Friuli: sulle Casse di espansione spuntano ricorsi e contro-ricorsi

Non tramonta l’ipotesi delle casse di espansione sul Tagliamento. L’Autorità di bacino, infatti, ha fatto ricorso in Cassazione contro la decisione del Tribunale superiore delle acque pubbliche che ad ottobre aveva accolto i ricorsi di Wwf, associazione Acqua e Comuni rivieraschi (Dignano, Pinzano, Ragogna, San Daniele e Spilimbergo) presentati contro la delibera della giunta regionale. Documento che nel 2007 aveva approvato il progetto preliminare per la realizzazione delle casse di espansione per la laminazione delle piene del medio corso del «Re dei fiumi».

 I sindaci, non appena ricevuto notizia del ricorso, si sono seduti attorno ad un tavolo, venerdì 14 dicembre, e hanno deciso di presentare un contro-ricorso tramite un legale. «Siamo abbastanza tranquilli per l’esito finale anche se questa azione non era prevista – ha dichiarato Mirco Daffarra, primo cittadino di Ragogna –; dispiace che si vadano ora ad allungare i tempi delle soluzioni alternative alle casse». Secondo Daffarra, inoltre, «se dovesse tornare in campo il progetto già tanto criticato, questo andrebbe necessariamente a fare i conti con una direttiva dell’Unione europea che non prevede alcuna costruzione in zona Sic qualora siano state elaborate soluzioni alternative». E in questo caso l’alternativa esiste. Si tratta di 10 diversi progetti analizzati e presentati dal tavolo di lavoro avviato dalla Regione nel 2010 che risponde al nome di «Laboratorio Tagliamento». Tra questi anche interventi per rafforzare gli argini alla foce del fiume.

Va ricordato, comunque, che al di là delle varie soluzioni la realizzazione delle casse resta ad oggi inserita nel «Piano stralcio» del Tagliamento che è legge dello Stato e non è ancora stata azzerata. «In tutta questa vicenda – ha concluso Daffarra – ho sempre sostenuto che fino a quando la norma non è cancellata non si può gridare vittoria».