Friuli: i Comuni sotto i mille abitanti possono gestire da soli l’acqua

 

T.A. dal Mv di oggi

I Comuni montani sotto i mille abitanti possono gestire da soli, senza dover ricorrere a società partecipate, il servizio idrico integrato. Lo ha chiarito nei giorni scorsi il Ministero dell’ambiente, dopo le numerose richieste di spiegazioni pervenute a riguardo. In Carnia dunque, in astratto, la previsione potrebbe riguardare ben 18 Comuni su 28. Oggi a mantenere la gestione in economia sono invece solo Cercivento, Forni Avoltri e Ligosullo, Comuni che hanno ingaggiato sei anni fa una battaglia legale contro l’Aato (Autorità d’ambito territoriale ottimale) per il diniego di tale facoltà. Per l’ufficio legislativo del Ministero dell’Ambiente vale l’interpretazione della Sezione abruzzese della Corte dei Conti, secondo cui, ai sensi dell’articolo 148, comma 5, Dlgs 152/2006, per i Comuni montani sotto i mille abitanti, il ricorso alla gestione diretta del servizio idrico integrato è possibile a patto che gestiscano l’intero servizio idrico e previa valutazione della convenienza economica della gestione diretta nonché col consenso dell’Autorità d’ambito competente. Il sindaco di Cercivento, Dario De Alti, ricorda che in Italia molte Aato, come ad esempio in Trentino e in Piemonte, ma anche a Macerata hanno già lasciato autonomia ai piccoli Comuni sul servizio idrico e che la legge 42/2010 ha soppresso comunque le Aato, la cui vita è prolungata solo a forza di proroghe: «l’Aato è un morto vivente – dice De Alti – a cui è stato dato ossigeno, ma la cui fine è segnata. La Regione deve intervenire e legiferare. La confusione che regna è a causa della sua inerzia, ma ora deve adempiere. Noi piccoli Comuni siamo concorrenziali, diamo fastidio per questo: dimostriamo da anni di garantire efficienza ed efficacia a costi 4 volte inferiori che Carniacque».

Una risposta a “Friuli: i Comuni sotto i mille abitanti possono gestire da soli l’acqua”

  1. Bene, penso che nessuno voglia espropriare i piccoli comui dal gestire in proprio il ciclo integrato delle acque, la legge “Galli” non l’ha di certo inventata Berlusconi e la legge regionale di recepimento tanto meno Tondo. Ma mi sento di ricordare che gestire in proprio il ciclo idrico integrato significa non solo incassare i proventi derivanti di canoni o riparare qulche piccola perdita, ma anche mettersi in regola se non giá fatto in passato con acquedotti, con fognature e soprattutto ancora con impianti di depurazione! La vicenda del sindaco Cuzzi e dell’ingegner Pillinini mi ha insegnato molto a tal proposito! Buona fortuna.

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