Friuli: ingegneri e architetti dichiarano guerra all’Ater, ci penalizza

di Giacomina Pellizzari, dal MV di oggi.

Gli Ordini professionali contro l’Ater. Dopo lo stop imposto dall’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavoro, servizi e forniture (Avcp) all’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale perché progetta le opere dell’Azienda per i servizi sanitari Medio Friuli applicando le tariffe professionali e per questo viola i principi della libera concorrenza sugli appalti pubblici, i presidenti degli architetti, Bernardino Pittino, e degli ingegneri, Giampaolo Guaran, sono pronti a dar battaglia per «evitare che gli accordi tra enti pubblici tolgano spazio alla libera professione». «Non è dimostrabile che questi accordi portino risparmi» tuona Guaran, sollecitando la Regione a prendere posizione perché, spiega, «se andiamo su questa strada tutti i liberi professionisti dovrebbero essere assunti dalla Regione, in caso contrario tutti, anche l’Ater, devono stare sul mercato». Guaran ritiene, infatti, «priva di fondamento» la tesi dell’Ater secondo la quale «l’Ass 4, attraverso gli affidamenti all’Ater, ha ottenuto eccellenti prestazioni professionali, difficilmente ottenibili nel libero mercato, a un costo sicuramente inferiore a quello delle tariffe professionali». E aggiunge: «Queste affermazioni presuppongono che solo negli uffici Ater ci sia l’eccellenza e che gli altri liberi professionisti siano di serie B». Guaran, infatti, non crede che l’Ass 4 avrebbe speso di più se si fosse rivolta a un libero professionista: «Una convenzione di questo tipo, forse prima della riforma Bersani, quando i professionisti applicavano la tariffa scontata al massimo del 20%, poteva far risparmiare, ma oggi non è più così». Ecco perché Guaran smonta pure la motivazione dei 20 tecnici a rischio lavoro ricordando che, in periodo di crisi, molti studi professionali sono costretti a licenziare o a introdurre il part-time. «Il parere dell’Avcp è corretto – ripete il presidente degli ingegneri -, questo sistema non è più sostenibile, se non si va tutti sul mercato si penalizza la libera professione». Altrettanto duro Pittino: «E’ comprensibile che l’Ater cerchi spazi per far lavorare i suoi tecnici, ma questo non può togliere spazio alla libera professione». Partendo da questo concetto, l’Ordine degli architetti sta analizzando il parere dell’Avcp per decidere quali strade percorrere per ottenere un chiarimento. A dare man forte ai presidenti degli Ordini professionali ci pensa il decano degli ingegneri, Giuliano Parmegiani, rendendo nota la lettera scritta, nei mesi scorsi, all’allora presidente dell’Ater, Attilio Vuga, per contestare il fatto che l’azienda di via Sacile non solo progettava per conto di altri enti pubblici, ma affidava anche «aspetti di dettaglio della prestazione a soggetti terzi o chiedeva, per risolvere aspetti peculiari dell’incarico, consulenze a esperti». Parmegiani tira in ballo la convenzione stipulata dall’Ater con l’Erdisu relativa alla progettazione del risanamento della Casa dello studente di viale Ungheria: «Nella determinazione del corrispettivo, l’Ater ha fatto riferimento alla tariffa professionale degli ingegneri e architetti per complessivi 226 mila euro (sconto alla tariffa 36%) con l’aggiunta dell’1,5% sull’importo lavori per lo svolgimento delle attività amministrative. Per il collaudo delle forniture è stato concordato un ulteriore compenso di 29 mila 800 euro pari al 2,5% dell’importo della fornitura». Alla luce di tutto ciò, Parmegiani rileva: «E’ difficile capire qual’è il vantaggio per la finanza pubblica di non acquistare prestazioni professionali dai privati». La legge regionale autorizza la progettazione tra enti purché il compenso corrisponda all’1,5% dell’importo a base d’asta.

Una risposta a “Friuli: ingegneri e architetti dichiarano guerra all’Ater, ci penalizza”

  1. Aggiornamento del 14/08/2012

    di Giacomina Pellizzari

    L’ufficio tecnico dell’Ater (Azienda territoriale per i servizi l’edilizia residenziale) è sovradimensionato e questo fatto non può portare l’azienda di via Sacile a fare concorrenza ai liberi professionisti. Quindi la riforma delle Ater diventa urgente. L’assessore regionale alle Infrastrutture, mobilità, pianificazione territoriale e lavori pubblici, Riccardo Riccardi, si schiera al fianco degli ingegneri e degli architetti che, a seguito dello stop imposto dall’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavoro, servizi e forniture (Avcp) all’attività di progettazione svolta dall’Ater per conto dell’Ass 4 applicando tariffe professionali, hanno dichiarato guerra alla progettazione tra enti pubblici. «Quando per molti anni non ci si preoccupa di quello che potrà venire e si lasciano le cose come stanno, i nodi vengono al pettine. Ma è grave che di fronte alla necessità di riforme ci sia chi si metta di traverso. Le riforme delle Ater sono indispensabili anche per questo» afferma Riccardi indirizzando questo messaggio alle forze politiche d’opposizione contrarie alla costituzione dell’Ater unica. L’assessore sa bene che la guerra tra i professionisti e l’Ater è legata alla crisi economica che sta mettendo in croce anche diversi studi tecnici, ma questo non gli impedisce di dire che «le Ater sono dimensionate per fare un certo tipo di attività che ora non è più possibile effettuare. Alla luce di tutto ciò – insiste Riccardi – bisogna guidare un percorso dove il pubblico rientra nella funzione di pianificazione e controllo e i professionisti fanno il loro mestiere». E ancora: «Le Ater devono essere conduttori prima di costruttori. La loro competenza primaria è riuscire a offrire alle famiglie disagiate un’abitazione per superare il problema casa, non certo progettare opere pubbliche». La Regione, insomma, risponde all’appello dei presidenti degli Ordini degli ingegneri e degli architetti, Giampaolo Guaran e Bernardino Pittino, che l’altro giorno, per smontare la tesi dell’Ater secondo la quale l’Ass 4 avrebbe speso di più se avesse affidato la progettazione delle opere ai liberi professionisti, hanno ricordato che anche gli studi privati soffrono la crisi e che se non si va tutti sul mercato si penalizza la libera professione. E Riccardi coglie la palla al balzo per ripetere che in una regione con 1 milione e 200 mila abitanti, cinque Ater sono davvero troppe. Entro fine anno, infatti, in sede di finanziaria, la Regione approverà la riforma dell’Aziende territoriali per l’edilizia residenziale chiudendo, di fatto, anche la querelle tra Ater e liberi professionisti.

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