Fagagna: l’uranio impoverito uccide un soldato Friulano

Quando ne sentiamo parlare in televisione, sembra sempre che la notizia riguardi qualcun’altro, lontano da noi. Invece stavolta la vittima è un giovane soldato Friulano Quattro mesi di Albania con l’Esercito in servizio di ferma breve, tre anni di calvario per gli effetti dell’uranio impoverito, una morte tra le sofferenze a soli 26 anni, compiuti soltanto il 10 di questo mese. E’ questo il tragico destino che la vita ha riservato ad Andrea Orsetti che viveva con la madre a Fagagna in una villetta a schiera in via Resistencia al civico 39. Andrea si è spento nel primo pomeriggio di ieri all’ospedale di Udine dove era ricoverato dal 25 agosto.

Questo, per lui era l’ultimo ricovero, da quando nel Natale del 2005 si erano manifestati i primi sintomi di un male subdolo, il linphoma di Hodgkin che era stato alimentato dai metalli pesanti, presenti nelle armi e munizioni che il giovane soldato aveva usato durante il servizio come volontario in Albania. Un tumore inesorabile che sta, stando alla denuncia dell’Osservatorio militare, mietendo morti tra il personale delle Forze armate. Stessa sorte è toccata nei giorni scorsi al colonnello medico Amos Lucchini, 53 anni che a Padova lascia moglie e due figli.

Dal Natale 2005 è cominciato il calvario con cure molto forti e con il riconoscimento di un’invalidità del 100% e una pensione da 257 euro al mese. «Dentro e fuori gli ospedali – racconta la madre – fino al settembre dello scorso anno, quando a Ematologia della Clinica universitaria dell’ateneo udinese si sono tentati ben due trapianti di midollo osseo: il primo un autotrapianto, il secondo a giugno di quest’anno da donatore». Non ci sono stati gli effetti sperati e la situazione è progressivamente peggiorata, con ulteriori complicazioni alla fine di questo agosto e le ultime quattro settimane di vita nel letto dell’ospedale».


 «Non mi rendo ancora conto – spiega la mamma –. Ho davanti agli occhi tutta quella sofferenza. Andrea era un ragazzo tranquillo, posato e senza grilli per la testa. Aveva deciso di andare sotto le armi dopo aver lasciato gli studi. Aveva 18 anni quando si arruolò nel 5º Reggimento a terra "Superga", nel 2000 per la ferma di un anno. Poi il 7 febbraio la partenza per l’Albania a Ureilimuthit, con il 3° Reggimento artiglieri terrestre Volturno. Tutto andava bene, ci raccontava, del resto tutto si è per così dire risolto in pochi mesi. Il rientro a Udine è avvenuto il 6 giugno e il 21 agosto Andrea si è congedato».

Andrea Orsetti viveva a Fagagna con la madre dal 2004. Il padre Enrico abita ad Ancona. In questi giorni è arrivato in Friuli per stare vicino al figlio. Dopo il servizio militare il giovane e la madre avevano avviato un’attività commerciale che due anni fa, visto il precipitare delle condizioni di salute di Andrea hanno dovuto chiudere.

Ora in via Resistencia 39 si attende soltanto il nulla osta delle autorità per poter dare una sepoltura a un giovane ucciso da un male che doveva essere prevenuto e affrontato in maniera diversa, non come una rassegnazione per una sorta di "prezzo da pagare". La morte di Andrea è anche un’ulteriore richiesta di giustizia, come si sottolinea all’Osservatorio militare che nel dare notizia della sua morte, ammonisce ricordando che è la vittima numero 168. E’ la richiesta di giustizia che nel silenzio del dolore chiedono i familiari di Andrea.



4 Risposte a “Fagagna: l’uranio impoverito uccide un soldato Friulano”

  1. In Friuli Venezia Giulia sono quattro o cinque i militari rimasti intossicati intossicati dall’uranio impoverito durante le missioni all’estero. Oltre ad Andrea Orssetti – deceduto ieri all’ospedale di Udine – i i morti sono stati due: Emanuele Pecoraro, 31 anni, tarvisiano, e Giorgio Parlangeli, che abitava a Cervignano.

    Giorgio Parlangeli, pugliese di origine, abitava a Cervignano dal 2002. Era caporalmaggiore del Genova cavalleria a Palmanova. Anche lui è stato protagonista di missioni nei Balcani: Bosnia e Kosovo. E’ morto ad aprile, due giorni dopo la senatrice Franca Rame ha dettato una dichiarazione: «Una storia dannatamente uguale a quello dei suoi 45 colleghi che l’hanno preceduto nel calvario della malattia prima e della morte poi».

  2. 25/09/2008

    Un ragazzo che ha dato la vita per il suo dovere di cittadino italiano e per portare la pace. È il ricordo di Andrea Orsetti nelle parole di padre Sisto Tonetto, da quattro anni rettore della chiesa di San Vito, nel cimitero cittadino di Udine. A lui il compito, ieri, di celebrare l’estremo saluto all’ex artigliere residente a Fagagna morto lunedì scorso nel reparto di ematologia dell’ospedale di Udine, dove si trovava ricoverato per un linfoma di Hodgkin, malattia che l’Osservatorio militare attribuisce all’uranio impoverito presente nelle munizioni utilizzate dai soldati in missione nei Balcani. Andrea, che aveva compiuto 26 anni il 10 settembre, nel 2001 era stato arruolato nel 5° Reggimento “Superga” a Portogruaro e appena ventenne aveva affrontato un periodo di missione volontaria all’estero con il 3° Reggimento artiglieri terrestre “Volturno”, impegnato per quattro mesi in Albania.

    Da questo suo sacrificio ha dunque preso forma il ricordo di padre Tonetto. «Non è facile nemmeno per un sacerdote trovare le parole giuste per una morte del genere – ha detto il celebrante –, per una morte come quella di Andrea. Che dopo tre anni di vero martirio ha smesso di soffrire e ha trovato ciò che desiderava, la pace e la vicinanza con Dio. I suoi ultimi tre anni sono stati di vera sofferenza, ma io ho fiducia, ho tanta fiducia, che ora Andrea sia tra noi in una forma che non immaginiamo, libero dal corpo». Padre Tonetto ha quindi ricordato un doloroso precedente, la celebrazione due anni fa di un altro funerale per un giovane militare morto anch’egli per un linfoma di Hodgkin. «Un pensiero va a tutti i commilitoni di Andrea – ha aggiunto il sacerdote – che come lui hanno donato la vita per assolvere al proprio dovere di cittadini italiani e per portare la pace nel mondo». Ieri la chiesa di San Vito ha visto radunarsi molti giovani, gli amici di Andrea che hanno voluto stringersi in un unico grande abbraccio alla madre dell’ex artigliere, Donata Casasola, e al papà Enrico. Nessun applauso e nessuna parola in più oltre a quelle pronunciate da padre Tonetto, come a non voler rompere il senso di rispetto che ieri aleggiava nel piccolo tempio. A celebrazione conclusa il feretro, coperto da rose gialle e rosse, è stato cremato e quindi tumulato nella tomba della famiglia materna, perché Andrea riposi accanto ai nonni.

  3. mi dispiace molto x questi ragazzi deceduti ma dobbiamo dire basta basta alle guerre non c’e’ mai un buon motivo x uccidere o x farsi uccidere

I commenti sono chiusi.