Friuli: Doc, l’Unione dei Consorzi al via, la guida a Giorgio Badin

di Ilaria Purassanta

Il Consorzio dei consorzi di tutela del vino è già una realtà. La sigla dell’atto istitutivo è avvenuta dinanzi al notaio di Cividale Francesco Petroni e questa settimana, invece, è stata già convocata la prima riunione operativa di tutti gli aderenti. Al nuovo organismo, composto dagli enti di tutela del vino Colli orientali e Ramandolo, Isonzo, Latisana, Aquileia, Annia, Grave – ovvero tutti i Consorzi Doc della regione, dunque fatta eccezione per il Collio e Carso – spetterà dettare gli indirizzi strategici sui temi portanti della vitivinicoltura, dalla promozione alla lotta fitosanitaria. La presidenza del nuovo organismo è stata affidata a Giorgio Badin della Doc Isonzo, il vicepresidente è Marco Rabino della Doc Aquileia e la carica di segretario è stata affidata a Pierluigi Comelli, della Doc Colli orientali e Ramandolo. «Si tratta di un’associazione – spiega Comelli – che comprende tutti i consorzi, ma non si sostituisce a essi. Siamo consapevoli, però, dell’importanza di fare sinergia e di mettere insieme le risorse, anche umane: con questa operazione riusciremo a realizzare risparmi di scala. Ora le istituzioni, inoltre, potranno contare su un interlocutore unico e non potranno più nascondersi dietro il fatto che ognuno va per la sua strada. Questo ente rappresenta la volontà di tutti i Consorzi. Noi abbiamo dimostrato collaborazione e buona volontà. Per la Regione sarà più semplice dialogare con un ente unico di produttori e professionisti, che, d’altro canto, deve poter incidere sulle scelte politiche dell’assessorato all’agricoltura». Comelli tende la mano ai produttori del Collio e Carso: «Le nostre porte sono aperte. Abbiamo dimostrato che in Friuli si riesce ad andare d’accordo, a parte l’enclave del Collio e Carso che si crede l’ombelico del mondo. Ritengo però che i produttori avveduti del Collio – e conosco tanti imprenditori capaci – appoggeranno questa nostra iniziativa, comportandosi di conseguenza anche nei confronti dei loro organi direttivi, perché capiranno che rimanere autonomi non porta da nessuna parte. Siamo pronti ad accoglierli, ma non accetteremo diktat o condizionamenti da parte di nessuno». Sul fronte della promozione del vino, Comelli auspica che si ritorni al connubio fra turismo e agroalimentare e che le iniziative siano portate avanti in maniera unitaria. Nell’agenda del Consorzio dei consorzi c’è anche lo studio per un progetto di minore impatto ambientale per i trattamenti fitosanitari. Si vorrebbe infatti trasformare il Fvg nella prima regione “verde” sul piano della lotta fitosanitaria, in linea con le nuove disposizioni comunitarie, che diventeranno obbligatorie nel 2014. Per quanto riguarda la Doc Friuli, si sta procedendo alla raccolta delle firme: bisogna raggiungere, in base alle normative vigenti, il 35% dei consensi dei produttori del Friuli Venezia Giulia. La pratica poi, una volta ottenuto il parere favorevole della Regione, deve passare al Ministero dell’agricoltura e quindi a Bruxelles per l’approvazione. «Contiamo di arrivare al traguardo entro uno o al massimo due anni», conclude Comelli.