Friuli: la Giunta regionale delibera il commissariamento delle Comunità Montane

Ci siamo; dopo mesi di discussioni, polemiche e altro il futuro delle Comunità Montane è segnato. La Giunta attraverso un emendamento che dovrà passare attraverso una votazione in Consiglio Regionale, mette in moto il meccanismo per il commissariamento anche se è ancora da discutere quale nuovo Ente o Amministrazione le andrà a sostituire Via libera, nelle variazioni di bilancio che la prossima settimana approderanno in Consiglio regionale, all’emendamento che prevede il commissariamento delle Comunita’ montane. Lo ha deciso oggi la Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia. Fortemente voluto dal presidente della Regione, Renzo Tondo, il commissariamento delle Comunita’ e’ visto anche dalla maggioranza di Centrodestra ”come lo strumento piu’ adeguato per risolvere i problemi che attanagliano la montagna del Friuli Venezia Giulia”. I commissari saranno tecnici regionali nominati in un secondo tempo dalla Giunta. Il commissariamento delle Comunita’ portera’ a sensibili risparmi economici. I commissari saranno dei funzionari Regionali ed è già in pole position quale commissario per la Comunità Montana della Carnia, l’ex sindaco di Tolmezzo Sergio Cuzzi. 

Ulteriori approfondimenti nei commenti

5 Risposte a “Friuli: la Giunta regionale delibera il commissariamento delle Comunità Montane”

  1. Aggiornamento 4/07/2009

    Il tema è stato portato all’attenzione della giunta dall’assessore alle autonomie locali Federica Seganti. «Il riordino delle funzioni amministrative sul territorio montano sarà perseguito con estrema determinazione attraverso lo scioglimento degli organi di governo delle Comunità montane e la conseguente nomina dei commissari», ha confermato l’assessore leghista.

    E ieri dunque la Giunta del Fvg ha dato il via libera all’iter che porterà all’abolizione degli enti montani.

    Fortemente voluto dal presidente della Regione, Renzo Tondo, il commissariamento delle Comunità è visto anche dalla maggioranza di Centrodestra «come lo strumento più adeguato per risolvere i problemi che attanagliano la montagna del Friuli Venezia Giulia». Il centrodestra era entrato in polemica con la giunta di centrosinistra guidata da Illy quando fu proposta l’istituzione della Comunità montana del Carso.

    Ora, dunque, si va verso la chiusura con la probabile individuazione di Comuni capofila. I commissari saranno tecnici regionali nominati in un secondo tempo dalla Giunta e il commissariamento delle Comunità – secondo il centrodestra – porterà a sensibili risparmi economici.

    L’assessore Federica Seganti ha evidenziato che «se, come dovrebbe, la legge di assestamento entrerà in vigore entro il 31 luglio, già la prima settimana di agosto potrebbe approdare in Giunta regionale la delibera di scioglimento degli organi di governo delle Comunità montane e il collegato decreto del presidente relativo alla nomina dei commissari, completando in questo modo tutto l’iter normativo».

    «I commissari – ha spiegato Seganti – non saranno politici eletti ed il loro mandato sarà incompatibile con qualsiasi altro incarico regionale o locale e, com’è ovvio, cesserà nel momento in cui gli Enti locali subentreranno nelle funzioni. Il loro profilo – aggiunge l’assessore – dovrà comunque necessariamente includere un’esperienza di almeno tre anni in qualità di dirigenti nella Pubblica amministrazione».

    «Questo processo – ha concluso l’assessore – rappresenta un passo importante sulla strada della razionalizzazione e dell’ottimizzazione di risorse e funzioni, obiettivi finora decantati da molti ma realmente voluti solo da pochi».

  2. Aggiornamento del 05/06/2009

    E’ polemica sul commissariamento delle Comunità Montane. L’Italia dei Valori-Cittadini punta il dito sulla Lega Nord che «conferma il ruolo di padrone della maggioranza», mentre alcuni sindaci della Carnia spingono per una riforma, ma non sono disposti ad accettare un simile scippo. «Vogliono fare sparire un’istituzione con competenze e servizi».

