Englaro: dopo sei anni ancora nessuna legge, Il silenzio di Beppino

di Anna Buttazzoni
È il giorno del silenzio. Ma è anche il giorno in cui prendere atto che non c’è ancora una legge nazionale sul fine vita. Il 9 febbraio di sei anni fa a Udine moriva Eluana Englaro. Erano le 19.35 di un lunedì piovoso. Ieri papà Beppino ha ricevuto molte telefonate, anche dal suo Friuli, anche da Amato De Monte, l’anestesista a capo dell’équipe che ha seguito Eluana negli ultimi giorni alla Quiete. De Monte è il medico che un lunedì di sei anni fa telefonò a Englaro e gli disse: «E je lade Bepino, tu le as liberade». È anche il vice presidente dell’associazione “Per Eluana”, fondata nel 2009 a Udine, guidata da Englaro, fondata da lui e De Monte con Ferruccio Saro, Aldo Gabriele Renzulli, Massimiliano Campeis e che nel comitato scientifico raccoglie personalità come Stefano Rodotà, Umberto Veronesi, Ignazio Marino, Amedeo Santosuosso. Nella giornata del silenzio, come vuole che sia Beppino Englaro, in risposta al Governo che istituì il 9 febbraio la giornata sugli stati vegetativi, c’è spazio per i ricordi e per la consapevolezza che è ancoro lungo il cammino per veder rispettato il diritto a decidere della propria vita. «Come associazione – spiega De Monte – troviamo strumentale agganciare la data del 9 febbraio a qualunque ricorrenza. È la giornata del silenzio e della speranza, come dice Beppino Englaro, in cui noi ricordiamo quanto accaduto sei anni fa. Per noi significa lanciare un segnale forte di perseveranza, per continuare il percorso della campagna di informazione per arrivare al riconoscimento che va rispettata la volontà di una persona davanti a situazioni di vita estreme. È quello il nostro compito e continuiamo a portarlo avanti. Perché la scelta di un individuo, in un senso o nell’altro, nel voler essere mantenuto in vita oppure no, dev’essere rispettata, nella considerazione totale che si deve alla volontà e al sentire della persona. Affinché ciò avvenga – continua De Monte – è importante che le persone siano informate in maniera libera, obiettiva e scevra da ogni condizionamento ideologico e confessionale». L’associazione “Per Eluana” non molla e con fermezza chiede una legge nazionale. «Il fatto che ancora il Parlamento non abbia fatto nulla è un segnale disarmante. Si sta cercando di far calare il silenzio, per far passare tutto nel dimenticatoio. È un gesto offensivo – sostiene l’anestesista – cui tutti devono opporsi, perché non è pensabile che chi riveste cariche così importanti faccia finta di non sapere che c’è una problema aperto». De Monte chiude l’aspetto “istituzionale” e va ai ricordi. Alla telefonata di ieri con Beppino. «Ci siamo sentiti sì e per lui è la giornata del silenzio. Il 9 febbraio è una data che ci lega in maniera indissolubile. Non passa giorno – racconta De Monte – senza che io pensi, in un modo o in un altro, a Eluana. È stata un’esperienza fortissima, umanamente e per la consapevolezza acquisita di tanti aspetti della società e delle persone, in positivo e negativo».

Una risposta a “Englaro: dopo sei anni ancora nessuna legge, Il silenzio di Beppino”

  1. Angelo che sei volata via
    Abbi pieta’ dell’ipocrisia se si punta ancora il dito senza mettersi in discussione
    Non capendo che un domani ci si potrebbe trovare nella stessa situazione!
    Cala il silenzio legislativo
    Ma il tuo ricordo e’ piu’ forte di una liberta’ di scelta ostacolata!
    Perdona l’ignoranza di questa societa’sballata!!!!

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