Friuli: ripensare i Distretti industriali; sì, ma come?

Sono stati l’elemento distintivo del Friuli; la risposta economica dei piccoli Davide nostrani, contro i Golia delle Multinazionali. Sono stati flessibili, innovativivi e globali, molto prima che questi termini fossero sinonimo di evoluzione economica e globalizzazione. Sono stati il primo biglietto da visita che il mondo intero ha ricevuto dal nostro territorio. Sono i distretti del FVG. Forse però ora è il caso di rivederne il modello per renderlo più forte. Sì, ma come?

Ripensare i Distretti industriali che rischiano d’essere autoreferenziali senza produrre sviluppo. È l’assessore regionale alle attività produttive Luca Ciriani a stimolare la riflessione, mentre tocca al presidente della Confindustria Fvg Adalberto Valduga puntare l’attenzione sui Consorzi industriali, spiegando che strategia e dimensioni vanno riviste. Due spunti diversi ai quali si aggiunge quello di Giovanni Fantoni, convinto che il ruolo dell’industria debba ritornare al centro della politica.<br />
Ruota su questi elementi il convegno «L’evoluzione da Consorzi industriali ad Agenzie di sviluppo», ieri all’auditorium Fantoni di Osoppo. Un appuntamento, organizzato dall’Eine (Enti di industrializzazione del Nord Est) che ha radunato politici e imprenditori attorno al tema di un’evoluzione necessaria e attesa. «La nostra proposta – ha detto Roberto Ongaro, presidente dell’Eine – è quella di trasformare l’attuale sistema consortile in agenzie di sviluppo capaci di attrarre imprese e facilitare la crescita del territorio, evolvendo il concetto di insediamento pensando alla permanenza e al sistema e non solo all’occasione puntuale. Finora i migliori di noi erano degli amministratori di condominio, ora dobbiamo diventare fornitori, sia pure in sede locale, di global service, albergatori d’impresa».
E sui Consorzi Ciriani ha assicurato il sostegno della Regione, premiando i progetti migliori. «Sono convinto che il sistema consortile attraversi una fase problematica – ha spiegato l’assessore regionale –, nella quale i soci dovranno fare un esame di coscienza per capire come divenire più efficaci anche rivedendo la propria mission, ma sono anche convinto che questa esperienza non vada cancellata. Le norme in vigore sono sufficienti, funzionano bene e la Regione premierà i Consorzi migliori, quelli in grado di attuare veri progetti di sviluppo». E se i Consorzi sembrano convincere il governo regionale, discorso opposto per i Distretti. «Ho l’impressione che in quel caso – ha proseguito Ciriani – le leggi non funzionino. I Distretti sono nati come funghi per ottenere finanziamenti e ora vanno ripensati con molta onestà».
Affermazioni sui Distretti che Valduga ha condiviso, spingendo però anche sulla riconfigurazione dei Consorzi. «I sistemi consortile e dei Distretti hanno svolto un ruolo importante – ha affermato Valduga –, ma ora i Consorzi non corrispondono più alle esigenze delle imprese, hanno un’attività limitata e non sono delle agenzia di sviluppo. Molti Consorzi, a esempio, sono piccoli e hanno costi notevoli. Allora la soluzione è quella che siano accorpati, facendo sinergie e abbattendo i costi, così che siano più grandi per diventare più efficienti. E la Regione, anche se non è socio di Consorzi e Distretti, dovrà avere un ruolo importante, quello di evitare affollamento e sovrapposizioni di competenze».
«Sono enti importanti per l’agilità che hanno nel poter fornire risposte e si candidano a essere espressione dell’operatività sul territorio», ha garantito il governatore del Fvg Renzo Tondo.