    «L’immediato commissariamento delle Comunità montane annunciato dal presidente della Regione Renzo Tondo è il risultato del pressing della Lega Nord e conferma il ruolo di dominus assunto da questo partito in seno alla maggioranza», commenta Enio Agnola (IdV-Citt). «Tondo, dopo aver dichiarato in aula solo pochi giorni fa che entro il 31 dicembre si sarebbe proceduto alla cancellazione delle Comunità montane, ora, consapevole dell’impossibilità di procedere in questa direzione (anche per garantire il flusso dei contributi previsti nei programmi comunitari), ripiega sul loro commissariamento a opera di tecnici, ovvero di funzionari regionali scelti dall’assessore alle Autonomie locali, la leghista Federica Seganti».

    Per i consiglieri di IdV-Citt si tratta di una decisione gravissima sul piano politico, ma anche e soprattutto sul piano strettamente istituzionale perché azzera, in attesa di una legge di riforma che sarà («tra un anno, due anni?») gli organi di autogoverno della montagna «calpestando l’autonomia delle nostre comunità, la loro libertà di organizzarsi e di decidere a casa propria».

    Polemici anche alcuni sindaci della Carnia e il presidente dell’ente sovracomunale, Lino Not, che annuncia un nuovo incontro domani con i primi cittadini. Per Flavio De Stalis, sindaco di Ravascletto, non ci sono dubbi: «In Carnia deve rimanere un ente intermedio. La popolazione in Carnia ha dimostrato di sapersi gestire e si è già espressa nel referendum sulla Provincia dell’Alto Friuli. La comunità montana ha una sua importanza e storia. Si chiami come si vuole, ma deve esserci. I sindaci si sono espressi per un ente autonomo. Si deve loro rispetto, essi rappresentano le loro comunità e le decisioni non si possono calare dall’alto. Io sono disposto a servire la mia gente, ma non qualcun altro – ha detto De Stalis riferendosi alla Provincia – Da quando la Comunità Montana è gestita dai sindaci è una struttura più veloce e snella. Sta dando servizi ai comuni che diversamente avrebbero difficoltà a gestirli».

    Anche sui minori costi De Stalis è scettico: «Il personale andrà ricollocato e non costerà di meno». Più fiduciosa il sindaco di Paluzza, Elia Vezzi, che afferma: «Il territorio necessita di un organismo che sia capace di gestire e coordinare le scelte che vanno fatte a livello sovracomunale. Sono certa che il presidente Tondo non ha dimenticato le necessità di coordinamento del territorio e ci sarà l’opportunità per gli amministratori di partecipare ad un tavolo per giungere assieme alle scelte migliori».

    Dario Iuri, sindaco di Cavazzo, si definisce «nettamente contrario al commissariamento, figurarsi alla chiusura. In Carnia la Comunità montana è un’istituzione con competenze e servizi. Che si chiami come si vuole, che si modifichi dove è necessario, però deve esserci un ente intermedio di quel valore. La montagna ha problemi diversi dalla pianura, il patrimonio che i vecchi hanno consolidato è dei carnici e non è di scarsa rilevanza. Chiudere la comunità montana significa mettere in grave difficoltà le associazioni intercomunali per certi servizi, come rifiuti e gestione del personale. La nostra stessa associazione intercomunale, già ben avviata, non so come farebbe. La nostra comunità ha entrate che può reggersi da sola. Noi ci stiamo mobilitando come sindaci e quanto prima vogliamo almeno un confronto col presidente carnico Tondo».

