Friuli: attività Arpa a rischio, Osmer a rischio smantellamento

di Domenico Pecile

Efficiente. Efficace. Quasi indispensabile. Piace ai cittadini. Ha 20 anni di vita e un pedigree di tutto rispetto. Era nata come una sorta di azienda speciale all’interno dell’Ersa. Doveva effettuare le previsioni del tempo dedicate all’agricoltura e ai cicli della stessa (trattamenti, concimazioni, semina, ma anche allerta in vista di eventi atmosferici nocivi come le grandinate). Ma via via l’Osmer è diventato una sorta di servizio che fa parte della quotidianità di tutti giacché si è “scoperto” che il tempo dal punto di vista meteorologico scandisce le nostre giornate. E interessa. Non è esagerato affermare che oggi l’Osmer è uno dei fiori all’occhiello della nostra Regione, una struttura all’avanguardia nel resto del Paese e in grado di competere con le realtà analoghe del resto dell’Europa. Eppure, sull’Osmer incombono nubi minacciose. Si vocifera di un suo ridimensionamento. Si parla di una sua possibile divisione in due tronconi. Soltanto rumors? No, qualcosa di più se è vero com’è vero che sull’argomento è calato il silenzio più totale. Molti sono i mugugnani. In tanti sono arrabbiati. Ma nessuno mette il propriio nome in calce alle dichiarazioni o firma il proprio disappunto. A dare la stura definitiva ai timori del ridimensionamento dell’Osmer è stata la delibera regionale di generalità numero 1559 dello scorso 5 agosto che stabilisce il «Trasferimento del personale tecnico e amministrativo Osmer presso la Protezione civile della Regione, per l’attivazione del Centro funzionale di Protezione civile». La stessa delibera tuttavia si spinge ben oltre e individua anche i previsori che dovrebbero passare, armi e bagagli, in quota Protezione civile: Marcelino Salvador e Livio Stefanutto. Ma serve un passo indietro per capire a fondo la vicenda. Dunque, oltre a questi due previsori, il servizio Osmer è composto anche dal direttore, Stefano Micheletti, e dagli altri previsori Sergio Nordio, Olivio Stefanutto e Arturo Fucillo. L’Osmer, nel 2000 fu trasferito all’Arpa che dal 1988 prevedeva, tra le sue funzioni, anche quelle specifiche delle previsioni meteo. Il passaggio dall’Ersa all’Arpa ha favorito un indubbio salto di qualità dell’Osmer che ha potuto beneficiare degli strumenti tecnico-scientifici a disposizione dell’Arpa medesima. In virtù dei dati forniti dall’Osmer, l’Arpa garantisce controlli sui camini, sulla qualità dell’aria, sul monitoraggio marino, su quello lagunare e fluviale, sulle previsioni circa la qualità dell’acqua per la balneazione. L’Arpa, inoltre, è “strumento” operativo al servizio della Regione, delle Province, degli enti pubblici e della Protezione civile. Attualmente, l’Osmer effettua per conto della Protezione civile la previsione di allerta e le valutazioni dell’andamento degli eventi considerati meteorologicamente “pericolosi”. Questo comporta, tra l’altro, che quando scatta l’allarme della Protezione civile, l’Osmer garantisce la presenza 24 ore su 24 degli operatori. Già, la domanda sorge spontanea: perché spezzare in due un settore efficiente ed efficace che garantisce un ottimo servizio rischiando di indebolire l’Arpa (che ridimensionerebbe i suoi servisi) e di non garantire la necessaria copertura alla Protezione civile? Si potrebbe obiettare che l’Arpa potrebbe correre ai ripari assumendo altri due previsori. Sarà, ma parlare di assunzione di questi tempi (giova ricordare che anche l’Arpa potrebbe entrare nel mirino della riorganizzazione della struttura regionale annunciata dal governatore, Renzo Tondo) pare una chimera. Senza contare che nel caso l’Arpa bandisse un concorso, di certo tra gli aspiranti ci sarebbero proprio i due previsori che la Regione vorrebbe trasferire alla Protezione civile. Ma c’è dell’altro. Perché la delibera è stata presa senza nemmeno chiedere il parere ai vertici dell’Arpa? Insomma, ha senso dividere una struttura formata da sei persone e che in ogni caso attualemente assolve anche i compiti richiesti dalla Protezione civile? Domande, ma anche dubbi legittimi, che attendono una risposta dalla politica. Risposta che ancora si fa attendere, lasciando l’Osmer nel timore, altrettanto legittimo, di un suo smembramento.