Friuli: decorazioni e piante per un bel Natale

di CRISTINA BURCHERI

 
Non fai a tempo a girati attorno, ed è Natale. Pochi e semplici elementi, un po’ di fantasia, basteranno a vestire a festa la casa. Classici, immancabili, intramontabili, sono gli alberi di Natale, luminarie, ghirlande, presepi. Più che alla stravaganza e all’originalità a tutti i costi (che troppo spesso è incline al cattivo gusto e all’esagerazione), il Natale va a braccetto con la tradizione. Piccole decorazioni, ottenute con elementi semplici e naturali (rami di pino, agrifoglio, pungitopo, quercia, edera, bacche e pigne, intrecci di rami di salice e di vite)  permettono di ottenere un effetto gioioso e caldo che contribuisce a vivere con poesia questo periodo.
Tra le piante che si possono usare nelle composizioni c’è il salice (Salix viminalis) i cui rami più giovani e flessuosi sono tradizionalmente usati per l’intreccio.
Tra le bacche quelle di rose (come la Rosa canina e la Rosa multiflora) offrono un grande effetto. Nel Friuli di una volta le rose erano ritenute piante di buon augurio così come l’alloro (Laurus nobilis L.), potente pianta propiziatoria. Anticamente gli archi che si costruivano nel villaggi in occasioni solenni (come potavano essere le visite vescovili, ingresso del pievano, alcune processioni eccetera) venivano adornati con ramoscelli d’alloro. Così come presso i romani, anche in Friuli era piuttosto comune piantare un alloro, più raramente un cedro, vicino all’abitazione nella credenza che potesse allontanare i fulmini. E ancora: «A Natale, capo d’anno e Pasqua le carni – ricordava lo studioso gemonese Valentino Ostermann (1841-1904), definito da Giuseppe Marchetti “il primo folclorista friulano” – nelle beccherie meglio fornite si ornano con rametti di questa pianta».
Sempre Ostermann cita un’altra pianta che ben si adatta alle decorazioni natalizie: il Corylus avellana – il nocciolo – che d’inverno sfodera graziose infiorescenze, le maschili lunghe e pendule, simili a catenelle. Del nocciolo lo studioso gemonese scriveva: «I suoi fiori detti pìndui dal noglâr si crede spuntino nella notte della vigilia di Natale, e perciò sono benedetti. Il frutto (nole) è di quelli che sogliono donare le fate, con dentro vesti, gemme, ori e tutto ciò che si può desiderare».
Altra pianta utile a decorare casa è la quercia. Anch’essa albero di buon augurio, un ramo di quercia – in friulano rôl – era inalberato, in mancanza del pino, per festeggiare la costruzione di una edificio. Preziose erano e sono le bacche di ginepro (Juniperus communis e, in friulano, ’zenevre, barancli, curnovìt eccetera), usate nei tempi che furono per fare suffumigi nelle stanze dei bambini ammalati. Possedere un bastone di legno di ginepro era considerata una fortuna e una ricchezza perché a quest’essenza si attribuiva il potere di tener lontane streghe, apparizioni diaboliche e pericoli di ogni sorta e genere.