  3. Aggiornamento del 06/07/2009

    Comunità montane riformate sì, ma non soppresse. No allo scippo di uno spazio di confronto, decisione, pianificazione e autogoverno della Carnia. Timori che le rendite del suo consistente patrimonio immobiliare (solo da centraline idroelettriche 4 milioni di entrate) venga dirottato in pianura. Giudizi severi sulla possibilità che la Provincia sia all’altezza delle delicate competenze e dei servizi ai cittadini riguardanti il territorio montano. A giorni dalla probabile approvazione da parte del consiglio regionale del commissariamento delle comunità montane e dopo le reazioni di ferma opposizione di alcuni sindaci della Carnia, si attende per oggi un nuovo incontro tra i sindaci sul tema. Il sindaco di Tolmezzo, Dario Zearo, chiede di essere ricevuto assieme ad una delegazione di sindaci della Carnia dal Presidente della Regione Fvg, Renzo Tondo, per aver chiarimenti su quanto il consiglio regionale si appresta a decidere sul futuro delle Comunità montane, per cui è stato annunciato il commissariamento.

    Zearo dice: «Come già detto, mi rifaccio all’odg approvato all’unanimità dal consiglio comunale di Tolmezzo il 29 gennaio». Con esso si chiedeva «la garanzia circa la presenza nella zona montana di un rinnovato ente intermedio efficace ed efficiente in grado di assolvere alle funzioni di coordinamento e programmazione territoriale a supporto dei comuni». Per il consigliere comunale di minoranza di Tolmezzo, Mauro Saro, è «un errore sopprimere le comunità montane senza avere le idee chiare, senza avere un indirizzo sul riordino degli enti locali. Deve rimanere in Carnia una forma di autodeterminazione e autogoverno del territorio, pur con possibili correttivi». Saro si dice «contrario al trasferimento delle competenze della Comunità Montana, che fornisce servizi al servizio del territorio, alla Provincia». Di quest’ultima dice «non ci riuscirà mai. Non riesce a far bene neanche quello che dovrebbe. Una qualsiasi riforma senza una rivisitazione complessiva di tutti gli enti sovracomunali non ha senso. Questa è una presa di posizione di ricatto della Lega a cui il carnico Tondo si è adeguato. Non mi sembra coerente con il territorio. Chi farà la pianificazione? Chi i servizi peculiari della montagna? Chi farà coordinamento? Il patrimonio della Comunità montana a chi andrà? Si tratta di un provvedimento miope che creerà un momento di forte stallo. I cittadini se ne accorgeranno nel momento in cui non ci saranno quei servizi che la Comunità montana forniva. Ma a quel punto il cittadino con chi dovrà discutere?»

  4. Aggiornamento del 07/07/2009

    I sindaci della Carnia con la fascia tricolore in Consiglio regionale a Trieste nei prossimi giorni durante la discussione sull’emendamento che dovrebbe sancire la soppressione delle Comunità montane. Ciò in segno di protesta contro un provvedimento che preoccupa fortemente molti primi cittadini della Carnia. È l’indicazione provenuta dall’incontro sul tema tenutosi ieri a Tolmezzo tra i sindaci carnici.

