Friuli: Franco Pellizzotti escluso dal giro d’Italia

Brutte notizie per Franco Pellizotti. Il friulano della Liquigas-Doimo, tra i big più attesi della carovana ‘rosa’, dopo il terzo posto 2009, non potrà essere al via del Giro d’Italia 2010. Al centro del caso i valori alla vigilia del Tour de France 2009 (nel quale Pellizotti aveva conquistato la prestigiosa maglia a poix), inseriti nel passaporto biologico . Quasi sicuramente sarà Vincenzo Nibali a prendere il suo posto l’8 maggio ad Amsterdam per il via ufficiale della corsa, con Ivan Basso che, a questo punto, rimane il capitano unico della formazione italiana. Il Giro 2010 perde dunque uno dei suoi protagonisti, a causa di un caso trapelato, come ormai consuetudine, a pochi giorni dal via del grande evento delle due ruote.

Al delfino di Bibione, che è stato informato della procedura due mesi fa, è imputata una variazione anomala di un valore al controllo effettuato dall’Uci alla vigilia della corsa a tappe francese. L’Unione ciclistica internazione ha chiesto alla federazione italiana di aprire una procedura d’infrazione al regolamento antidoping a carico del corridore. Per domani, comunque, è attesa la decisione ufficiale, che potrebbe coinvolgere ben cinque ciclisti.

Pellizotti rischia di andare incontro ai due anni di stop che, il prossimo 2 giugno, dovrebbero venir inflitti dal Tribunale nazionale antidoping a Pietro Caucchioli, fermato tempo fa dalla Uci per la stessa ragione e per il quale la Procura antidoping del Coni ha appunto chiesto una pena sportiva biennale.

Una risposta a “Friuli: Franco Pellizzotti escluso dal giro d’Italia”

  1. Dal MV di oggi

    Viaggio all’inferno, per ora solo andata. Franco Pellizotti il corridore di origini carniche, uno dei favoriti del Giro d’Italia che partirà sabato da Amsterdam, non prenderà domani sera l’aereo per l’Olanda. L’Unione ciclistica internazionale (Uci), infatti, lo ha sospeso cautelativamente dall’attività agonistica per una variazione anomala rispetto ai valori inseriti nel passaporto biologico, il monitoraggio costante cui da due anni sono sottoposti gli atleti per verificare che non facciano uso di sostanze dopanti. L’Uci ora, come da prassi, ha invitato la Federazione ciclistica italiana ad aprire un procedimento disciplinare a carico dell’atleta, terzo un anno fa al Giro e vincitore della maglia a pois al Tour, per «un’apparente violazione delle regole antidoping». Stesso provvedimento è stato preso a carico dello spagnolo Jesus Prado e dello sloveno Tadej Valijavec. «Non c’è nessuna sanzione al momento per l’atleta – ha detto il presidente della Fci, Renato Di Rocco – solo una sospensione cautelare». «Adesso Franco dovrà giustificare queste anomalie nel proprio passaporto – ha aggiunto – e non potrà partecipare al Giro, ma non ci sono al momento alcune sanzioni nei suoi confronti».
    Una mazzata per Pellizotti. Una mazzata che l’atleta ha appreso ieri pomeriggio da un amico che aveva letto la notizia sul sito della Gazzetta dello Sport, il quotidiano che organizza la corsa rosa. Sì perchè nel caos di regole in cui è invischiato da anni il mondo del ciclismo, norme che consentono ad esempio a un corridore squalificato in Italia per doping come Valverde di correre (e vincere) all’estero, accade pure questo.
    E a Pellizotti, che solo sabato era giunto terzo al Gp di Larciano dimostrando un’ottima forma in vista della corsa rosa, è crollato il mondo addosso. Nessuna accusa di doping, ma la necessità di giustificare una serie di valori anomali riscontrati alla vigilia del Tour 2009. «Sono pulito e lo dimostrerò presto», ha detto l’atleta subito messosi in viaggio verso Milano per un primo contatto con i suoi procuratori e il suo legale. «Il 18 marzo avevo ricevuto una raccomandata dell’Uci nella quale mi si chiedeva di giustificare alcuni valori anomali emersi in un controllo prima del Tour 2009, durante il quale ero stato sottoposto senza problemi a tre controlli. Avevo subito informato la Liquigas-Doimo, la mia squadra e poi, con l’ausilio non solo del medico sociale, dottor Corsetti (che è anche il presidente dell’Associazione medici delle squadre professioniste), ma anche di ematologi di fama, avevamo giustificato quei valori all’Uci. I nostri consulenti avevano parlato di ’alterazioni fisiologiche’». Il corridore della Liquigas è ferito e accusa la tempistica dell’annuncio. «Avrebbero potuto comunicarmi queste anomalie per tempo così da darmi l’opportunità di difendermi. Invece l’hanno fatto alla vigilia del Giro, l’appuntamento per me più importante della carriera, quel Giro che passa in Carnia, sulle mie strade: così mi rovinano». «Mi sembra di vivere in un incubo – continua l’atleta – sono certo che uscirò pulito da questa vicenda perchè non ho mai fatto uso di sostanze illecite, ma penso a stasera quando dovrò dare spiegazioni a mio figlio, che già aveva visto pronte le valige per la corsa rosa. Non si può fermare un corridore solo per un sospetto, vecchio quasi di un anno. Avrei potuto chiarire tutto prima, ora mi tolgono la corsa della mia vita».
    Il 32enne corridore friulano terrà oggi alle 17 al Novotel di Milano una conferenza stampa in cui, assieme al medico della Liquigas e ad alcuni specialisti, spiegherà che quelle alterazioni evidenziate nel passaporto biologico sono «di natura fisiologica». L’atleta poi è intenzionato a avviare un’azione legale contro la stessa Uci, rea di avergli impedito «solo per un sospetto e senza nessun dato certo» la partecipazione al Giro. Intanto però non salirà sull’aereo per Amsterdam ed è atteso a una lunga trafila tra Procure antidoping e Tribunali. per un caso simile il collega Caucchioli, sospeso lo scorso luglio dall’Uci, è ancora in attesa di giudizio dal Tribunale antidoping della Federazione. La carriera del ciclista di origini carniche è fortemente a rischio. Altro che trionfo in rosa sullo Zoncolan. Insomma, un viaggio all’inferno. Per ora senza ritorno.

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