Felicità: si può essere felici senza soldi e in tempo di crisi?

gatto-feliceCon la crisi economica che sta attraversando il mondo in questo periodo, c’e’ ben poco da ridere: il crollo della banca Lehamn Brothers e la crisi dei mutui statunitense ha innescato un vortice vertiginoso che ha fatto crollare le borse di tutto il mondo. Ma per tirarvi un po’ su il morale, ecco i luoghi del mondo dove potreste ritrovare il sorriso perduto tra i numeri dell’economia mondiale.

Recentemente e’ stato scritto un articolo dal titolo “Sviluppo, liberta’ e felicita’ cresente”: questa ricerca e’ stata pubblicata proprio recentemtne sulla prestigiosa Perspectives on Psychological Science ed e’ stata scritta da politologi, psicologi dell’Universita’ del Michigan e di Brema e da uno studente italo-inglese, Roberto Foa, che studia scienze politiche ad Harvard ed e’ associato di ricerca presso il World Value Survey.

Agli intervistati di tutto il mondo e’ stato chiesto di valutare il proprio grado di “felicità“, intesa come espressione di stati d’animo, e di “soddisfazione nella vita“, intesa come collegata alle condizioni di sviluppo soprattutto economico.
 
Ecco alcuni dati interessanti, estrapolati dalle analisti di quei paesi di cui erano disponibili dati per piu’ di un decennio:
 

52 paesi intervistati in almeno un decennio hanno rivelato che il benessere individuale e’ aumentato: 40 casi hanno registrato questa situzione, mentre solamente 12 hanno registrato una diminuzione del benessere e della felicita’ individuale. La quota globale di chi si sente “molto felice” e’ aumentata in media del 7 per cento.

Italia. Cominciamo dal nostro paese. La popolazione italiana intervistata che si definisce “molto felice” e’ nettamente in calo rispetto agli anni passati e rimane comunque la percentuale piu’ bassa rispetto agli altri paesi d’Europa. Il senso di benessere nel nostro paese e’ passato dal 10 per cento del 1981 al 18 per cento del 1999. Nel 2007 e’ pero’ ricaduto al 16 per cento.
Francia.

Dai nostri cugini d’Oltralpe il senso di benessere e’ partito nel 1981 con una percentuale del 19 per cento, per poi salire ad un picco di 36 punti percentuali. Ma anche qui nel 2007 ha subito una battuta d’arresto, fermandosi al 31 per cento.
Ungheria.

Il paese che viene fuori da una difficile situazione e da un passato non molto felice, batte l’Italia: qui si passa dall’11 per cento di felicita’ registrata dieci anni fa, all’attuale 17 per cento della popolazione che ammette di essere felice.
Russia.

Anche la Russia batte il nostro paese quando si parla di felicita’, anche se rimane un po’ indietro rispetto all’Italia quando si parla di benessere economico e “soddisfazione nella vita“. Secondo gli studiosi la spiegazione e’ tutta qui: “Il segreto della felicità è la libertà“.

Felicita’ e soldi.
Gli studiosi hanno confermato una verita’ vecchia quanto il mondo: i soldi non fanno la felicita’. Non e’ retorica, secondo questo sondaggio e proprio cosi’. Questa teoria e’ spiegata dalla cosiddetta “legge dei rendimenti calanti” o assuefazione: quando si rivolve il problema della sopravvivenza e si raggiunge un certo benessere materiale, se il reddito aumento non e’ detto che aumenti anche la felicita’. Un esempio sono le regioni orientali dell’Europa, che con la crisi del comunismo hanno sofferto molto, anche economicamente: ma il loro grado di felicita’ e’ molto alto.