Friuli: Biotestamento, legge impugnata dal governo, l’assessore noi ci opporremo

di Anna Buttazzoni .
Il Governo dice no. E boccia la legge regionale sul biotestamento, varata dal Consiglio regionale il 3 marzo. Ma la bocciatura spalanca le porte a una nuova battaglia legale, perché l’assessore alla Salute Maria Sandra Telesca annuncia che la Regione resisterà davanti alla Corte costituzionale. La decisione di impugnare le norme del Fvg per incostituzionalità è arrivata ieri dal Consiglio dei ministri. «La legge in oggetto – recita il comunicato diffuso da palazzo Chigi – invade la competenza esclusiva dello Stato sia in materia di ordinamento civile (articolo 117, secondo comma, lettera l) della Costituzione, sia in materia di tutela della salute, i cui principi fondamentali sono riservati alla legislazione statale, ai sensi dell’articolo 117, terzo comma, della Costituzione». Il Consiglio sapeva di avere di fronte una questione spinosa, diventata banco di scontro tra i partiti con la storia di Eluana Englaro, morta il 9 febbraio 2009 a Udine. Da allora attorno a papà Beppino dal capoluogo friulano ha preso forma un gruppo di persone che a gran voce chiede una legge nazionale sul fine vita, persone che sono raccolte nell’associazione “Per Eluana”, come il primario di anestesista Amato De Monte che fu a capo dell’équipe che seguì Eluana nel suo ultimo viaggio. E quel gruppo di cittadini prese l’iniziativa di una petizione popolare con oltre 5 mila firme per chiedere almeno alla Regione Fvg di approvare una legge sul registro per il biotestamento. A farsi portavoce della richiesta il consigliere regionale di Sel Stefano Pustetto, divenuto primo firmatario del testo approdato in Aula. Un provvedimento che, come da previsioni, ha diviso il Consiglio e i partiti, tanto che su 49 eletti al voto hanno partecipato in 35, con un risultato di 30 favorevoli, tre contrari e due astenuti. La legge regionale non ha alcun impatto sulle cure. È invece un elenco chiaro e dettagliato sull’istituzione del registro regionale per le Dat, cioè le dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario, la definizione tecnica per indicare il biotestamento. E la norma prevede la procedura che un cittadino deve seguire nel caso voglia presentare il proprio testamento biologico o voglia esplicitare l’intenzione di donare organi e tessuti dopo la morte. La legge regionale stabilisce che la registrazione è gratuita e prevede la possibilità di nominare un fiduciario o un amministratore di sostegno. Il testamento biologico, inoltre, ha valore sia che si tratti di un semplice foglio scritto e firmato di proprio pugno sia del modulo da compilare che viene messo a disposizione da diverse associazioni (dal gruppo Luca Coscioni a “Per Eluana”). L’importante è che la firma sul documento avvenga davanti a un responsabile della propria Azienda sanitaria. Saranno poi le singole Aziende per l’assistenza sanitaria a creare la banca dati nella quale custodire i biotestamenti, banca dati che sarà protetta e l’accesso riservato. Aspetti amministrativi, insomma, ma con un fine politico chiaro, spingere il Parlamento a legiferare. Ecco perché la Regione resisterà davanti alla Consulta. «Rivendichiamo di aver posto il tema anche all’attenzione nazionale – commenta Telesca –, vorremmo essere di sprone a un’iniziativa parlamentare e dunque resisteremo all’impugnazione. Nel merito, i principi espressi dalla legge ci appaiono di grande rilievo sociale. La legge – chiude l’assessore – forse può avere dei punti di debolezza, anche se per noi ha una valenza solo amministrativa. Il Consiglio regionale ha ritenuto comunque importante far valere la sua potestà».