli Venezia Giulia è infatti ancora in buona parte quella che si deve all’opera normativa dell’allora assessore all’Agricoltura, Comelli".
Ad apportare ulteriori riflessioni sulla modernità dell’azione politico-amministrativa di questo protagonista della storia del Friuli Venezia Giulia, sono stati, inoltre, Sergio Bartole, ordinario di diritto costituzionale all’Università di Trieste, Bruno Tellia, sociologo dell’Università di Udine, ed Enzo Rullani, docente di economia della Conoscenza alla Venice International University di Venezia.
Numerosi gli indirizzi di saluto da parte di autorità e rappresentanti istituzionali, tra gli altri, quelli del rettore dell’Università di Udine, Cristiana Compagno, dell’assessore provinciale alle Politiche per la famiglia, Adriano Piuzzi, dell’assessore alla Pianificazione territoriale del Comune di Udine, Mariagrazia Santoro, del presidente della Camera di commercio, Giovanni Da Pozzo.
A chiudere il convegno i ricordi dell’on. Pier Giorgio Bressani, già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, del presidente dell’Ordine dei giornalisti del FVG, Piero Villotta e del segretario regionale dell’Anpi, Luciano Rapotez.