Tolmezzo: caso Condello, ora agli arresti domiciliari anche il brigadiere Gianblanco

1_gianblancodal MV di oggi

Già indagato all’inizio di quell’inchiesta per droga che ha destato parecchio scalpore, da ieri è agli arresti domiciliari anche l’altro carabiniere della Compagnia carnica. Nel pomeriggio di ieri gli agenti della Squadra mobile della questura di Udine, assieme ai colleghi del commissariato tolmezzino e a un’aliquota dei Cc della sezione di polizia giudiziaria della locale procura, hanno eseguito una perquisizione nell’abitazione del brigadiere Silvio Gianblanco, notificandogli poi l’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari, nella sua residenza a Buja. La misura cautelare è stata firmata dal Gip del tribunale di Tolmezzo Lorenzo Massarelli su richiesta della procura: il sostituto procuratore Luca Olivotto e il procuratore Giancarlo Buonocore che sono titolari dell’inchiesta. Nuovi riscontri investigativi sono alla base della misura cautelare nei confronti del brigadiere. In questo momento dell’inchiesta non è ancora possibile conoscerli nel dettaglio né capire se in qualche modo sia stato lo stesso Condello a fornire utili indicazioni, dal momento che dopo le prime, parziali ammissioni risulta che il luogotenente si sia sempre avvalso della facoltà di non rispondere durante gli interrogatori che erano stati chiesti dai Pm. Secondo quanto si è appreso, la perquisizione di ieri è stata “positiva” nel senso che gli inquirenti hanno sequestrato documenti che saranno analizzati e confrontati con altri per chiarire se la tesi investigativa fin qui seguita può essere ampliata ad altri episodi o ad altre persone. Come si ricorderà, infatti, anche al luogotenente Condello è contestato un solo episodio di cessione di stupefacenti – quello d’inizio agosto quando fu arrestato – mentre invece le altre ipotesi investigative riguardano i reati di detenzione di droga (un congruo quantitativo di hascisc e cocaina), falso sui verbali di distruzione delle sostanze e poi le due ipotesi di reato contro la pubblica amministrazione, la concussione e il peculato che sono appunto legati alla qualifica assunta da Condello specie dopo essere entrato in possesso della droga sequestrata. Questi stessi reati sono stati contestati ieri a Gianblanco. Sempre ieri, intanto, al tribunale di Trieste è stato discusso l’appello presentato dai difensori del luogotenente che chiedevano il ripristino della misura cautelare degli arresti domiciliari. Come si è già scritto, Condello dal 16 settembre si trova nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. Il giudice si è riservato la decisione. Su questa eventualità la procura di Tolmezzo non si era opposta, verosimilmente anche in previsione della nuova svolta nell’inchiesta che proprio ieri ha portato all’arresto del brigadiere Gianblanco. Il suo interrogatorio di garanzia si svolgerà a breve.<br />

Il luogotenente Demetrio Condello e il brigadiere Silvio Gianblanco  sono stati una colonna per l’Arma dei carabinieri di Tolmezzo. Il primo come comandante del Norm, il secondo come uomo di fiducia e sempre presente in ogni inchiesta, specie quelle contro il fenomento della droga. Come si può vedere da queste immagini, i loro volti apparivano sempre quando in conferenza stampa i magistrati o i comandanti dell’Arma spiegavano ai giornalisti i risultati delle inchieste. Il nome del brigadiere Gianblanco era già emerso all’inizio dell’inchiesta che ad agosto aveva portato al primo arresto di Condello, poi tramutato dai domiciliari al carcere per una “semplice” violazione degli obblighi. Adesso la posizione di Gianblanco si è aggravata tanto da convincere il giudice ad avvalorare la tesi investigativa della procura su un coinvolgimento maggiore anche del secondo carabiniere, da ieri sera pure lui ai domiciliari a Buja.

Una risposta a “Tolmezzo: caso Condello, ora agli arresti domiciliari anche il brigadiere Gianblanco”

  1. aggiornamento del 15/10/2011

    Oggi per il brigadiere dei carabinieri Silvio Gianblanco di Buja, da giovedì agli arresti domiliari con l’accusa di cessione di droga, detenzione, falso, peculato e concussione, è in programma al Tribunale di Tolmezzo l’interrogatorio di garanzia. Potrebbe essere uno degli ultimi capitoli di un’inchiesta iniziata in luglio con l’arresto del luogotenente Condello al quale la Procura della Repubblica di Tolmezzo ha rivolto le medesime accuse destinate al suo subordinato. La Squadra mobile della Questura di Udine, che da settimane sta supportando il lavoro del Procuratore di Tolmezzo, Giancarlo Buonocore e del sostituto Luca Olivotto, dopo aver vagliato tutti i verbali di sequestro della droga effettuati dall’ex comandante del Norm di Tolmezzo, avrebbe isolato una decina di casi “sospetti”. Difficile tuttavia stabilire il giro di denaro prodotto dai traffici illeciti di cui sono accusati i due militari dell’Arma. Poche migliaia di euro per elevare il tenore di vita o somme più ingenti? Questo gli investigatori non l’hanno ancora chiarito anche se la prima ipotesi sembra la più probabile. Certo, tuttavia, è che la svolta di due giorni fa con l’arresto del brigadiere Gianblanco sia arrivata a seguito delle parole dette nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere agli inquirenti dal luogotenente Condello. Il militare fino al suo trasferimento al sud non aveva mai voluto parlare, sempre si era avvalso della facoltà di non rispondere. E però aveva sempre escluso di aver interessato il sottoposto dei suo traffici illeciti. Poi in carcere qualcosa è cambiato. E sono arrivati i domiciliari per Gianblanco, il brigadiere senza problemi economici in famiglia che, secondo l’accusa, “usava” la droga per “arrotondare” lo stipendio.

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