Friuli: salvate il soldato “Friuli DOC”

di Renato Schinko

«Friuli Doc è la vetrina del Friuli, non possiamo perdere questo evento». Le categorie economiche, affiancate dalla Camera di commercio, e gli operatori del centro storico fanno fronte comune per evitare di scrivere la parola fine sulla kermesse enogastronomica arrivata alla diciottesima edizione. A lanciare l’allarme sulla possibile cancellazione dell’evento è il Comune di Udine che ieri, per voce del vicesindaco Vincenzo Martines, attraverso il Messaggero Veneto ha in sintesi spiegato: «Dai 350 mila euro di finanziamento del 2008, ultimo anno della giunta Illy, si è arrivati ai soli 70 mila euro di quest’anno. Questa edizione, seppur con grandi difficoltà, riusciremo a organizzarla, ma per il prossimo anno, con simili presupposti, sarà difficile garantire un’altra kermesse. L’Ersa, la Camera di commercio e le categorie l’hanno capito, mentre la Regione, negli ultimi 4 anni, ha snobbato progressivamente l’evento». Ed è proprio il presidente della Camera di commercio di Udine, Gianni Da Pozzo, a dire: «Noi ci crediamo ancora e quest’anno abbiamo stanziato circa 35 mila euro per la kermesse, di cui 20 mila per fare promozione in Austria e in Slovenia. Siamo convinti che Friuli Doc sia la più importante vetrina delle nostre specialità locali, delle nostre imprese vitivinicole ed enogastronomiche. Ecco perché perderla sarebbe un grave danno non solo per la città, ma per tutto il Friuli, visto che la manifestazione funziona da sempre come richiamo turistico per l’intero territorio». E ancora: «Per le imprese friulane è un appuntamento irrinunciabile e, ribadisco, dobbiamo fare di tutto per non perderlo». Dello stesso avviso anche Franco Di Benedetto, referente dei pubblici esercizi per Confcommercio, che spiega: «La mia idea sarebbe quella di coinvolgere maggiormente nella manifestazione coloro che lavorano tutto l’anno nel centro storico, ovvero i tanti gestori dei bar della città che resistono nonostante la crisi e i tanti limiti di orari che vengono imposti. Ma Friuli Doc deve continuare a esistere. E’ troppo importante per Udine. Bisogna investire di più su un evento con un simile richiamo». Nelle edizioni più riuscite, infatti, la kermesse ha portato in città quasi un milione di visitatori. E le categorie economiche non riescono a comprendere come si possa snobbare Friuli Doc e dirottare i fondi su altre manifestazioni che, anche se dal punto di vista culturale sono più rilevanti, non riescono a registrare gli stessi numeri di presenze. Anche se c’è chi solleva un interrogativo, come il presidente regionale della Coldiretti, Dario Ermacora: «Un’ipotesi di chiusura preoccupa certamente. Ma credo che ci si debba anche chiedere quanto costi un simile evento, soprattutto in questo difficile momento economico. Certo, è una vetrina importante per tante aziende del territorio, ma, in fondo, resta pur sempre una grande sagra di città». Secondo il presidente di Confartigianato Udine, Graziano Tilatti, «il valore delle forze politiche si vede nei momenti di crisi. Quindi bisogna reagire, e organizzare Friuli Doc anche con poche risorse». Insomma, la preoccupazione c’è, ma da più parti arrivano anche gli appelli rivolti alla Regione affinchè il prossimo anno riveda le scelte di finanziamento. Ma, si sa, i tempi sono molto duri e trovare risorse non è facile. La kermesse comunque già in alcune passate edizioni era stata avvolta dalle polemiche. Fra l’altro, piazze, vie e monumenti erano stati imbrattati da schiere di giovani che avevano alzato un po’ troppo il gomito. Lo stesso Martines aveva dichiarato che a Friuli Doc si dovevano rivedere alcuni aspetti organizzativi per evitare gli eccessi. Ma ora i cambiamenti sono stati imposti dalle notevoli ristrettezze di budget.