Friuli: stangata sulla nautica, fuga verso Slovenia e Croazia e nascono gli “indignados” della nautica

Manovra, su Facebook arrivano gli Indignados della nautica

di Domenico Pecile 

 Numeri. Freddi, implacabili. Da contrapporre a quelli snocciolati dal premier per giustificare la sua manovra “lacrime e sangue”. Numeri impugnati come uno scettro per fronteggiare la scure del governo pronta ad abbattersi anche sul loro comparto. Numeri per dire che, se la manovra non sarà rivista, piallata, smussata per i diportisti sarà il de profundis. Molti stanno già fuggendo: Slovenia, Croazia. Ma poi sarà la volta del Montenegro e della Grecia. Tutti paradisi fiscali rispetto a quello che si prospetta in Italia con il giro di vite targato-Monti. Lo stanno gridando da giorni gli operatori del settore che contano adesso sull’appoggio incondizionato delle amministrazioni comunali interessate. Il primo grido d’allarme congiunto è stato lanciato ieri dai sindaci di Lignano e Latisana, Silvano Delzotto e Salvatore Benigno, e dal presidente del Consorzio marine di Lignano, Manuel Rodeano. Ma il tamtam interessa l’intero settore regionale, da Trieste a San Giorgio di Nogaro. Dall’altro ieri il malcontento rimbalza anche su Facebook: si sono definiti gli indignados della Nautica. I diportisti sono sì consapevoli che il 90% degli italiani fa spallucce e che il giro di vite nei loro confronti lascia indifferente se non addirittura soddisfatto quel 90%. Ma non sono disposti a ricoprire il ruolo dei ricchi capricciosi che sorseggiano champagne sulle loro barche.

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