Friuli: ecco i perchè del no agli OGM


di Sergio Boschian

Le principali ragioni e i motivi del No agli Ogm (organismi geneticamente modificati), da parte di 2.446 Comuni, 41 Province, 16 Regioni italiane (Fvg escluso!) e di ben 3.600.000 cittadini-contribuenti-consumatori italiani che nel 2007 hanno firmato contro le produzioni agricole Ogm (o transgeniche), si possono così riassumere. Il primo e il più importante è che l’inquinamento “genetico”, a differenza di tutti gli altri tipi di inquinamenti, è totalmente irreversibile!  Secondo: per la nota legge universale che dice: «Niente si crea, niente si distrugge, tutto si trasforma», le piante Ogm rimaste sul terreno dopo la trebbiatura della granella si trasformano a opera della microflora e della microfauna del terreno in humus, cibo nutrimento delle piante, dei lombrichi e degli insetti e via via su per la scala alimentare fino ad arrivare alle nostre tavole come prodotti agroalimentari! Terzo: per la immutabile legge naturale delle “nicchie e/o spazi biologici”, le piante Ogm, nelle quali è stato inserito in laboratorio il gene Bt (Bacillus Thuringensis) che impedisce ai bruchi di completare il loro ciclo di sviluppo, nel tempo portano gli insetti “parassiti” delle coltivazioni vegetali a “selezionare” tra di loro individui “resistenti” allo stesso gene Bt, vanificando così la difesa genetica indotta “artificialmente” con la tecnica Ogm. Questo stesso meccanismo di selezione naturale vale anche per le piante cosiddette infestanti nei riguardi dei diserbanti come il noto glifosate abbinato ai semi Ogm di mais. Vale qui ricordare anche l’irrisolto, gravissimo e persistente inquinamento delle falde freatiche, da parte di un altro diserbante usato per molti decenni nel mais (ora proibito) che è l’atrazina! Allora è corretto e giusto che tutta la Comunità regionale debba pagare, per questi enormi danni economici e ambientali, al posto di chi ha in pratica inquinato un bene comune così prezioso come l’acqua? Inoltre, in un ambiente agricolo coltivato così frazionato come quello del Friuli Venezia Giulia, è tecnicamente e biologicamente improponibile e del tutto impossibile la coesistenza tra le produzioni Ogm con quelle tradizionali e ancora meno con quelle biologiche; non solo per i pollini delle piante Ogm trasportati dal vento (azione anemofila) a distanze chilometriche, ma anche per l’azione stessa degli insetti (azione entomofila) come l’ape che ha un raggio d’azione del volo anche di 3 chilometri e degli stessi animali, in primis gli uccelli che si nutrono di semi che poi rilasciano “inquinando” così con quella specie vegetale vaste aree di terreno! Poi, un rapporto di un gruppo di esperti del Mit (Massachussets Istitute of Technology) afferma che dopo vent’anni di ricerche e tredici di commercio i contadini americani che seminano Ogm «non hanno delle rese agricole superiori» rispetto alle semine “tradizionali”, che garantiscono già ora dei costanti e buoni raccolti! Recentemente lo Stato austriaco ha commissionato alla prestigiosa e antica Università di Vienna, dipartimento di Medicina veterinaria, una ricerca sull’uso di mangimi Ogm in confronto con quelli “tradizionali” su cavie di laboratorio: i risultati ottenuti «sono molto preoccupanti» perché le femmine alimentate con gli Ogm hanno partorito un numero statisticamente “significante” di cuccioli morti per alterazioni metaboliche, di quelli sopravvissuti molti alla maturazione sessuale sono risultati sterili; questo risultato va ad aggiungersi ad altri studi e ricerche “indipendenti” eseguiti in altri Stati, che hanno prodotto dei risultati analoghi! Per questo, in alternativa alla tanto discussa tecnica Ogm, si propone quella innovativa del Mas (Marker Assisted Selection) o detta dei Marcatori molecolari assistiti, che permette la lettura immediata della mappa genetica dell’ibrido ottenuto dall’incrocio “naturale” di due varietà vegetali, senza quindi manipolare in laboratorio il Dna della cellula vegetale. Tale tecnica, messa a punto recentemente all’Università di Udine, permette l’immediata selezione degli ibridi migliori sia sotto il profilo produttivo sia sotto quello della resistenza alle più diffuse e pericolose patologie vegetali e avversità naturali come la siccità. Grazie proprio a questa rivoluzionaria metodologia, l’Iga (Istituto genomica agraria) di Udine ha reso noto che entro 2-3 anni potranno essere messe in commercio varietà di vite da vino resistenti “naturalmente” alle malattie viticole! Pertanto alla luce anche delle recenti disposizioni statali di Germania e Francia che vietano le coltivazioni di una varietà di mais Ogm, e in base a quello che prevedono le disposizioni Ue a garanzia della salute umana, si rende necessario nel caso specifico degli Ogm applicare il cosiddetto «principio di precauzione» perché troppe sono ancora le incognite. Si ricorda inoltre che la scienza tecnicista purtroppo non è infallibile e una delle reali dimostrazioni è il drammatico caso della Bse o mucca pazza che ha provocato diverse vittime umane e danni economici gravissimi su scala mondiale! Quindi per molti di noi, cittadini contribuenti e consumatori consapevoli, varrà da ora in poi lo slogan ecocompatibile: Ogm no grazie – Mas sì grazie.<br />