Friuli: Cina niente visto per la febbre suina


La Cina ha negato l’ingresso a una decina di scolari del convitto Paolo Diacono di Cividale del Friuli (Udine) e ai loro accompagnatori, per il timore di importare il virus della febbre suina. La storia e’ raccontata oggi sulle pagine del ‘Messaggero Veneto’, che spiega che la partenza della comitiva di 23 friulani, tutti in piena salute, era prevista per oggi, con un volo Venezia-Pechino via Francoforte. Ma il 18 maggio una mail perentoria da parte delle autorita’ di Pechino aveva comunicato che il gruppo non poteva piu’ andare in Cina. ”Non venite in Cina – scrive il Messaggero Veneto, e’ la sostanza della lettera – perche’ qua la situazione peggiora a causa dell’epidemia di influenza. Siamo costretti a prendere questa decisione per tutelare la salute di voi stranieri e la nostra”.<br />
Gli scolari delle classi quarta e quinta della scuola primaria del convitto avevano in programma un viaggio studio in una delle scuole piu’ prestigiose della Cina, , la Beijing Yucai School. Per le spese, il convitto aveva gia’ anticipato 6 mila euro per biglietti aerei, assicurazioni, visti. Il convitto Paolo Diacono aveva gettato gia’ nello scorso ottobre le basi per la gita d’istruzione. Era accaduto nel corso di un seminario internazionale, occasione in cui il rettore Oldino Cernoia aveva ideato il viaggio di sette giorni di full immersion nelle aule della Yucai, a stretto contatto con i coetanei cinesi, piu’ la sistemazione in famiglie o in albergo per tutta la comitiva.

Il rientro era programmato per il 4 giugno. Circa 15 giorni fa, i dirigenti della Yucai avevano chiesto chiarimenti sui casi di febbre suina in Italia. Il convitto aveva interpellato l’ambasciata d’Italia a Pechino e chiesto un parere preventivo all’Organizzazione mondiale della Sanita’. Sembrava non ci fossero problemi, invece… La scuola di Pechino ha comunque assicurato che lo scambio didattico e’ solo rimandato.