Fagagna: Marco Ziraldo ai vertici mondiali del gioco delle bocce

di Giuliano Banelli

C’è il friulano Marco Ziraldo ai vertici mondiali del gioco delle bocce. Una specialità che ad alto livello richiede una grande preparazione atletica e doti tecniche sopraffine. Tutto ciò è incarnato da Ziraldo, che da bambino prodigio è gradualmente diventato il miglior giocatore del mondo. Ziraldo, oro ai Mondiali di Feltre nella specialità del tiro progressivo dopo il titolo europeo dello scorso anno. La sua sensazione alla fine dei 5 fatidici minuti, dinnanzi alle oltre duemila persone presenti? É stata una sensazione stupenda, senza ombra di dubbio la più avvincente che io abbia mai vissuto. Il fatto di tirare in una cornice di pubblico e in un contesto ambientale unici per lo sport delle bocce, davanti a una moltitudine di appassionati friulani accorsi a Feltre a sostenere i colori azzurri, sospinto da un tifo continuo ed assordante che mi ha accompagnato nell’arco della prova, è stata per me un’emozione irrepetibile che rimarrà un ricordo indelebile  L’Italia ha totalizzato 5 medaglie: un oro, due argenti e due bronzi. Un bottino per niente male. Ma già da quando sono stati resi noti i nomi dei convocati, è stato considerato la carta vincente dei mondiali. E così è stato. Peccato che per due sole bocce non è arrivato anche il secondo oro nella staffetta assieme al compagno Longo. Cos’è successo? La sconfitta nella staffetta è stato un fatto inaspettato. Le aspettative erano ben altre. Arrivavamo da due risultati consecutivi strepitosi: 57 bocce colpite nei cinque minuti, che ci avevano permesso di superare i quarti di finale e le semifinali. Credo che su entrambi, ma in particolare sul mio compagno di soli 23 anni, abbia pesato lo stress mentale e fisico accumulato in una settimana di continui impegni ad alti livello. Comunque per lei rimane un grande mondiale: il fatto di giocare in casa e soprattutto, pur con una contrattura muscolare, il fatto stesso di aver vinto. Pensa che ci sia ancora un futuro con la Nazionale ai prossimi europei e mondiali? É stato effettivamente un mondiale straordinario, ma anche irto di difficoltà, se si pensa che venerdì mattina, quando mi hanno accompagnato all’ospedale per l’ecografia, non ero ancora sicuro di poter continuare la competizione. Al futuro non penso. Mi godo il presente! Per essere al top e vincere un mondiale, qual è la preparazione tipo che deve sostenere? É evidente che il raggiungimento del top della condizione richiede mesi di allenamento sia fisico che tecnico. Sono ore e ore di allenamento e di sacrifici, per me e per la mia famiglia. In questo contesto la mia gratitudine va a mia moglie e a mia figlia che “sopportano” le mie assenze e al professor Dario Campana che con grande perizia e affetto mi prepara sempre al meglio. La stagione passata è stata magica anche nel campionato di massima serie con la maglia della Pontese di Treviso. Solo un incontro perso in questa specialità su una trentina giocati. Per contratto rimane con la stessa squadra anche quest’anno. Poi? Non solo rimango, ma in cuor mio spero di chiudere la mia carriera con la Pontese, dove ho trovato compagni meravigliosi e uno staff dirigenziale competente e appassionato, assieme ai quali quest’anno ho raggiunto risultati inimmaginabili: secondo posto nel campionato italiano di società, vittoria nella Coppa Europa e nella Coppa Italia. Infine, per avvicinare il lettore allo sport delle bocce, cosa vuole dire? Dico di andare a vedere la registrazione della mia finale di Feltre: un mix di fatti straordinari che non possono che inserire il nostro sport fra quelli più spettacolari ed avvincenti. E’ praticamente impossibile che non ci si innamori delle bocce: vi aspetto.