    Frattanto dalle notizie che trapelano la norma in fase di approvazione in Regione dovrebbe prevedere la devoluzione delle funzioni amministrative delle comunità montane alle Province, ai comuni o alle loro associazioni. Anche sulla base di ciò i sindaci della Carnia stanno sottoscrivendo un documento a salvaguardia del consistente patrimonio immobiliare della loro Comunità montana. L’obiettivo è quello di mantenere quest’ultimo nella disponibilità dei comuni o di una loro forma associativa. Un certo malcontento nel corso dell’assemblea ieri ha registrato il fatto che a tutt’oggi l’incontro richiesto dai sindaci al presidente della Regione, Renzo Tondo, non sia ancora avvenuto, né si conosca una sua data certa. Il sindaco di Ravascletto, Flavio De Stalis, a riguardo ha commentato: «Io mi sento umiliato. Rendetevi conto di quale umiliazione stiamo subendo». Il sindaco di Cavazzo Carnico, Dario Iuri, ha sollecitato i colleghi a presenziare a Trieste alla discussione del provvedimento che dovrebbe sancire il commissariamento delle Comunità Montane. Dello stesso avviso il sindaco di Verzegnis, Luciano Sulli, che ha ricordato: «non siamo a rappresentare una parte, un gruppo, ma ognuno di noi rappresenta i cittadini di questa terra. Dobbiamo andare a Trieste nella veste istituzionale con la fascia». I sindaci della Carnia si sono dimostrati determinati nel richiedere un ruolo decisionale nella riforma dell’ente comprensoriale, annunciando fin d’ora l’istituzione di un gruppo di lavoro, che operi dopo l’approvazione della norma. Inoltre ieri sera, al termine dell’incontro, l’assemblea della Zona territoriale omogenea della Carnia per la gestione del servizio idrico integrato ha nominato all’unanimità, in qualità di presidente, il sindaco di Tolmezzo, Dario Zearo, il quale ha designato come vicepresidente il sindaco di Treppo Carnico, Maurizia Plos.

  5. Aggiornamento del 10/07/2009

    Il Consiglio regionale ha approvato ieri un emendamento al disegno di legge di assestamento al bilancio che prevede il commissariamento delle quattro comunità montane. L’emendamento è stato approvato con il voto favorevole della maggioranza di centrodestra e quello contrario delle opposizioni. L’emendamento individua nelle Province e nei Comuni, singoli e associati, gli enti deputati a esercitarne le funzioni. Con decreto del presidente della Regione verrà nominato un commissario straordinario per ciascuna Comunità. Il riordino delle funzioni amministrative degli enti commissariati sarà attuato con legge regionale, d’intesa con le amministrazioni dei Comuni facenti parte delle Comunità montane.

    La decisine dovrà essere presa entro il 30 settembre 2009 in apposita Conferenza dei sindaci. Rispondendo in aula alle critiche, il presidente della Regione Tondo ha rivendicato «la piena assunzione di responsabilità della scelta», sottolineando che «l’emarginazione e il depauperamento della montagna non c’entra con le Comunità montane». «È del tutto evidente che le difficoltà della montagna, specie le problematiche dello spopolamento, non dipendono dalla presenza o meno di questi Enti intermedi, bensì dalle condizioni socioeconomiche generali» ha detto Tondo.

    La decisione è stata presa proprio nel giorno in cui sindaci e amministratori delle Comunità montane dell’Alto Friuli avevano manifestato in Consiglio regionale proprio contro il commissariamento. «Abbiamo manifestato – spiega il presidente della Comunità montana della Carnia, Lino Not – perchè non ritenevamo giusta l’intenzione della Regione di procedere al commissariamento prima della riforma. Una riforma degli enti intermedi è necessaria, ma per farla è necessario sederci tutti attorno a un tavolo e non affidare la gestione provvisoria degli enti a un funzionario regionale azzerando gli organi delle comunità montane». Ora però la decisione è stata presa e la Regione dovrà nominare, probabilmente entro un mese, un commissario per ognuno dei quattro enti potendo scegliere, secondo la norma, tra dirigenti con almeno tre anni di esperienza nella pubblica amministrazione.

    Nessuna marcia indietro, quindi, da parte del presidente Tondo che però, ieri mattina durante l’incontro con i sindaci, che hanno ribadito la strategicità delle Comunità, si era detto disponibile a istituire un tavolo di concertazione insieme alle amministrazioni locali delle aree montane per stabilire il percorso di riforma.

    Critico sulla decisione della maggioranza il capogruppo del Pd in consiglio regionale, Gianfranco Moretton secondo cui «il presidente Renzo Tondo e il Pdl sono stati costretti a pagare quotidianamente la cambiale alla Lega Nord che ha preteso il commissariamento delle stesse Comunità montane».

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