Friuli: sui Confidi e sull’accesso al credito polemica tra Da Pozzo – Luci, Savino – Tondo

di Renato D’Argenio

«Qualcuno dovrebbe anche imparare a fare un pò di autocritica, almeno una volta ogni tanto, prima di scaricare sempre e comunque le colpe sugli altri». È la secca replica del presidente della RegioneFriuli Venezia Giulia Renzo Tondo al presidente della Camera di commercio di Udine, Giovanni Da Pozzo, dopo lo scambio polemico di opinioni sulla questione dei Confidi tra quest’ultimo e l’assessore regionale alle Finanze Sandra Savino. Aggiunge Tondo: «Nessuno può negare, come ha fatto con tono pacato l’assessore Savino, che le risorse messe a disposizione del sistema delle imprese in questi ultimi quattro anni di crisi durissima, in una condizione di ristrettezze per il bilancio regionale che non ha eguali in tutta la storia della Regione Autonoma, siano state imponenti». «Nessuno può negare – aggiunge il presidente della Regione – lo sforzo senza precedenti che la Regione ha messo in atto per sostenere, con diversi strumenti, gli investimenti delle imprese e superare la restrizione del credito. E anche ironizzare sulla Terza corsia mi pare davvero fuori luogo, quando tutti sanno, e per primi gli imprenditori, che siamo di fronte a un’opera strategica per il futuro del Friuli Venezia Giulia». «Pensi piuttosto il presidente Da Pozzo – conclude Renzo Tondo – ad attivare seriamente e a far funzionare tutte le leve sotto il suo diretto controllo, magari anche razionalizzando gli strumenti a disposizione delle Camere di commercio. In un momento come questo abbiamo bisogno di lavorare uniti sugli obiettivi comuni».

Tra Regione e Confidi non tornano i conti ed è polemica durissima sui fondi per l’accesso al credito. A lanciare il sasso nello stagno era stato, pochi giorni fa dalle colonne del Messaggero Veneto, il titolare della Proel di Basiliano, denunciando il mancato prestito da 150 mila euro, da parte di Mediocredito. Il presidente di Confindustria Udine, Adriano Luci, e il presidente della Cciaa di Udine e vicepresidente Ue dei Confidi, Giovanni Da Pozzo, senza entrare nel merito della decisione della banca regionale, avevano denunciato la mancanza di “forza” dei consorzi garanzia fidi, anche a causa dei pochi fondi garantiti dalla Regione. Critica che l’assessore regionale alle Finanze, Sandra Savino, ha rispedito al mittente, scatenando la polemica. «Dal 2009 al 2011, nella fase più difficile della crisi, la Regione ha erogato al sistema delle imprese del Friuli Venezia Giulia, tramite i Fondi di rotazione dei diversi comparti produttivi, 648 milioni di euro», spiega Savino. «Siamo di fronte – insiste l’assessore – a una somma enorme, che non ha paragoni con le analoghe politiche promosse nelle altre Regioni italiane. Il reperimento di queste risorse nel bilancio regionale ha richiesto un notevole sforzo finanziario, ed è stato possibile solo grazie all’approvazione di un provvedimento specifico, la cosiddetta legge anticrisi, con una dotazione di 400 milioni, a cui si sono aggiunti stanziamenti ordinari». «Non possiamo continuare a prenderci in giro e non possiamo fare di ogni erba un fascio – replica Giovanni Da Pozzo –. La mia critica era rivolta ai sottofinanziamenti del sistema dei Confidi che rimane uno strumento fondamentale per garantire l’accesso al credito delle imprese del Friuli Venezia Giulia. Per ogni euro investito il sistema dei Confidi ne restituisce 20 al mercato. È un rapporto importante. Non solo. Con le difficoltà che oggi le imprese incontrano a trovare credito il sistema dei Confidi dovrebbe essere al primo posto nel sistema finanziario regionale. Se poi – ha aggiunto Da Pozzo – si fa di ogni erba un fascio e nei 648 milioni di euro si contano altri tipi di finanziamenti, è chiaro che parliamo due lingue diverse». Da Pozzo, nell’allargare il discorso al Nordest, ha citato i 53 imprenditori che in questi mesi si sono suicidati per i problemi finanziari delle rispettive imprese. «Vorrà pur dire qualcosa – ha concluso –. Non dimentichiamoci che per questo siamo monitorati dall’Ocse e la Regione Friuli Venezia Giulia, secondo le indagini di due istituti autorevoli di ricerca, è al penultimo posto in Italia per accesso al credito delle imprese». A Da Pozzo fa eco Luci: «Sicuramente significative sono le risorse messe a disposizione dalla Regione con le misure anticrisi e con la mobilitazione dei diversi strumenti di politica industriale che a diverso titolo ed in relazione ai molteplici canali di intervento sono stati messi a disposizione a sostegno del rafforzamento del tessuto produttivo. Ma non dimentichiamo le lungaggini attuative, la macchinosità delle procedure ed i tempi lunghi di risposta non adeguati ad interventi celeri come richiederebbero misure qualificate come anticrisi». «Non si chiede alla Regione di sostituirsi alle banche – conclude Luci –, ma di impegnarsi per favorire un sistema coordinato di supporto al credito, banche, Confidi, cogaranzie e controgaranzie, anche verificando l’aggiornamento dei criteri di valutazione alle nuove situazioni». Da Pozzo è un fiume in piena e va oltre, commentando l’indagine di Intesa SanPaolo sui distretti industriali del Friuli Venezia Giulia che, nel 2011, hanno rallentato la corsa del settore nel Triveneto: «Se una critica va fatta, pur nei distinguo necessari, bisogna dire che i distretti industriali del Friuli Venezia Giulia non hanno saputo innovare. Però non me la sento di generalizzare. Le cose sono andate diversamente nel settore della sedia rispetto all’agroalimentare – ha spiegato Da Pozzo –, ma è un fatto che le imprese dei distretti sono cresciute meno da noi. Hanno rallentato di più in questi anni difficili. L’innovazione e l’assenza della comprensione che oggi fare “rete”, fare “sistema”, è vitale sono la causa prima di questo rallentamento. E poi c’è forse anche la mancanza di una rete infrastrutturale di supporto; non si pensa a un sistema portuale regionale integrato; oguno va per conto proprio. C’è ancora chi dice che piccolo e bello. Piccolo è bello se è in rete. Solo così può competere».

 

articolo dal sito del messaggero veneto