Friuli: l’ultimo mandi all’onorevole Arnaldo Baracetti

Se n’è andato proprio nel momento in cui da più parti è durissimo l’attacco all’autonomia e alla valorizzazione della lingua e della cultura del popolo friulano e con lui, i Friulanisti perdono oggi uno dei loro punti di riferimento: è morto oggi a Udine l’on. Arnaldo Baracetti. Aveva 81 anni e diede un contributo fondamentale all’istituzione dell’Università di Udine. Sua la legge per la valorizzazione della marilenghe . Ne dà notizia Bepi Agostinis, segretario del comitato per l’autonomia e il rilancio del Friuli. Il mondo della cultura e della politica regionale perdono un personaggio di primo piano. Nato a Rivolto il 27 dicembre del 1931, Baracetti è stato deputato comunista per Udine 1976-87.

Dal 1968 al 1976 fu consigliere regionale. Dopo il terremoto del 1976 fu stabilito per legge, grazie ad un suo emendamento, che l’Università di Udine avesse come «obiettivo di contribuire al progresso civile, sociale e alla rinascita economica del Friuli e di divenire organico strumento di sviluppo e di rinnovamento dei filoni originali della cultura, della lingua, delle tradizioni e della storia del Friuli».

Nel 1978 presentò la proposta di legge Norme per la valorizzazione della lingua e della cultura friulana. È stato responsabile regionale del Pci per la cooperazione economica internazionale.

Nel Partito dei democratici di sinistra è impegnato per la riforma federalista del Friuli-Venezia Giulia. Fu tra i promotori del Centro studi e progettazioni culturali Pier Paolo Pasolini.

“Ho chiaro in me il ricordo di un uomo che ha interpretato la sua esistenza come autentico politico friulano.  Baracetti ha sempre saputo fare squadra nella difesa degli interessi del Friuli. Era uno di quelli con cui ti trovi volentieri a lavorare fianco a fianco nei momenti delle difficoltà e delle scelte che contano”. Il presidente della Regione, Renzo Tondo, ricorda così l’onorevole Arnaldo Baracetti, morto oggi all’età di 81 anni, esprimendo il cordoglio personale e dell’Amministrazione regionale per la sua scomparsa. 
“Lo ho apprezzato per la sua passione democratica, per il suo modo di essere e sentirsi friulano, insegnando che appartenere alla Patria del Friuli vuol dire sentirsi parte attiva della Nazione italiana e dell’Europa. Ricordava spesso, anche a me, che i friulani devono sapere far politica e non essere utilizzatati dalla politica. Lui ha fatto così, da consigliere regionale e al Parlamento nazionale dove ha inciso sulla legislazione per la ricostruzione del Friuli dopo il terremoto e per l’istituzione dell’Università di Udine ed ha continuato a farlo anche dopo aver terminato il suo servizio parlamentare”.