Friuli: l’ombra del passaggio della TAV sui castellieri


di Paola Treppo

Non minaccia solo gli abitati e gli ambienti naturali ma anche le preziose testimonianze dell'età del bronzo e del ferro, il futuro passaggio della Tav così come le grandi opere di viabilità previste che dovrebbero attraversare in più direzioni il territorio della Bassa friulana.  Se n'è discusso in occasione di una serata organizzata dal Comune di Bagnaria Arsa cui hanno preso parte anche la direttrice del Museo nazionale di Cividale, Serena Vitri, e tanti specialisti e studiosi locali che seguono da anni le indagini archeologiche in zona: Alessandro Fontana, Giovanni Tasca, Daniele Callari, Susi Corazza, Alfredo Furlan, Claudio Cargnelutti, Cristiano Tiussi e Giovanni Filippo Rosset. Coscienti che il progetto Tav cambierà il paesaggio con disagio prima di tutto per chi vive nelle aree che saranno solcate o lambite dai tracciati, gli archeologi si interrogano anche sul futuro dei tanti siti di castellieri studiati in questi anni.<br />
      Indagini finanziate perlopiù da enti pubblici, dalla Regione agli stessi Comuni, con il prezioso supporto della Società friulana di archeologia. Tra i rinvenimenti, quelli notevolissimi di Sevegliano, che hanno dato origine a una mostra e anche alla pubblicazione di un catalogo scientifico, e un'ampia serie di luoghi di interesse archeologico distribuiti nel territorio. Tra questi l'area che sorge presso la cava dismessa di ghiaia della ditta Torvisabbia: il sito ospitò un insediamento fin dall'età del bronzo e in epoca romana fu sede di una grande villa. Qui, nel 2009 e nel 2010, sono stati condotti importanti scavi che hanno ampliato la comprensione della storia del Basso Friuli.
      Tra gli interventi quello di Alessandro Fondata, dell'Università di Padova, che ha dato avvio a un mega progetto di sondaggio geologico: dal Medio Friuli e fino al mare, lo studioso ha eseguito una serie di carotaggi in profondità per capire se il paesaggio, nei millenni, sia stato oggetto di un significativo cambiamento. Dai primi risultati dell'indagine scientifica, che è ancora in corso e che sarà prestata una volta uniti tutti i tasselli, emerge come il mare si spingesse fino a Cervignano, e come i canali d'acqua, ricchissimi, venissero sfruttati dagli antichi abitanti come vie di comunicazione strategiche. Poi le mutazioni radicali del clima ma anche l'azione umana, in particolare quella delle bonifiche e quella legata alle coltivazioni, hanno cancellato ogni traccia evidente di quell'era, tanto che oggi di resti riferibili a castellieri ce ne sono pochi.
      E con l'arrivo della Tav potrebbero essere ulteriormente compromessi con scavi, cementificazioni e realizzazione di infrastrutture a servizio