FRiuli: funghi, intossicati in aumento In ospedale curate 100 persone 14/10/2011

di Alessandra Ceschia

Oltre un centinaio le persone finite all’ospedale o agli ambulatori per intossicazione da funghi in un anno in provincia di Udine e tre gli interventi di trapianto di fegato. «Lo scorso autunno, un’intera famiglia è arrivata al Pronto soccorso per aver mangiato i funghi raccolti in giardino». A parlare è Cinzia Cerea dell’Ispettorato micologico. Il Dipartimento di prevenzione dell’Ass 4 ogni lunedì e martedì dalle 8.30 alle 10.30 offre il servizio gratuito di controllo dei funghi. Un’attività che proseguirà fino all’11 novembre, ma che, comunque, può essere sempre richiesta su appuntamento». «Quest’anno il rischio è ancora maggiore, vista la scarsità di funghi, quindi invitiamo i cittadini a contattare il personale dell’ispettorato micologico prima di consumarli dopo la raccolta» avverte la Cerea. Questo dovrebbe essere il periodo migliore per porcini, galletti, i finferli e mazze di tamburo, in realtà quest’anno, assicura il personale dell’Ispettorato micologico, non ce ne sono molti. «È quindi più facile che chi ricorre alla raccolta di funghi per consumo personale o come fonte di integrazione al reddito si esponga a rischi utilizzando anche specie poco conosciute» avverte la Cerea. «Il nostro compito – assicura l’ispettore – è vigilare sulla commercializzazione, va detto che l’83% dei funghi venduti in regione proviene dai paesi dell’Est Europa, in primis Polonia, Romania, Serbia e Montenegro, in questo caso effettuiamo controlli sulla radioattività al confine. Il rischio è rappresentato anche dalle famiglie che raccolgono funghi spontanei destinati all’autoconsumo. È facile cadere in errore specie per chi, anno dopo anno, ha raccolto i funghi nel proprio giardino, certo di ritrovare la stessa innocua specie sotto lo stesso albero. Purtroppo però, questa non è la sola causa di intossicazione – aggiunge la Cerea – c’è chi acquista da venditori abusivi, e chi mette a repentaglio la propria salute commettendo errori nella conservazione, nella preparazione e nella cottura». Da qui il decalogo che l’ispettorato micologico fornisce agli utenti. Fondamentale raccogliere esemplari in buone condizioni, che vanno riposti in contenitori rigidi e aerati, e consumati in maniera sollecita. I funghi vanno prelevati interi e, se di diversa specie, trasportati in contenitori separati. Quanto all’acquisto, è bene evitare i venditori occasionali e, comunque, sprovvisti di autorizzazione alla vendita, ed è buona norma controllare il certificato rilasciato dall’Ispettorato micologico. Per quanto attiene alle regole per il consumo, i funghi vanno lavati ripetutamente e cucinati a lungo, meglio limitare le porzioni visto che sono di difficile digestione. È consigliabile evitare il consumo di funghi crudi o poco cotti e non affidarsi al giudizio di commestibilità riportato sui libri in quando, come spiega l’ispettore, non sono sempre aggiornati. «Lo scorso anno abbiamo controllato 3 quintali di funghi, ma va detto che gran parte degli episodi di avvelenamento avvengono in seguito al consumo di funghi commestibili sottoposti a conservazione e cottura non ottimali».